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Paper Esg, Saracchi (Adm): 'Grandi imprese come Igt devono aiutare le piccole imprese'

11 ottobre 2023 - 11:26

Intervenendo alla presentazione del paper Esg il direttore della Digital Transformation di Adm sottolinea il ruolo del regolatore, che è slegato dalla ricerca del consenso sociale.

Scritto da Dd
Stefano Saracchi - Adm - Paper Esg.png

"Il regolatore non dovrebbe cercare il consenso sociale ma la condivisione logica delle scelte. Se il ragionamento logico delle scelte è condivisibile sotto il profilo delle connesse deduzioni tecniche allora otterrà anche una condivisione sociale.".

Lo dice Stefano Saracchi, direttore centrale per l'Organizzazione e la digital transformation dell'Agenzia dogane e monopoli, nel suo intervento durante la presentazione del paper "Esg - Valore condiviso", pubblicato dal quotidiano Start Magazine nell'ambito del focus editoriale sui temi della sostenibilità, tenutasi oggi, mercoledì 11 ottobre

Parlando dell'impatto di questa nuova cultura aziendale legata appunto alle tematiche ambientali e sociali sugli enti di regolazione il dirigente Adm aggiunge che "come ente di regolazione dobbiamo predisporre, per l'impresa, un ragionamento che sia oggettivo, mentre l'approvazione sociale, importansissima per le aziende, è un ragionamento soggettivo. Il regolatore dunque deve predisporre interventi a sostegno delle imprese che siano, dal punto di vista pratico, in condivisione". 

"Rispetto agli anni 2000 quando operava attraverso una vigilanza, il regolatore deve oggi operare con una vigilanza collaborativa, nel rispetto delle norme, anche nel senso di aiutare a comprendere quelle norme che possono favorire uno sviluppo sostenibile".

"La presenza di tantissime norme ha sicuramente un impatto notevole su una piccola azienda, per questo la digitalizzazione è uno dei sistemi che permette alle imprese uno sviluppo sostenibile, anche rispetto a quelle che sono le esigenze dell’azienda stessa, ossia lo sviluppare un contesto sostenibile; perché nessuno vuole un’impresa che cessa la propria attività dopo pochi mesi.

"Apprezzo gli interventi che mi hanno preceduto, che hanno evidenziato la capacità di mettere a sistema una esigenza ambientale, sociale, ma soprattutto di governo del territorio". Ed in questo senso Saracchi sottolinea che "dovremmo tendere a uno sviluppo imprenditoriale che sia quanto più vicino al cittadino".

"Spesso non riesco a comprendere fino in fondo", sottolinea ancora il dirigente Adm, "se sia lo sviluppo che segue l’investimento o il contrario. La tecnologia ci può sicuramente venire in aiuto".

"Questo paper fa emergere un qualcosa che è spesso sottovalutato, ossia che lo sviluppo infrastrutturale e tecnologico passa attraverso la grande risorsa che è la trasmissione dei dati. I dati sono tutto, non in termini di potere, ma anche in termine di privacy. Come già detto prima i dati sono il vero petrolio.
Coniugare la cybersicurezza, l'infrastruttura, e tutelare le piccole e medie imprese dall’aggressività di chi è interessato a mettere le mani su questi dati è importante".

"Non abbiamo ancora capito che ci sono due questioni tecnologiche: un conto è prendere un processo di lavoro e tradurlo in digitale, un altro conto è fare innovazione, ossia farlo con un processo di lavoro che ancora non esiste. In questo un'azienda importante come Igt ha una capacità, grazie a forti risorse mentale e anche economiche su queste tematiche, che non può essere la stessa di piccole imprese".

"Parliamo di dati personali, senza magari renderci conto che ogni momento della nostra vita è un dato personale".

E conclude aggiungendo: "A mio parere personale le grandi imprese come Igt devono aiutare le piccole imprese. Visto che c’è un richiamo al sistema del Lotto, Igt è l’esempio virtuoso di questo sistema, in quanto rappresenta, come concessionario, un gruppo di 24mila piccole imprese che hanno bisogno di sostegno e di questa condivisione logica di cui parlavo in precedenza".

Come step per il prossimo futuro Saracchi vede dunque "la capacità dell'ente di regolazione di vedere i concessionari e gli imprenditori non come una controparte, ma come parte di un processo comune che va verso lo sviluppo sociale ed economico di un territorio. La capacità quindi dell'ente di regolazione di immaginare dei percorsi di condivisione con tutti".

Secondo Saracchi questa nuova consapevolezza del regolatore di dover accompagnare nei processi fisiologici delle imprese, può essere uno dei modi migliori per ridurre quella che è la parte patologica dal rapporto tra imprese e regolatore pur tenendo conto che "la macchinosità degli enti territoriali nello sviluppare quello che è un pensiero logico di largo spessore è dovuta alla grande quantità di lavoro che è richiesto agli uffici".

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