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Easg: l’importanza del regolatore e della compliance, vista da Birgitte Sand

08 settembre 2022 - 10:56

L’ex regolatore del mercato danese del gioco, Birgitte Sand, all’Easg di Oslo racconta la sua esperienza nel settore, esaltandone le virtù.

Scritto da Ac
Easg: l’importanza del regolatore e della compliance, vista da Birgitte Sand

Oslo – “Penso che sia una grande opportunità poter guardare attraverso il tempo per un momento. Se penso al mio passato, partendo dalle origini, molto prima di diventare un regolatore, quando ero bambina, ricordo che il gioco d’azzardo era qualcosa di assolutamente distante da me e la mia famiglia. L’indicazione era quella di dire: se c’è un locale di gioco d’azzardo tu devi essere dall’altra parte della strada – visto che all’epoca esisteva soltanto il gioco terrestre. Ed era considerato qualcosa di pericoloso. E questo era quindi il mio bagaglio culturale e la mia idea del gioco d’azzardo”.

Parole di Birgitte Sand, ex leader del regolatore danese del gioco e ora consulente per il settore, intervenuta al focus  “Cosa possiamo imparare dal passato e cosa porterà il futuro? Boomers e Zoomer!”, in apertura della programmazione di oggi, 8 settembre, dell'Easg, l'European conference on gambling studies and policy issues (Associazione europea per lo studio del gioco d'azzardo), in corso fino al 9 settembre al Thon Ullevaal Stadion Hotel di Oslo, in Norvegia, con il titolo di "Connecting differences".


“Poi però ho iniziato a lavorare e sono andata a finire nel ministero che si occupa delle tasse prima di lavorare nel gioco, diventando regolatore. Anche qui ho regolamentato il settore e trattare la materia tassazione è stata una buona piattaforma di esperienza. Anche se non sei molto popolare lavorando nella tassazione, in generale e soprattutto in Danimarca, visto che il nostro livello di tassazione è molto alto. Quindi devi fare davvero del tuo meglio. Devi essere rispettoso, comprensivo e collaborativo e altrimenti, non puoi realizzare il tuo obiettivo”, chiosa.
“Per questo, quando ho iniziato a lavorare in questo settore, ho capito che se volevo avere successo nel mio lavoro avevo bisogno di collaborare con l'industria, le persone, le aziende e così via. Avevo bisogno di sedermi e spiegare i nostri obiettivi. E capire al tempo spesso da loro, da dove vengono. Avere una specie di dialogo.
Quello che è accaduto è che all'improvviso abbiamo smesso di sederci sulle nostre mani ogni anno aspettandoci che in caso anomalie potessimo individuare i responsabili. Abbiamo quindi fatto uno sforzo per istruire e condividere ciò che dovrebbero fare le aziende per essere sempre conformi in modo che non dovessimo più stanarle noi. Diffondendo la cultura della compliance. Quella è stata una svolta importante, potrebbe suonare un po' antica ora, ma molto tempo fa era un grosso problema”.
 
Sand quindi prosegue: “Ero un po' annoiata da quel modo antico di pensare fino a quel momento e ho adorato quel cambiamento. Ho pensato che fosse la strada da percorrere: comportarsi in modo rispettoso e considerevole era parte del potere che hai quando regoli a livello legislativo.
Quando fai il regolatore, devi essere una specie di modello in questo senso. Devi essere consapevole di tutti i passaggi di quello che fai e dell'impronta che lasci.
E così, quando mi è stato chiesto più avanti nella mia carriera di accettare il lavoro come regolatore del gioco d'azzardo ho pensato: 'Oh mio Dio'. Pensando anche di declinare. Ma è stato piuttosto curioso quando ho sentito che ci aspettavamo davvero un grande cambiamento in Danimarca e che avevamo alcune sfide da affrontare. Avevamo un mercato in crescita. Avevamo davvero bisogno di cambiamenti e io amo gli sviluppi e amo il modo in cui si spera che abbiano successo. E così l'ho presa come una sfida. Dove ho potuto utilizzare tutta l’esperienza maturata prima, portandola in questo contesto.
Ho avuto sicuramente ottimi colleghi e il lavoro come regolatore è anche quello di essere in grado di apprezzare la squadra che ti viene data o addirittura se sei in una posizione in cui puoi costruire la tua squadra ideale. Ma in ogni caso è comunque un lavoro di squadra. E così siamo riusciti a fare grandi cambiamenti. Naturalmente, in stretta collaborazione con il ministero. Quindi è stato un bel viaggio. E l'ho amato fino in fondo.
Ma quello che mi piace sottolineare è anche le altissime competenze che ho conosciuto nel mondo del gaming e di come questa industria, nonostante sia ancora oggi bistrattata, è fatta di persone e di aziende all’avanguardia, e da buoni propositi”.
 

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