“Oggi ci incontriamo in Lombardia, un ottimo specchio dell’evoluzione dei consumi del gioco e parliamo dei dati delle concessioni pubbliche. Tuttavia c’è anche l’universo del gioco abusivo che ha stime inquietanti che dobbiamo aggiungere ai dati di cui parliamo. La trasformazione del gioco in Italia e Lombardia negli ultimi anni è evidente: nella regione c’è stato un aumento complessivo della spesa, che dal 2019 al 2024 è salita del 10 percento e oggi supera 3,8 miliardi di euro ma è cambiata nel tempo. C’è stato un aumento del 164 percento del gioco online che oggi vale 7,6 miliardi di puntate, mentre il fisico, che ancora è leggermente maggiore, è sceso sensibilmente in termini di somme spese”.
È quanto afferma Emmanuele Cangianelli, presidente di Egp-Fipe, consigliere delegato Fipe ai giochi pubblici all’inizio del suo intervento durante l’incontro “Confronto aperto – Il futuro del gioco legale con regole condivise”, organizzato dall'associazione oggi, 25 giugno, a Milano.
Cangianelli evidenzia infatti che le relazioni sono molto particolari: “Il gioco è sceso in termini di spesa nei punti vendita, esattamente di 453 milioni se confrontiamo l’ultimo anno e quello prima del Covid. Paradossalmente nell’online la spesa è aumentata di 534 milioni. Nei punti vendita con apparecchi c’è stata una diminuzione con una discesa di 2800 punti negli ultimi cinque anni, si è invece diffusa a supporto del gioco online la rete dei punti vendita ricariche che vendono servizi e contratti per attivare un conto di gioco”.
Il presidente di Egp-Fipe aggiunge che in Lombardia ci sono 3000 punti stimati e sottolinea che l’online non ha “sistemi di controllo come quello dei punti in concessione. Il gioco è infatti cambiato per diversi motivi, di base c'è una digitalizzazione del consumo ma ci sono anche regole diverse come i limiti posti solo ad alcune attività. I distanziometri si applicano solo all’offerta degli apparecchi di gioco mentre l’online, soprattutto nelle modalità di distribuzione ibrida ha visto una più facile diffusione”.
Cangianelli evidenzia a questo punto che con i colleghi di Egp è stato "riassunto in un Manifesto (intitolato “Regole, Salute, Territori”, Ndr) ciò che può essere utile al miglioramento del settore. Innanzitutto vogliamo che gli esercizi siano certificati; la situazione degli ultimi mesi rispetto al sistema di ricarica del gioco online è lontana dall’impostazione di un sistema ben temperato”.
Inoltre “vorremmo che si superasse il sistema delle distanze a favore di una distribuzione equilibrata dei prodotti di gioco sul territorio che abbiamo un ruolo di contrasto all’illegalità. Nelle regole vanno considerate anche le limitazioni orarie. Su quelle legate agli orari notturni siamo d’accordo perché il compulsivo può raggiungere i suoi picchi in quelle ore".
Fondamentale secondo Cangianelli è anche “la formazione degli operatori certificati con le stesse regole in tutto il territorio, affinché ci sia un ruolo più chiaro degli operatori nelle sale specializzate. Su questo ci sono esperienze nel territorio di rapporto con la sanità pubblica con il terzo settore per aumentare il livello di comunicazione per i giocatori compulsivi. Servono più soluzioni digitali e penso ai filtri di accesso ai punti vendita; nel gioco online per esempio è attivo un sistema di auto esclusione che si bassa sui codici fiscali, e le nostre imprese sono disposte a sostenere il cambio di legislazione anche inerente all’accesso ai punti vendita. Questo è un investimento nella gestione del rischio perché con questo tipo di controlli automatizzati si abbatte del tutto il rischio dell’accesso dei minori in sala che è un consumo che non interessa e non deve interessare chi fa impresa in modo responsabile. Sempre nel campo dell’evoluzione digitale si deve poter incentivare il pagamento con strumenti elettronici perché in questo modo si possono sostenere anche politiche di responsabilizzazione in termini di auto misurazione che sfruttano positivamente l’evoluzione digitale a favore del consumo consapevole.”
Alcune considerazioni sulla fiscalità: “Questo settore ha un gettito importante e il 90 percento viene dai punti vendita e certamente il legislatore dovrebbe pensare a delle rimodulazioni delle forme di tassazione dei vari giochi perché questo favorirebbe una maggiore attrattività del gioco legale. Siamo convinti che il gettito debba essere anche condiviso e compartecipato dai territori vincolandolo alla lotta al gioco patologico e ai temi della salute e coesione sociale. Oggi rilanciamo il dibattito su questi temi in modo aperto alla luce del Sole per essere coerenti con quello che unisce i nostri associati, attenzione ad attività di impresa ma anche alla responsabilità sociale”.
In un secondo giro di interventi Cangianelli, riflettendo sul lavoro intrapreso dall’attuale Governo in tema di riordino del gioco, aggiunge: “Saremmo stati contenti che fosse stato fatto unilateralmente, ma visto che non è stato fatto la modalità che stiamo cercando di suggerire è quella del confronto, con la buona volontà degli attori in campo”.
Inoltre “le distanze non funzionano in senso deterrente su determinati soggetti così come il report della Regione Emilia Romagna indica che il 70 percento dei soggetti in cura ha giocato su prodotti differenti dagli apparecchi, quindi lo spunto è che le regole di prevenzione e intervento sui soggetti patologici devono valere per tutta l’offerta”.
Cangianelli sottolinea anche quanto sia fondamentale che “le regole siano chiare. Ora ci sono anche delle possibilità tecnologiche che prima non c’erano, un elemento di sfida su cui tutti gli attori hanno interesse”. Sul tema dell’illegalità invece aggiunge: "Oggi il gioco illecito c’è ancora ma le imprese sul territorio hanno bisogno di essere riconoscibili e distinguibili e scegliere gli investimenti da fare. Il manifesto rappresenta una possibilità per discutere ma l’ultima parola appartiene ai legislatori che hanno un compito non facile. Il nostro ruolo è portare il maggior numero possibile di contributi”.
C’è tempo anche per un’analisi finale sul tema del contante: “Anche nel gioco online la gran parte del gioco è in contante e il rischio è voler passare normativamente e non culturalmente alla moneta elettronica lasciando spazio al sottobosco. Questo è fenomeno culturale e se in alcuni prodotti di gioco non è consentito l’uso della moneta elettronica è un limite. La tracciabilità è un obiettivo ma deve essere un percorso culturale e non solo normativo”.
UNA LUNGA SERIE DI INCONTRI - L'evento organizzato oggi da Egp Fipe è solo il primo di una serie di incontri in tutta Italia, con l'obiettivo di coinvolgere attivamente istituzioni, imprese e realtà del Terzo settore nell’elaborazione di una piattaforma di provvedimenti che possano migliorare e rendere sempre più sicuro e affidabile il settore dei giochi pubblici.