skin

Scardovi (Criga Scarl): 'L'aggregazione è la base di un modello vincente'

24 novembre 2022 - 13:00

Nel corso del suo intervento all'incontro sul nuovo polo dei gestori di gioco il consulente esperto di gaming propone un percorso basato su i quattro pilastri come: norme, mercato, tecnologia e finanza.

Scritto da Daniele Duso
Francesco-Scardovi-CrigaScarl.png

"Questo è un incontro partito con la voglia di allargare la partecipazione a tutti, anche in vista della possibile anticipazione della gara di concessione dell’online, perché l'idea è di non disperdere il mercato, l’esperienza e i dipendenti di tante piccole imprese italiane, ma aggregarli in un nuovo progetto che guardi il futuro del settore". Nelle battute iniziali di Francesco Scardovi, commericalista, esperto di gaming e consulente degli storici consorzi del gioco, è compresa la sintesi dell'incontro intitolato "Il nuovo grande polo degli operatori nazionali indipendenti", organizzato da Criga Scarl e Get Network Srl e tenutosi a Roma oggi, giovedì 24 novembre.

"Oggi il nostro gruppo è fatto oltre alla Criga Scarl (Consorzio rete italia gestori automatico, Ndr), anche da Criga Slot, che ha raccolto i gestori più piccoli e meno strutturati, e poi Get Network, un secondo gruppo che ha unito le forze di 42 gestori aggregati in un progetto che, con un investimento accettabile, ha dato la possibilità a questi gestori di aderire alle quote agevolate di Nts", spiega Scardovi presenando la realtà che rappresenta oggi circa il 15 percento del mercato, 30mila Awp, 3500 Vlt, circa 7mila esercizi pubblici, 340 sale gestite o servite, e aggiunge che "resto convinto che il modello vincente sia quello di un concessionario che non fa concorrenza ai propri clienti, e che questo sia il modello da proporre anche per il futuro.

"Le problematiche in questi anni sono state oltre alle difficoltà economiche e finanziarie, anche l’ostilità della politica. I rapporti con i concessionari, problemi gestionali e organizzativi e la concorrenza. I problemi dell’ultimo decennio iniziano da un sistema politico “no slot”, dal continuo incremento del prelievo erariale, accertamenti sempre più complessi, sempre minor chiarezza, mancanza di una legge di riordino mentre comuni e regioni hanno fatto cose incredibili, raddoppiando il problema della ludopatia mentre pensavano di risolverlo.

"E poi l’ostilità del sistema bancario, quel codice etico che è una cosa veramente vergognosa: Abi un’indicazione l’ha data dicendo che aprire un conto è scelta della banca, mentre revocarlo senza un valido motivo non è possibile.

"Nei rapporti con i concessionari le cose stanno continuando a cambiare. Il Noe, che non è più trasferibile, ha portato a consegnare il nostro bene nelle mani del concessionario. Sono arrivate delle clausole vessatorie (come la possibilità di recedere unilateralmente dal contratto): se un concessionario fa anche il nostro lavoro e ha in mano la possibilità di recedere dal contratto, diventa concorrenza sleale.

"Ci abbiamo messo un po’ anche del nostro, con la mancanza di una programmazione economico finanziaria, una scarsa propensione all’aggregazione.

"Ecco dunque che, in una situazione del genere, dobbiamo guardarci in faccia e decidere come vogliamo pianificare il futuro. Oggi le scelte sono poche: la cessione dell’attività è una di queste, e sempre più conoscenti mi dicono di aver scelto questa opportunità. Altrimenti ci dobbiamo riorganizzare, anche mantenendo le nostre individualità di azienda, oppure avviare un progetto di aggregazione, rafforzando ulteriormente il progetto avviato qualche anno fa.

"Cosa ci serve? Ci servono le norme, il mercato (che c’è), la tecnologia (prodotti) e finanza. Ed è quest’ultima che ci spaventa. 

E parte dalle norme, sulle quali "abbiamo già detto molto". Ci sono tre step, secondo Scardovi: "Il primo è quello delle riforme, per arrivare a poter continuare il nostro lavoro; il secondo step è quello della proroga onerosa delle concessioni; il terzo step è la regolamentazione dei bandi di gare per il 2024, che dovranno essere accessibili, senza privilegi. Fino ad ora i dati che stiamo raccogliendo parlano di una realtà che è andata al contrario di quello che i legislatori pensavano di ottenere, quindi con una diminuzione delle entrate e un aumento dei casi di gioco d’azzardo patologico. Occorre una revisione, magari comprendendo una maggiore salvaguardia delle imprese e degli oltre 100mila dipendenti. La slot è stata per anni il nemico numero uno, anche se la stessa commissione d’inchiesta lo ha classificato come un gioco light. Occorre ridurre l’utopia della vincita milionaria, come quella proposta ad esempio dai gratta e vinci. Ridurre la tassa sulla fortuna, altirmenti per forza la gente si sposta sull’illegale. Aumentare le percentuali di vincite dei giocatori. Il payout sulle Awp ha perso un 10 percento, che significa due miliardi tolti ai giocatori. Dobbiamo abbassare l’aliquota di prelievo, portarla sulla marginalità e non sulle somme giocate. Portarla al 50 percento, ma del margine.

"Aggiungo un altro tema: rendere più competitiva anche la raccolta dall’online, altrimenti il giocatore si sposta sul '.com'.

"Venendo al tema che penso sia il più complesso da risolvere, quello della finanza. Abbiamo già avviato una collaborazione importante con uno studio di Roma con l’obiettivo principale di evitare il fondo di investimento, ma puntare su una finanza strutturata, che lascia autonomia gestionale.

"Ognuno di noi deve fare una valutazione del proprio mercato, capire quanto riesce a investire direttamente e quanto invece ha l’esigenza di essere finanziato dal concessionario.

E parlando ancora più nello specifico del progetto presentato oggi, aggiunge che "per costruire questo business plan dobbiamo avere intanto una manifestazione di interesse, poi avere un’analisi del mercato di ogni aderente, e qual è la quota dei diritti dei locali. Il progetto prevede la costituzione di due nuove società, una per il gioco terrestre e una per l’online, ognuna con il proprio Cda, i propri partner tecnologici. Mi auguro che arrivino anche altri modelli di aggregazione, per ora Get Network ha il vantaggio di avere un capitale aperto. All’inizio abbiamo firmato un accordo di investimento che scongiura la concorrenza.

"Abbiamo capito in questi anni che se chiediamo regole chiare e diritti, dobbiamo essere in grado di rispettare le regole. L’idea iniziale, quindi, ruota attorno al modello Nts (Nts Network spa, Ndr), che nella mia esperienza è quello più convincente, con delle modifiche che andranno concordate".

“Serve un cambio culturale”, aggiunge nel suo intervento anche l'ingegner Vitaliano Casalone, ex presidente della Gamenet Spa in passato con ruoli di vertice anche in Sogei e in Lottomatica, “i tempi sono maturi nella mente di ciascuno di voi".

Altri articoli su

Articoli correlati