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Legge gioco Brasile: secondo il senatore Irajá i voti per l'approvazione ci sono

27 agosto 2024 - 15:16

Il senatore Irajá Silvestre, principale coordinatore del disegno legge sulla legalizzazione dei casinò in Brasile, si dimostra fiducioso sulla sua realizzazione.

Scritto da Redazione
© Marcello Sokal / Pexels

© Marcello Sokal / Pexels

"Sono convinto e fiducioso che avremo abbastanza voti per approvare questo disegno di legge perché è importante per il Brasile. Non è un duello dell'opposizione contro la situazione o della destra contro la sinistra. È un'agenda economica e sociale. Alcuni vogliono confondere la questione come una questione religiosa e sappiamo che non lo è." Parole del senatore Irajá Silvestre (Psd-To), principale coordinatore del disegno di legge per la legalizzazione dei casinò, che in un'intervista pubblicata sulla Tv locale Poder 360 afferma che ci sono già voti sufficienti per approvare la questione nella plenaria del Senato.

Secondo Irajá sarebbero diverse le figure di spicco che avrebbero già dimostrato il loro sostegno all'iniziativa: tra questi il ministro del Turismo, Celso Sabino, e il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, che hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche a favore della legalizzazione del gioco tradizionale. Inoltre, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha già detto che approverà il disegno di legge se i senatori lo approveranno.

Nell’intervista Irajá  prosegue sottolineando come abbiano fatto “un disegno di legge estremamente prudente e conservatore. Quindi la storia dirà se avevamo ragione o torto. E alla fine, se questo passaggio è dannoso per il Paese, potremo vietarlo di nuovo. Ciò che è successo nel mondo è che nessuno dei Paesi che ha legalizzato il gioco se ne è pentito”.

Il disegno di legge in questione era stato già approvato dalla commissione Costituzione, Giustizia e Cittadinanza (Ccj) a giugno, con 14 voti favorevoli e 12 contrari e da allora si è in attesa dell’esame dell’intero Senato.

Il voto sul disegno di legge è previsto per ottobre, dopo le elezioni comunali. La data è stata concordata dai vertici del Senato, i quali ritengono che la questione debba maturare e che il diverso calendario congressuale di agosto e settembre, a causa delle elezioni comunali, impedisca un dibattito più approfondito.

 

 

 

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