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Enada primavera 2024, Peano (Egla): 'Decreto dignità scelta di pancia che ha causato effetto domino'

13 marzo 2024 - 16:43

Secondo Valerie Peano, avvocato, membro della European gambling Lawyers and advisors, il decreto dignità non può essere cancellato, ma va comunque superato.

Scritto da Cesare Antonini
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"Anche all'estero pare ci sia un riverbero del decreto dignità, sia in Europa che addirittura in Premier League".

A dirlo è Valerie Peanu, avvocato, membro dell'Egla, la European gambling Lawyers and advisors intervenuta oggi al panel “L’impatto del betting sul futuro dell’industria dello sport” tenutosi oggi, 13 marzo, alla fiera Enada primavera 2024 in corso a Rimini fino a domani.

"Da come è stato impostato il decreto dignità", commenta Peano, "si capisce perché ha avuto e può ancora avere un effetto domino. Questo decreto è stato talmente forte che ha scatenato una segnalazione dell’Agcom al Governo. Si tratta di un decreto emanato senza nessuna base statistica, e in assenza di indagini sull’aumento della ludopatia o di altri rischi. Una scelta di pancia che ha causato un effetto domino. Ora gli Stati con restrizioni sono quasi tutti gli Stati membri, ben 17, tra i quali Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Spagna, Malta e altri ancora."

"Dovremmo spingere per avviare una modifica non solo per fini commerciali ma anche per sostenere progetti educativi e sportivi. Questo servirebbe a mantenere un presidio di legalità contro le manipolazioni di eventi sportivi. Certo, il decreto dignità non può essere cancellato, ma va superato." 

Sulle linee guida Agcom cosa indicare alla politica? Secondo Peano "l’Agenzia ha avuto coraggio che il Governo non ha avuto, cioè è riuscita dire cosa si poteva e cosa non si poteva fare con il decreto dignità. Agcom ha riconosciuto l’infotainment per comunicare i brand legali e l’attività di comparazione, purché non vi fosse promozione diretta di gioco." 

Definisce coraggiose le scelte di Agcom e aggiunge un commento sul decreto di riordino che "nella bozza parla anche di comunicazione di brand associata ad iniziative di gioco responsabile, vi è una timida apertura ma per arrivare al superamento del divieto totale c’è ancora da lavorare." 

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