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Crac Ftx, conseguenze anche nel mondo degli esports

15 novembre 2022 - 15:20

Con i conti dell’azienda in crisi anche gli accordi di sponsorship con alcune grosse realtà della scena videoludico competitiva d’oltreoceano.

Scritto da Daniele Duso
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Ftx è ai titoli di coda e le conseguenze della sua fine potrebbero farsi sentire anche lontano dal mondo crypto, ossia nel mondo dello sport e in quello degli esports.

L'azienda fondata nel 2009 da Sam Bankman-Fried e Gary Wang, divenuta nel tempo una delle principali piattaforme al mondo per la compravendita di criptovalute, ha depositato negli Stati Uniti i documenti necessari per aderire al Capitolo 11 della legislazione americana in materia di bancarotta. L'avvio della bancarotta assistita è necessario per accedere ai vari sistemi di tutela e protezione previsti per l’azienda e per gli utenti che avevano investito il proprio denaro sulla piattaforma. Bankman-Fried ha lasciato la carica di amministratore delegato mentre, stando a quanto riportato dall’emittente statunitense Cnbc, sono circa 130 aziende coinvolte nel crac.

Si parla di un gigante che poco più di un anno fa, a luglio 2021, era riuscito a raggiungere una quota di 18 miliardi di dollari di investimenti, grazie anche alla partecipazione di 60 investitori tra i quali Softbank e Sequoia Capital, e come altre realtà del settore Ftx aveva stretto accordi con molte realtà, anche del mondo dello sport e degli esports. Accordi che ora sono destinati al macero.  

Così sarà, come riporta un dettagliato articolo di Francesco Lombardo sul Fatto Quotidiano, per la sponsorship dei Miami Heat, il cui palasport era stato ribattezzato Ftx Arena, per l'accordo con la scuderia di Formula uno Mercedes e per quello con la Mlb del baseball statunitense, oltre alle sponsorship con la tennista Naomi Osaka, il cestista Stephen Curry e il campione di football Tom Brady. E così probabilmente sarà anche per gli accordi con il mondo degli esports, nei quali Bankman-Fried e soci avevano iniziato ad investire addirittura annunciando la creazione di una divisione dedicata al gaming.

Nell'ambito di questi investimenti troviamo l'accordo con i Tsm, un decennale del valore di 210 milioni di dollari che doveva legare Ftx ad una delle più importanti e storiche società esportive nordamericane, famosa soprattutto per i risultati ottenuti dal team di League of Legends, cambiandone pure il nome in Tsm-Ftx. 

E poi l'accordo di sette anni con il campionato nordamericano di Lol, la League of Legends Championship Series, e la sponsorship di un anno, per 3,2 milioni, con i brasiliani Furia (noti in particolare per il team di Counter-Strike: Global Offensive).

Tutte realtà che ora vivono giorni di apprensione, se si considera che gli esports, a livello globale, si sostengono principalmente con le sponsorizzazioni, che occupano in media più del 60 percento nel volume di ricavi di un’organizzazione. Una quota che, almeno per le realtà succitate, ora potrebbe venir meno a causa del crac di Ftx, vicenda che sicuramente mina le certezze di un intero comparto.

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