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Agenzie ippiche e minimi garantiti, CdS: 'Sconto del 5% non basta'

16 luglio 2021 - 15:22

Il Consiglio di Stato boccia appello di Adm e Mef sui minimi garantiti chiesti alle agenzie ippiche, diminuire il dovuto del 5 percento non basta.

Scritto da Fm
Agenzie ippiche e minimi garantiti, CdS: 'Sconto del 5% non basta'


"L’amministrazione dovrà tener conto della sentenza della Corte costituzionale 275/2013, la quale, in buona sostanza, ha precisato in negativo i contorni della salvaguardia da concedere, ed ha affermato che non basta ad integrarla una riduzione per un massimo del 5 percento solamente del dovuto.
In mancanza di un intervento nuovo del legislatore, che allo stato sembra soltanto ipotetico, l’amministrazione da un lato non potrà limitarsi a diminuire il dovuto del 5 percento citato o di una percentuale inferiore, e dall’altro dovrà disciplinare la fattispecie per assicurare la necessaria imparzialità. Lo strumento è quello che indica sempre la sentenza 7588/2017, ed è rappresentato dall’adozione preliminare di un atto di indirizzo proporzionato e adeguato per definire da cosa la salvaguardia debba essere rappresentata, così da trattare nello stesso modo i casi simili, e poi dall’applicazione ad ognuno di essi, e quindi anche al caso per cui è giudizio, dei criteri individuati".

Con queste parole, il Consiglio di Stato respinge l'appello proposto dal ministero dell'Economia e delle finanze e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli contro un’agenzia concessionaria per la raccolta delle scommesse sulle corse dei cavalli, che ha impugnato il provvedimento con il quale le è stato richiesto il versamento del cosiddetto "minimo garantito" asseritamente dovuto per l’anno 2009, ovvero, in prima approssimazione, di una quota degli incassi del concessionario delle scommesse che lo Stato preleva per finanziare talune attività nel settore ippico, destinata, ai sensi dell’art. 12 del Dpr 8 aprile 1998, n. 169, alle attività dell’Unire – Unione incremento razze equine.
 
I giudici, bocciando l'appello per la riforma, previa sospensione della sentenza del Tar Lazio che nel settembre 2019 aveva dato ragione all'agenzia ippica - ritenendolo in sintesi caducato per effetto della pronuncia della Corte costituzionale che già nel 2013 aveva giudicato insufficiente la misura del 5 percento - fermano anche il pagamento di oltre 15mila euro chiesto da Adm a titolo di integrazione per il 2009.
 

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