Roma - "La reputazione come driver di business: strategie e strumenti di reputation marketing" è uno tra i temi trattati nella giornata inaugurale, oggi 9 aprile nel Salone delle Fontane a Roma, dell'Italian Gaming Expo & Conference.
E anche il titolo della tavola rotonda moderata da Stefano Saladino, co-autore del libro "Il mio Impact Job" edito da Franco Angeli, nonchè marketing innovation advisor.
Joe Casini, economista e autore, illustra la teoria della complessità, evidenziando che "oggi siamo immersi in un mondo complesso, termine diverso da complicato. L'azienda è un sistema complesso. Altro concetto chiave è quello della soglia di attivazione".
Parlando di costruzione della reputazione, Casini sottolinea che l'importanza dell'interazione e la forza dei legami deboli, ossia quei legami che servono a collegare parti della rete che altrimenti sarebbero scollegate. "Tendiamo a privilegiare gli stakeholder maggiori, ma c'è una ricchezza enorme in quelli minori. Quando parliamo di reputazione parliamo di un fenomeno di rete. Un'azienda non ha degli stakeholder bensì è i propri stakeholder. Il dialogo con gli stakeholder plasma nell'essenza le aziende. Nel parlare di stakeholder si parla anche di driver attraverso i quali avviene la comunicazione".
Simone D'Andria, direttore di produzione di Zwan, racconta la sua azienda e il modo in cui opera, e sottolinea: "Prima di proporre a un cliente un sistema di costruzione della reputazione lo testiamo su di noi".
Gianluca Bilancioni, Cfo e Hr director di Teleperformance Italia, racconta:; "Siamo la più grande azienda italiana nel settore dei contact center, quindi con problemi reputazionali, e venivamo da un periodo di perdite aziendali. Da quando chiudiamo i bilanci in positivi abbiamo deciso di iniziare a comunicare che siamo un'assistenza ai clienti sofisticata e spinta verso l'intelligenza artificiale. Per farlo di siamo rivolti a Zwan, e questo ci è servito a ridisegnare la nostra strategia comunicazionale. In quattro anni siamo completamente differenti. Altro impatto è stato anche sulla nostra realtà interna, sui nostri 2.500 dipendenti che si sono accorti che stavamo cambiando, fino a diventare, nella valutazione dei nostri dipendenti, il miglior posto sopra ai 1.000 dipendenti dove lavorare".
Il presidente onorario Ulis Ludovico Calvi , è chiamato a fare una similitudine tra i contact center e il gaming: "La challenge più grande nel gioco pubblico negli ultimi 25 anni è stata di comunicare al mercato che esiste un'azienda del gaming legale e che tutela i giocatore. C'era l'esigenza di cambiare il percepito. Certo, ci sono stati una serie di ostacoli come quello rappresentato dal decreto Dignità, durante il Covid. Non potevamo fare pubblicità neanche sul gioco responsabile. Il mio feedback è di continuare a insistere sulla percezione.
Maurizio Ribotti, founder B-f-t-m, sottolinea in riferimento ai grandi marchi: "C'è un valore di percezione fortissimo. Oggi viviamo in un'epoca di percezione. Le aziende oggi hanno molti rischi in più, tutto concorre alla costruzione della percezione della reputazione e della percezione. Spesso si dice che il gaming è il nuovo fashion, vista l'età di chi vi si avvicina, che i mercati non sono ancora saturi e ci sono sacche di potenzialità ampie".