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Ige 2025: l’impatto dell’innovazione a livello tech e sul valore umano

09 aprile 2025 - 12:44

All’Italian Gaming Expo and Conference di Roma 2025, nella pallalel section 2 del Salone delle Fontane hanno parlato Rinaldi, Colucci e Perrone con la moderazione di Stefano Saladino, di innovazione e impatto sul valore umano.

Scritto da Ca
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Primo appuntamento nella sala hi tech dell’Italian Gaming Expo and Conference. Primo tema molto importante perché parla dell’impatto dell’innovation e della tecnologia soprattutto rispetto al valore umano. A introdurre i lavori e moderare è stato Stefano Saladino, Co-Autore del Libro "Il mio Impact Job" edito Franco Angeli / Marketing_Innovation Advisor.

Il primo speech è stato quello di Fabrizio Rinaldi, Digital Transformation Advisor: “Quello che manca in un’azienda è come integrare la tecnologia nella stessa. Partiamo da un esempio Ghost in the Shell in cui due AI dialogano e spiegano quello che voglio dire. Cioè l’uomo si è evoluto in maniera biologica ma l’aspetto antropologico è totalmente differente. Io mi sono occupato di innovazioni in ambiti assai diversificati lavorando con agenzie e brand multinazionali dove, però, non costruivo lo sviluppo dall’interno mentre con Versace e Armani siamo riusciti a lavorare dall’interno. Come si interagisce dai social con il consumatore. Nell’azienda entravo come marketing ma capivo a livello trasversale come funzionava. Ci sono tante richieste e innovazioni e qualcuno deve risolverle. C’è spesso un imbuto e c’è un tema di incapacità nel risolvere le situazioni IT. I budget sono importanti ma non è possibile fare innovazione, si fa trasformazione.

La difficoltà è coinvolgere tante persone in più aree. Le aree principali sono processi, tecnologia e cultura. C’è anche paura del cambiamento all’interno delle aziende e gestire nuovi processi può bloccare le persone e ingolfare il processo lavorativo. La tecnologia, quindi, può avere grosse ripercussioni a livello di cultura e processi. Progetti ad alto impatto economico ma che hanno un grosso “costo” nel cambiamento del management e del suo approccio.

I processi sono incrementali ma i tempi di innovazione e di implementazione della stessa si stanno accorciando notevolmente.

Nell’evoluzione del mondo l’uomo è comparso alle 10:30 del 31 dicembre di un anno simbolico e quindi abbiamo avuto un grandissimo impatto in pochissimo tempo. Abbiamo modificato l’ambiente circostante in maniera fortissima in pochissimo tempo. Tutto questo grazie alla tecnologia. Dall’agricoltura siamo passati da cacciatori e raccoglitori a sedentari sviluppando il cervello e tante tecnologie fino ad arrivare all’AI. Evoluzione biologica, hardware e quindi software. L’obiettivo cui siamo arrivati è non per guadagnare di più ma per avere più tempo libero e per la famiglia.

Maggiore efficienza, quindi, non è solo quantitativa ma soprattutto qualitativa. L’AI aumenta l’efficienza produttiva ma, come detto, soprattutto qualitativa. Non voglio dire che l’intelligenza artificiale non ruberà il lavoro perché a qualcuno accadrà ma abbiamo una risorsa infinita ma anche pericolosa e lo scopriremo solo provando come successo con l’energia nucleare, non vorrei spaventarvi ma è così”.

Dal punto di vista dell’impatto, è intervenuta Maria Vittoria Colucci, Human-Centered Innovation Advisor. “Partiamo da una citazione di Otto Shanner, ‘creiamo collettivamente risultati che nessuno vorrebbe’. Quando si sgretolano dei muri, c’è l’opportunità di costruirne altri, nuovi muri, nuove regole. L’innovazione ha una serie di impatti su tanti holders, sia quelli presenti che quelli futuri. Pensiamo ai divari sociali, economici ed ecologici e questi possono essere risolti solo mettendo in rete una serie di attori iper connessi. Spesso non si riesce a misurare e a raggiungere gli obiettivi di innovazione perché si è presi dall’ordinario job. Tanti manager sono insoddisfatti e questo perché vi sono tante barriere; uno studio ne cita ben 15. Sono tante e portano spesso al fallimento dell’innovation, come accaduto a Google e Apple, che hanno visto non andare in porto tantissimi processi di cambiamento.

C’è ancora un ruolo attivo delle persone nei processi di innovazione? Serve un terreno adatto, una cultura organizzativa. Chi decide? Come si prendono le decisioni? Questo è importante. L’inventore delle macchine Kodak, nessuno l’ascoltava, sappiamo com’è andata! Il problema della gestione è sempre il potere; il board accentra e non vuole che le decisioni siano dei gruppi deputati a fare innovation, il potere deve passare dai vertici. Inoltre, l’innovazione avviene nelle intersezioni, è lì che può avvenire la scintilla dell’innovazione. Tuttavia, dall’invenzione e dalla scoperta serve generare le idee e poi prototipare e fare test. Non basta l’idea geniale senza tutti i processi successivi. Ad esempio, l’AI non la utilizziamo per sostituire le persone, ma per dare un supporto alla connessione che fanno le persone; questo deve essere l’approccio. Più integrazione che sostituzione. Nel gioco si riesce a personalizzare l’esperienza di gioco ma anche produrre alert per attutire effetti distorsivi del gaming. Insieme, l’essere umano e l’AI possono fare una cosa: evitare le cose ripetitive grazie all’intelligenza artificiale per dedicarsi maggiormente alla creatività. È un co-pilota e non un pilota; l’essere umano sarà il direttore d’orchestra di nuove potenzialità e processi gestiti dall’AI. Il futuro è tech ma il valore è umano grazie alla volontà che balza al primo piano per noi”.

Fabrizio Perrone, Founder at Fan Media, Buzzoole e 2WATCH: “Da un’azienda di gaming ci siamo tramutati in una società di creazione di contenuti, trasformando 2Watch in una media company. Creiamo spot ma anche community e social brand che possono crescere molto grazie alle nuove tecnologie. L’utilizzo di tecnologie nuove come l’AI non è più evitabile, altrimenti si fa la fine dei dinosauri. Se c’è una cultura orientata all’innovazione? Sì, tutti hanno l’obbligo di cimentarsi. Abbiamo persone che, senza grosse preparazioni di analisi dati e altro, occupano posizioni importanti che non avrebbero potuto occupare. Con le nuove tecnologie serve anche molta curiosità per crescere e poter sviluppare innovazione nel settore di riferimento”.

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