“Sulla riscrittura delle regole del settore speriamo che il Governo provi a discutere liberamente anche con le opposizioni perché non c’è nessuna preclusione sul mondo del gioco. Cercheremo di migliorare il testo come nelle fasi di studio della legge delega anche perché condividiamo molte sottolineature che il settore oggi ha analizzato”. Stefano Vaccari, deputato del Partito Democratico della XIX legislatura, ha analizzato lo stato dell’arte delle riforme sul settore, nel corso del convegno del “Gioco legale, regole uniformi per garantire sicurezza, legalità e diritto”, organizzato da Istituto Milton Friedman Institute di concerto con Acadi – Confcommercio, Egp-Fipe, As.tro - Confindustria Sit, Sapar, oggi, 7 novembre, nella Sala della regina della Camera dei deputati.
Vaccari si sente dalla parte del settore: “Chi vi parla ha fatto l’amministratore pubblico dal 1995 sul territorio di Modena dove le Piccole e medie imprese sono la maggioranza ed è stato un pezzo fondamentale dello sviluppo economico di quel territorio e si deve avere rispetto di esse come per quelle del gioco pubblico e delle imprese che le associazioni qui oggi rappresentano. Servono, quindi, risposte adeguate.”
La sua esperienza viene da lontano Vaccari ha un’idea chiara sulle norme del settore: “L’esperienza fatta nella 17esima legislatura da senatore e in questa da deputato mi ha fatto osservare l’eccessiva stratificazione normativa che non è stata sempre accompagnata con misure di contrasto alle degenerazioni che un settore del genere avrebbe portato a livello sanitario, economico e legale per colpa delle organizzazioni criminali sia per le infiltrazioni, sempre per colpa delle stratificazioni normative, sia a livello puramente illegale. Agli effetti tendenzialmente positivi sul bilancio dello Stato per cui il legislatore ha aumentato in maniera ridondante l’offerta di gioco vi è stata un’azione di contrasto che non ha sempre portato agli obiettivi sperati.”
Cosa serve per il gioco legale? “La mia esperienza mi dice che serve sempre di più una riscrittura delle regole come il Governo ha provato a fare di un comparto che ha dimostrato tratti di vulnerabilità - prosegue Vaccari - tratti che vanno sanati per proteggere le imprese che operano sul territorio che ospitano 100mila posti di lavoro. Per farlo abbiamo depositato la proposta 3.8.3 col collega Mirabelli, che condivide gli obiettivi del settore. L’obiettivo è quello di colmare le storture ma va posta al centro la tutela della legalità e dall’altra parte quella della filiera e del comparto per l’importanza che rappresenta. Obiettivo è anche rinforzare gli argini e innalzare l’asticella qualitativa a tutela delle imprese riducendo gli elementi aggressivi dell’offerta stessa. Inoltre il tema della tassazione troppo alta va affrontato. Ci si è provato nel 2016 ma siamo arrivati ad un centimetro dal traguardo e pensiamo si sia dato un contributo importante. C’è il tema del riallineamento del paoyut sui giochi, il tema delle grandi concessioni. In ogni caso concordiamo che procedere in modo slegato e differenziato sulla delega rischia di non dare risposte adeguate.”
Un focus, quasi un allarme su come verrà affrontata la ludopatia nel riordino: “Sembra che il tema voglia essere declinato sulla responsabilità del singolo giocatore, è un errore grave che scaricherebbe sugli enti locali la conseguenza e la responsabilità che dovrebbe essere di tutti gli operatori, invece.”
Sui dati da fornire alle Asl, poi, il botta e risposta con il presidente di As.Tro, Massimiliano Pucci: “Nell’ambito della delega deve esserci accesso libero ai dati cosa che oggi non è possibile reperire se non dopo un anno ma chi deve curare i ludopatici non è aiutato. Se c’è maggiore trasparenza i soggetti che devono operare possono farlo in maniera più adeguata ed efficace.” Ma per Pucci non è proprio così.