L'utilizzo delle criptovalute nel settore del gioco d'azzardo legalizzato non è ancora possibile. Nonostante si senta spesso parlare di “crypto gaming” (e il web è pieno di offerta di questo tipo) in realtà, in gran parte dei paesi in cui esiste un'offerta di gioco legale, quindi autorizzata dallo Stato, non è ancora prevista questa modalità di pagamento. La ragione è quanto mai evidente, trattandosi di un settore – quello delle criptovalute – in preda alla quasi totale deregulation, o comunque non supportato da garanzie sufficienti tali da poter garantire la sicurezza dei consumatori. Vale a livello generale, negli investimenti, figuriamoci dal punto di vista delle transizioni si gioco, dove il giocatore deve essere garantito al 100 per cento, sotto tutti i profili.
Per questa ragione, nonostante il boom delle crypto, appare prematuro anche soltanto pensare a una regolamentazione del loro impiegno nel gioco d'azzardo di Stato. Anche se, forse, sarebbe doveroso e senz'altro opportuno iniziare a ragionarci su. Proprio come sta facendo la Northern Territory Racing Commission (Ntrc), ente regolatore del comparto giochi in una parte dell'Australia, che secondo da quanto emerge da varie indiscrezioni starebbe valutando con le società di gioco d'azzardo e i titolari di licenza l'ipotesi di consentire le criptovalute: il che significa che le scommesse in crypto potrebbero diventare una componente dell'industria del gioco regolamentata. Anzi, a dire il vero, l'Authority ha lanciato una vera e propria consultazione pubblica, sia pure di crattere meramente esplorativo, in virtù della quale le parti interessate hanno tempo fino al 29 settembre per fornire all'autorità di regolamentazione il loro feedback sulla materia.
Secondo quanto indicato dal regolatore, la proposta "consentirà di piazzare scommesse in criptovalute senza che sia richiesto uno scambio fiat", secondo quanto afferma Forbes India. In Australia, il gioco d'azzardo è per lo più regolamentato a livello statale. L'Ntrc è responsabile di tutte le società di gioco d'azzardo e scommesse autorizzate nel Territorio del Nord dell'Australia, dove operano grandi brand come Betfair, Entain e DraftKings. In un contesto, come quello del continente, in cui la regolamentazione del gaming è piuttosto rigida e rigorosa.
Secondo Cointelegraph, il principio della legge sul gioco d'azzardo australiana e ciò che il documento delinea è che un licenziatario che vuole accettare criptovalute per pagare commissioni "dovrebbe richiedere il consenso per essere in grado di farlo”, con “determinate condizioni” ad esso collegate.
Sebbene non sia ancora chiaro se le criptovalute alla fine entreranno nello spazio del gioco d'azzardo di Stato, la mossa offre agli operatori l'opportunità di intervenire, consentendo loro ulteriormente di fornire feedback su misure aggiuntive. Sarà quindi un primo, vero banco di prova per il regolatore per fare chiarezza sul mondo della valute virtuali, che potrebbe portare benefici non soltanto sul territorio. Magari ispirando anche azioni di altri regolatori.
Molto probabilmente gli scommettitori dovrebbero piazzare scommesse tradizionali o tramite cripto separatamente su un'unica piattaforma, poiché è probabile che i due strumenti finanziari non siano intercambiabili tra loro per il gioco d'azzardo, secondo quanto riferisce Cointelegraph. Ma nonostante la prospettiva di consentire la crittografia è difficile da quantificare in questa fase, dato il crescente interesse per la valuta, potrebbe essere "un'alternativa molto popolare" alla fiat.
Va però osservato che l'eventuale implementazione delle criptovalute per il gioco d'azzardo implicherebbe innanzitutto l'eliminazione di una serie di ostacoli normativi, come i severi requisiti di identificazione per essere in linea con le normative antiriciclaggio. I giocatori d'azzardo avrebbero probabilmente bisogno di verificare gli indirizzi del loro portafoglio crittografico, con la vincita da ritirare sullo stesso portafoglio che ha effettuato il deposito iniziale.
I rapporti indicano che Ntrc ha anche raccomandato limiti mensili di deposito di criptovalute di 2.000 dollari australiani (circa 1200 euro) per i primi 12 mesi. Ritenendo che altri regolatori statali del gioco d'azzardo seguirebbero probabilmente l'Ntrc se questa iniziativa nel Territorio del Nord avesse successo, secondo quanto aggiunge Forbes India.
Il documento di consultazione dell'Ntrc offre quindi il primo segnale da parte di un regolatore del gioco d'azzardo di apertura nel considerare l'uso della criptovaluta per il gioco d'azzardo. Ad oggi, gli australiani che desiderano utilizzare le criptovalute nel gioco d'azzardo devono farlo tramite operatori offshore illegali. Come avviene nel resto del mondo: Italia compresa.