L'idea non è nuova. Mesi fa, infatti, anche a Livorno era stata ventilata l'idea di valorizzare l'area dello storico ippodromo Caprilli, a due passi dal mare, trasformandolo in un grande parco tematico con al centro una piscina per surfisti, con annessa pista per l'ippica.
Se nella città toscana, almeno per il momento, questa suggestione pare rientrata e l'ippodromo è tornato a nuova vita, con la ripresa delle corse dallo scorso novembre, un progetto simile si staglia all'orizzonte per un altro impianto: quello di Cagliari.
L'ippodromo sardo, inaugurato da Vittorio Emanuele nel 1929, è in stand by da tempo, e nel gennaio 2018 la Società Ippica di Cagliari Srl - alla quale era affidata la sua gestione - è stata messa in liquidazione, ma sono molti i cagliaritani che vorrebbero vederlo riaperto, e che chiedono almeno di tutelare l’area che lo ospita, situata fra la spiaggia del Poetto e il parco naturale regionale del Molentargius, in quanto vincolata sul piano ambientale.
Fra loro c'è anche Matteo Lecis Cocco-Ortu, consigliere comunale a Cagliari nelle file del Partito democratico, che svela i piani della Giunta guidata dal sindaco Paolo Truzzu (Fratelli d'Italia).
“In consiglio comunale siamo stati chiamati a votare per la delibera di razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche del Comune. Tra queste la Società Ippica di Cagliari Srl.
È stata occasione per approfondire il tema dell'ex ippodromo, in quanto la valutazione delle aree necessaria per concludere la liquidazione viene subordinata all'approvazione definitiva del Piano urbanisto comunale in adeguamento al Piano paesaggistico regionale. Il sindaco in Aula ha parlato di sei mesi necessari per l'approvazione definitiva del Piano urbanistico.
Invece l'approvazione non ci sarà almeno prima di diciotto mesi (tempo tecnico minimo per la sua approvazione previsto nel cronoprogramma del Puc preliminare) e il piano preliminare proposto dalla Giunta prevede di stravolgere l'area del complesso dell'ippodromo trasformandola in un grande parco tematico (surf park?) con annessa 'surf pool' che, se realizzata, trasformerebbe Cagliari.
Ricordando le mattinate a cavallo in preparazione della Festa di Sant'Efisio con bravissimi e appassionati professionisti spiace che - a parte la necessaria liquidazione della Società Ippica di Cagliari (perché non ha senso che un Comune sia gestore diretto di una società ippica) - non ci sia la volontà di preservare il valore di una struttura come quella dell'ippodromo del Poetto”.
Sul tema dice la sua anche l'associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico.
“Nella proposta preliminare di piano urbanistico comunale, recentemente adottata dalla Giunta Truzzu, si vorrebbe destinare l’area dell’ippodromo (18 ettari) a parco tematico Surf park, con il solito contorno di alberghi, parcheggi, ristorazione, scuola di surf, gli immancabili campi di padel e di calcetto.
L’ennesimo tentativo speculativo sullo storico ippodromo sembra proprio un effetto post prandiale in seguito a una peperonata al forno con le cozze.
Si afferma, con sprezzo dell’intelligenza altrui: 'Non è infatti il primo esempio di questo tipo in Italia, come per esempio: Milano, Roma, Riccione, Livorno'.
A parte le cacofonìe linguistiche, si tratta di due città senza mare (Roma e Milano), una città dove il mare fa solo pena rispetto al pur degradato Poetto (Riccione) e una città che ha pensato bene di buttare nel cestino il progetto malsano e s’è tenuta e ha rilanciato lo storico ippodromo 'Federico Caprilli' (Livorno).
Progetto che si vorrebbe riciclare a Cagliari.
L’inaugurazione dell’Ippodromo del Poetto risale al 29 aprile del 1929 e fin d’allora Cagliari fu un centro di riferimento nazionale per l’equitazione, il salto a ostacoli e le corse in piano.
Nel corso dei decenni, la città ha proposto all’attenzione nazionale e internazionale cavalieri di altissimo livello: da Paolo Dettori a Tonino Gutierrez, detentore per molti anni del record mondiale di salto a ostacoli realizzato nel 1938 con Osoppo. Poi ancora la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Stoccolma Salvatore Oppes, la fondatrice del celebre Allevamento `De Nora’ Tona Scano Musio, fino all’olimpionico Paolo Racugno.
Se è vero che la storia dell’impianto del Poetto ha vissuto alti e bassi, attraverso la guerra mondiale e i declini fisiologici dovuti a carenze nella gestione, è vero anche che negli anni scorsi è stato oggetto di un progetto di riqualificazione (rifacimento pista, impianti, etc.) curato dall’ingegner Mauro Checcoli, fra i massimi esperti nel settore oltre che olimpionico nell’equitazione.
Un progetto diviso in lotti funzionali, da completare, con la previsione, tra l’altro, di tribune per duemila spettatori, scuderie per duecento cavalli, campi gara, maneggio coperto, sale scommesse, totalizzatore, parcheggi per mille posti-auto, ristorazione e servizi. Il tutto per un investimento complessivo di circa 6 milioni di euro, di cui 4 a suo tempo già stanziati.
Realizzare il progetto significherebbe dare lavoro a 150 persone e creare un indotto molto importante a livello regionale per il settore del Cavallo sardo.
Nel 2001 una petizione popolare per la difesa e il rilancio dell’ippodromo, promossa anche dal Gruppo d’intervento giuridico, raccolse 1.500 adesioni in pochi giorni.
L’area, fra la spiaggia del Poetto e il parco naturale regionale del Molentargius,è vincolata sul piano ambientale e difficilmente uno stravolgimento simile potrebbe esser approvato.
Ma prima delle norme giuridiche dovrebbe arrivare il buon senso, che, però, non si vende al mercato”.