Roma - “Il decreto Dignità ha previsto un total ban di tutte le forme di pubblicità in ambito giochi, da lì la successiva delibera Agcom 132 / 2019 ha dettato le linee guida di interpretazione e applicazione del decreto stesso, il Dl 41/2024 che come primo atto del riordino del gioco online che il Governo ha delegato al legislatore ha previsto alcune forme di comunicazione obbligate fa parte dei concessionari relativamente al gioco responsabile che è un loro obbligo previsto dalle concessioni che verranno rilasciate”.
È Stefano Sbordoni a tracciare il quadro di riferimento della pubblicità del gioco in apertura della tavola rotonda "Oltre il divieto: la ricerca di una regolamentazione sostenibile sull'Adv", tenutasi il 9 aprile a Roma nell'ambito dell'Italian Gaming Expo & Conference, con la moderazione di Massimo Caputi , giornalista, conduttore tv, speaker radiofonico.
Davide Gallino, dirigente Ufficio disciplina, vigilanza e sanzioni - Direzione Servizi media dell'Agcom - Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, innanzitutto chiarisce che “il Consiglio doveva discutere la bozza di provvedimento, da sottoporre a consultazione, per l'aggiornamento delle linee guida sul divieto di pubblicità, che è slittato di una quindicina di giorni. Il lavoro è stato fatto e contribuirà a chiarire alcuni punti oggi di difficile interpretazione. Se viene approvato dal Consiglio, e speriamo che lo sarà, verrà messo in consultazione per 30 giorni per permettere al mercato di esprimersi”.
Gallino sottolinea la necessità di dare “chiarezza” al mercato del gioco e di rafforzare il contrasto al gioco illegale in collaborazione con l'Agenzia: "la comunicazione deve favorire chi legalmente opera in Italia, tenendo lontana la pratica di gioco che porta verso siti illeciti. Un tema che ci pare importante è la messaggistica da inviare a chi già gioca, a chi ha già un conto di gioco, e a maggiore ai giocatori deboli”.
Giuliano Guinci, public affairs, sustainability & retail operations director di Eurobet, fornisce la posizione dell'operatore: “Noi siamo in Italia fin dall'inizio del settore e abbiamo vissute le sue varie fasi. Partirei da due parole: responsabilità e sostenibilità, penso che il comparto stia facendo grandi passi, la riforma ha posto le basi per dare concretezza a questi due concetti e va completata. Oggi siamo in grado di introdurre sistemi evoluti per garantire pratica del gioco sicura, ma che lasci spazi al divertimento. Oggi il mercato è pronto per fare questo salto, ed è il primo elemento per garantirgli stabilità. E indispensabile che tutto ciò possa essere comunicato, va trovato il modo corretto per dire quello che le aziende fanno e mettono a disposizione dei clienti”.
Stefano Tino, managing director di Betsson group Italy, parte da un presupposto: “Come azienda non siamo favorevole a rimozione del ban, le regole servono e il settore finora ha dimostrato – lo dico a titolo personale – di non avere la capacità di autoregolarsi. Penso che si debba accettare che questo mercato esiste, non va demonizzato, il giocatore deve poter scegliere. Ma comunicare essenzialmente il brand vuol dire informare dell'esistenza di un'azienda che lo fa in un modo legale e correttamente, dare la possibilità democratica all'utente finale di scegliere la legalità e un marchio che opera in legalità. Per quanto concerne le comunicazioni di gioco responsabile, vista come obbligo, credo che siano un'opportunità per il concessionario e per l'intera industry, per scegliere il gioco legale. Ma c'è la necessità delle linee guida dell'Agcom”.
Marina Lanfranconi del Comitato scientifico della Fondazione Fair: “Il riordino pone una bella opportunità e una bella sfida, che la Fondazione Fair sta già perseguendo: comunicare e promuovere il gioco responsabile. Una sfida interessante perché reintroduce la pubblicità nel settore del gioco con vincita in denaro. Il passaggio in più consente ai concessionari di potersi identificare con una pubblicità dal contenuto funzionale, che dovrebbe consentire alle aziende di utilizzare la quota che il Dl 41/2024 indica come obbligatoria anche per acquisire o continuare ad acquisire fiducia dei consumatori e non consumatori senza sfociare in una pubblicità del gioco con una call to action. Ben vengano le linee guida dell'Agcom e credo che lo Iap possa avere un ruolo importante, per valutare caso per caso e permettere agli operatori di evitare le sanzioni”.
Dal dibattito poi emerge anche la necessità di una regolamentazione europea sulla pubblicità del gioco, come dimostrato anche dalla pronuncia recente della Corte di giustizia europea, sulla necessità di valutare se il divieto di pubblicità al gioco si possa qualificare come “regola tecnica” e quindi debba essere soggetta, in quanto tale, al consueto iter alla Commissione europea.
Vincenzo Guggino, segretario generale dello Iap - Istituto autodisciplina pubblicitaria, afferma: “Adesso c'è un'opportunità di comunicazione che io vedo come delicata e difficile seguendo i dettami della legge, a mio avviso è positivo che Agcom avrà la competenza per gestire l'applicazione di questa legge emanando le linee guide, un viatico utile per comprendere il perimetro di approvazione delle norme. Le aziende devono capire che è un'opportunità che si apre ma non devono abusarne, altrimenti siano noi che Agcom dovremo intervenire. Lo Iap dà anche parere preventivi prima che la pubblicità venga diffusa, quindi possiamo aiutare le aziende a valutarne l'opportunità caso per caso”.
Luca Turchi, direttore Ufficio Controlli dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, evidenzia: "È chiaro che alcune linee bisogna tenerle ben a mente, la cosa importante su cui noi dovremo batterci è la chiarezza, il Dl 41/2024 riporta norme fondamentali per chi vuole fare comunicazione nel settore, che non è un settore come gli altri, e al cui interno ci sono criticità date in primis dalla tutela di chi gioca, non solo giuridica e amministrativa, ma soprattutto dal punto di vista della salute. Nei principi della legge delega ci sono tanti principi, e, in questa fase, ci auguriamo che possano essere diramate presto le linee guida. Sarà fondamentale la capacità dell'operatore economico di darsi delle linee precise di autoregolamentazione. Come Adm chiediamo chiarezza nelle linee guida e ci aspettiamo dai concessionari una piena condivisione del messaggio che va inviato al consumatore, che va portato verso la legalità, visto che ancora adesso a volte non c'è chiarezza su cosa è lecito e cosa non lo è.”