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Riordino gioco legale, politica e associazioni a confronto a Roma

11 febbraio 2025 - 11:13

Il convegno 'Gioco legale: serve una riforma', alla Camera dei deputati, evidenzia la necessità di concretezza e del confronto fra tutte le parti in causa.

Scritto da Cc
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Roma - “Questa è un’iniziativa in cui l’intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco, insieme alla Fondazione Buozzi, solleva la necessità di un confronto per realizzare la riforma del gioco, ed è l'occasione per riflettere con i rappresentanti delle istituzioni e i portatori di interesse su questo tema."

Così Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, in apertura del convegno "Gioco legale: serve una riforma", in agenda martedì 11 febbraio alla Camera dei deputati.

Benvenuto quindi evidenzia: "Fondamentale è arginare il fenomeno della ludopatia. L’obiettivo pertanto è realizzare un confronto che metta in grado di chiamare in gioco le forze intermedie affinché partecipino questo colloquio. Tutto questo tenendo conto che la delega legislativa del marzo 2024 è una delega che prevedeva un rinnovamento. Ora restano solo sei mesi e non ci sembra giusto che si vada ad affrontare questo problema con il prolungamento dei tempi. C’è la necessità di ricominciare un dialogo senza ritenere che ci siano posizioni antagoniste.

Nei dati indicati sul settore ricordo che ci sono 9711 aziende, 100mila lavoratori e in gran parte sono piccole e medie ed esiste una difficoltà a intervenire tra Stato e Regioni. Dobbiamo renderci conto che attraversiamo una fase nuova con un cambiamento radicale del futuro del nostro Paese. Non dobbiamo perdere l’occasione dunque di affrontare i problemi, oggi abbiamo una situazione di cambiamento con tante variabili come l’intelligenza artificiale ma anche la guerra. Bisogna essere  protagonisti e non bisogna rinviare ma fare le riforme, e dalla comunicazione bisogna passare ai fatti." 

Giancarlo Iodice, della Fondazione Bruno Buozzi, aggiunge: "“Gli interessi sono vari e la politica fissa delle priorità anche se queste ultime non sono spesso uniformi. Ma noi pensiamo che possano esserlo. Secondo una scuola di pensiero che condivido l’offerta di gioco andrebbe organizzata con strategie di prevenzione del gioco patologico. Cito dei dati che si riferiscono a un’interrogazione del gennaio 2024 in cui è emerso che la raccolta del 2023 era di 90 miliardi e la spesa di 12 miliardi. Nella risposta il numero dei giocatori, riferito dall'Istituto superiore di sanità, è stato fissato in 18 milioni, e la perdita giornaliera in 3 euro al giorno. La suddivisione di questa perdita giornaliera è irrealistica perché non si possono mettere sullo stesso piano molti giocatori. Quindi quei tre euro per molti vanno moltiplicati per 1200. L’approccio al problema deve essere meno asettico e meno aritmetico e l'offerta di gioco va studiata soprattutto tenendo conto del giocatore problematico. Ed è vero che il proibizionismo non è mai servito a niente".

Al dibattito interviene anche Angela Bravi, coordinatrice della sub-area dipendenze della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, per sottolineare: "L’impatto socio economico e quello sanitario sul gioco sono noti e ciascuno di noi può intuire il carico del gioco problematico. Su questo punto il gruppo tecnico che coordino è riuscito a trovare un punto di sintesi grazie agli studi e agli esiti di questi. La posizione che condividiamo è quella che la tutela della salute non sia sottomessa ad altri interessi economici che rischiano di andare in primo piano".

Da parte sua, Giulia Migneco, segretaria nazionale di Avviso pubblico, afferma: "Una legge nazionale è necessaria per le Regioni ma bisogna anche ridurre l’offerta per avere meno giocatori patologici e soprattutto bisogna eliminare i giochi infiltrabili dalle mafie. Bisognerebbe inoltre introdurre accorgimenti tecnologici per diminuire la pericolosità del gioco. Non siamo d’accordo sulla pubblicità sul gioco e sulla compartecipazione al gettito e invece siamo d’accordo su un fondo per aiutare chi affetto da ludopatia."

Denise Amerini di Mettiamoci in gioco spiega che “non bisogna proibire il gioco ma bisogna regolamentare l’offerta e ridurla se vogliamo produrre dei risultati”. Inoltre evidenzia anche il fatto che “la legge di bilancio aumenta l’offerta mentre viene eliminato l’osservatorio sul gioco istituito dal ministero della Salute”.

Il deputato Andrea Quartini, del Movimento 5 Stelle, spiega che “c’è un forte attacco alla tutela della salute. Sono un medico che ha lavorato nel contesto delle dipendenze e questo aspetto mi riguarda in maniera personale”. Inoltre aggiunge che “l’eliminazione dell’Osservatorio nazionale sul gioco è un vulnus importante perché consentiva di monitorare il sistema”. In conclusione pur apprezzando una possibilità di confronto “la nostra posizione rimane molto rigida, secondo noi la posizione di tutela della salute per problemi di dipendenza, è una questione che non è negoziabile".

Maurizio Fiasco, presidente di Alea, nel suo intervento chiede “quali sono le proposte per evitare che si destrutturi una policy per la dipendenza da gioco? La prima proposta è un’ordinata transizione a un sistema che faccia sì che i fondi alle Regioni possano essere trasferiti attraverso un organismo dedicato che faccia da coordinamento”. 

Marzio Govoni, presidente della Fondazione Isson - Federconsumatori, spiega che “l’azzardo online ha numeri incredibili nel Sud, si gioca online da tre a quattro volte in più che in Veneto ed è evidente l’intrusione mafiosa per il riciclaggio del denaro, cosa che non succede solo nel Sud.” 

Luciano Gualzetti, direttore della Carisan Ambrosiana, evidenzia: "Chiediamo una riforma che dica i costi reali sulla sanità pubblica, attenta ai più deboli che hanno dipendenza e in cui prevalga l’aspetto sanitario, raccomandando che ci vuole una norma nazionale perché altrimenti ognuno fa cose diverse. "

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