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Identità elettronica paneuropea: vita semplificata anche per gli operatori

02 febbraio 2022 - 17:41

La nuova e-Id valida in tutti gli stati membri darebbe più uniformità ai processi di verifica dell'identità dei giocatori, ma ci sarà da attendere almeno fino al 2023.

Scritto da Daniele Duso
Identità elettronica paneuropea: vita semplificata anche per gli operatori

Un metodo standardizzato di verifica dell'identità a livello paneuropeo, come quello proposto nel giugno scorso dalla Commissione europea, semplificherebbe non poco la vita agli operatori di gioco, oltre a dare più sicurezze ai giocatori. Ne parla l'Egba, l'European gambling & betting association, in un lungo articolo pubblicato sul suo sito web, del quale riportiamo i punti essenziali.

La Commissione europea ci sta lavorando, ma serve ancora tempo per allineare tutto ciò che una e-Id andrebbe ovviamente a modificare anche al di fuori dal settore del gioco, come ad esempio le questioni in materia di protezione dei dati. Restando tuttavia al solo ambito del gioco sono davvero molti i motivi per cui sia operatori che giocatori si augurano che la proposta si concretizzi al più presto.

In base alla proposta della Commissione europea, compresa in una serie di obiettivi delineati nella bussola digitale 2030, qualsiasi cittadino europeo, residente e impresa potrà utilizzare l'e-Id ovunque nell'Ue. Per gli operatori di gioco d'azzardo online significherebbe avere a disposizione un nuovo metodo semplificato applicabile alle procedure per il rispetto di molte normative, e contribuirebbe a ridurre i costi amministrativi e di conformità, in particolare per le società che operano in più Stati membri.

Gli operatori di gioco d'azzardo online, ricorda Egba, sono legalmente vincolati da severi requisiti Know-Your-Customer (Kyc). Tra il resto è imposto il rispetto dei limiti di età applicabili, i requisiti legali e i requisiti antiriciclaggio (Aml) in ciascuno Stato membro, nonché il rispetto degli obblighi di supporto mirato per la protezione dei giocatori e la prevenzione dei pericoli da gioco.

Attualmente, infatti, la verifica dell'identità dei giocatori d'azzardo online è un processo piuttosto frammentato negli Stati membri: diciassette Stati membri hanno sviluppato un registro nazionale di autoesclusione,[5][6] ma questi registri non sono interoperabili. Un e-ID a livello dell'UE rafforzerebbe i processi esistenti per impedire ai minori di accedere al gioco d'azzardo online e avrebbe un impatto positivo sulla lotta dell'UE contro le attività criminali e fraudolente. Offrirebbe inoltre alle autorità nazionali del gioco d'azzardo uno strumento standardizzato per identificare i clienti con un alto grado di certezza e supportare la conformità di un operatore nella loro giurisdizione.

C'è da considerare anche che l'identificazione del giocatore è al centro, ad esempio, dell'efficacia di un registro nazionale di autoesclusione del gioco d'azzardo, ma oggi basta cambiare Stato per dover ricominciare tutto da capo. Per questo l'e-Id potrebbe avere un impatto positivo sulla protezione del giocatore. È uno dei motivi per cui la proposta di e-Id valida in tutta l'Unione, con i suoi aspetti pratici e i vantaggi che comporta, ha ottenuto un ampio consenso anche tra i cittadini dell'Ue: un recente sondaggio Eurobarometro finanziato dalla Commissione, riporta sempre Egba, ha rilevato che il 63 percento degli europei desidera un unico Id digitale sicuro per tutti i propri servizi online.

Da ultimo un occhio ai tempi, che come si accennava all'inizio potrebbero non essere brevi. L'idea è quella di rispettare gli obiettivi della bussola digitale 2030, ricorda infine Egba, con la proposta di regolamento sull'identificazione elettronica che sarà adottata sulla base giuridica del mercato interno, in quanto contribuisce alla realizzazione di un mercato unico digitale europeo. Se ne occuperà pertanto la Commissione per l'Industria, Ricerca ed Energia (Itre), con votazione prevista per luglio 2022. Una volta che Parlamento e Consiglio europeo avranno raggiunto una posizione comune (ma ciò non è previsto prima del 2023), la proposta diventerà un regolamento, quindi direttamente applicabile da tutti gli Stati membri.

 

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