La pandemia è finita e il mondo, almeno in apparenza, sembra essere tornato al punto di partenza. Tuttavia tra i problemi che molti settori stanno affrontando c’è quello dell’inflazione, dovuta in parte alla guerra in Ucraina e in parte al clima di incertezza che stiamo vivendo. Anche nel mercato del gaming i cambiamenti strutturali sono stati tanti e la situazione è senza dubbio diversa da quella vissuta prima dell’emergenza sanitaria. Di questi temi parla a Gioco News Jason Frost, presidente dell'European gaming and amusement federation.
Dopo la pandemia, l'industria del gioco in Europa ha raggiunto i livelli del 2019. Cosa è cambiato strutturalmente rispetto a quel periodo?
“A oggi, l'industria europea del gioco ha recuperato i livelli precedenti alla pandemia in termini di affluenza, tuttavia questa buona notizia va presa con cautela a causa del potenziale impatto dell'inflazione sulla spesa discrezionale dei consumatori. Questa ripresa è stata accompagnata da alcuni cambiamenti strutturali che stanno rimodellando il settore. Per citare un esempio, negli ultimi anni, le autorità di regolamentazione europee si sono concentrate maggiormente sulle pratiche di gioco responsabile, riconoscendo l'importanza della salute e del benessere dei giocatori e spingendo per l'implementazione di strumenti come i programmi di autoesclusione, le campagne e regole più severe sulla pubblicità di prodotti relativi al gioco.”
Per quanto riguarda il sistema di pagamenti, c’è stato qualche passo in avanti nel 2023?
“Nell’ultimo periodo abbiamo sostenuto con forza l'introduzione di sistemi di pagamento innovativi nell'industria del gioco tradizionale, sottolineando il fatto che il nostro settore è vincolato dal solo utilizzo di denaro contante a causa delle vincolanti normative presenti a livello nazionale. Tuttavia, le preferenze dei consumatori si stanno spostando sempre di più verso pagamenti cashless, creando incertezza per l’industria. Sono pochi gli Stati membri che consentono l'uso indiretto di pagamenti non in contanti attraverso carte prepagate o sistemi Tito, il che rappresenta un'eccezione piuttosto che la regola, mentre nessuna giurisdizione consente il pagamento diretto sulle macchine da gioco tramite carte. Nel Regno Unito stiamo assistendo a un processo di innovazione, dove in diverse località è in corso la sperimentazione di una modalità di pagamento tramite app. Un'adozione più ampia di questo tipo di misure in Europa richiede un costante dialogo con le autorità di regolamentazione. Euromat si sta occupando di ciò e per questo ha creato una task force sui pagamenti, che cerca di colmare il divario tra il settore del gioco tradizionale e le evoluzioni nel panorama dei pagamenti.”
Sul tema del gioco responsabile, nel 2023 secondo lei ci sono stati progressi?
“Penso che l'industria stia facendo passi avanti enormi per quanto riguarda la responsabilità sociale. Purtroppo, però, questo non è sempre riconosciuto dalle autorità. Abbiamo visto che alcune giurisdizioni, come la Croazia, stanno valutando l'implementazione di interventi pesanti, come le carte del giocatore (player cards), che generano problemi di privacy. Viviamo nell'epoca della Gdpr in cui la buona pratica, in ogni settore, è quella di ridurre al minimo la raccolta dei dati, tuttavia nel gioco la linea guida delle autorità sembra essere l’opposta. Tutto ciò è preoccupante e stiamo spronando gli enti regolatori a riconoscere l'importanza di interventi rispettosi della privacy che bilancino il gioco responsabile con la tutela degli utenti.”
Quali saranno le sfide, gli scogli da superare e soprattutto gli obiettivi del 2024?
“L'economia europea continua a essere precaria. Stiamo affrontando una serie di sfide, tra cui l'inflazione, interruzioni della supply chain e un aumento delle spese fisse, in particolare in settori come quello dell'elettricità. L'impatto dell'invasione russa in Ucraina, che inizialmente ha contribuito in modo significativo all'aumento dei prezzi in tutta Europa, è stranamente assente dai recenti aggiornamenti giornalistici, il che è particolarmente sorprendente se si considerano le ampie ripercussioni che il conflitto ha avuto su vari settori economici. Occorre tenere presente che fattori economici più ampi potrebbero avere un impatto negativo sulla spesa dei consumatori, compresa quella per le attività di gioco. Inoltre, è probabile che le prossime elezioni europee siano un trionfo per i partiti populisti; l’estremismo in politica porta sempre a maggiore incertezza, che è negativa per qualsiasi settore economico.”