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Classificazione ippodromi e calendario corse, il settore chiede soluzioni

12 dicembre 2023 - 11:17

Tante le proposte e le osservazioni emerse durante la riunione fra i rappresentanti di ministero dell'Agricoltura, categorie e ippodromi, con qualche divergenza di vedute. Previsto un ritocco del calendario di corse.

Scritto da Fm
© Sebastian Herrmann / Unsplash

© Sebastian Herrmann / Unsplash

Una riunione fiume.

È durato praticamente tutto il giorno, dalle 11 di mattina almeno alle 19, l'incontro convocato ieri, 11 dicembre, al ministero dell'Agricoltura, fra il sottosegretario Patrizio La Pietra, il direttore generale Remo Chiodi ed i rappresentanti degli ippodromi e delle associazioni, chiamati a confrontarsi innanzitutto sulla bozza del calendario delle corse ippiche per il 2024, che tanto scontento aveva destato nel settore per importanti variazioni rispetto al passo e tagli consistenti, e sulla classificazione degli ippodromi, in primis.

Il giorno dopo ecco arrivare qualche commento sui contenuti emersi.

Attilio D'Alesio, presente all'incontro in rappresentanza del Coordinamento ippodromi, racconta così la giornata. “La riunione è stata molto partecipata e costruttiva.

È stata presentata una seconda bozza di calendario con tante importanti modifiche rispetto alla precedente e dai presenti sono state proposte ulteriori correzioni.

Il direttore ci ha ascoltato con attenzione e lavorerà, in tempi strettissimi, per sistemare definitivamente il calendario 2024 per pubblicarlo quanto prima.

Poi sono state presentate le schede di tutti gli ippodromi nazionali con i parametri che il Ministero intende adottare per la loro classificazione ed anche su questa questione si è aperto un ampio ed interessante dibattito con tante proposte ed osservazioni”.

La classificazione, evidenzia D'Alesio, “è un tema molto delicato e complesso sul quale ci sarà molto da lavorare e questa associazione è pronta a dare tutto il proprio contributo di idee.

Un altro tema molto delicato e preoccupante è il finanziamento degli ippodromi per l'anno 2024 che ad oggi registra un ulteriore taglio di meno il 5 percento rispetto al 2023.

Ci auguriamo che il Ministero trovi la soluzione anche per questo gravissimo problema che mette a rischio la prosecuzione dell'attività di tutti gli ippodromi nazionali”.

 

 

Giovanni Sibilio, portavoce del Ciga - Comitato ippico allenatori e guidatori, ribadisce: “Così come è stato costruito il calendario è inaccettabile, visto che riporta ancora una riduzione del taglio delle giornate.
Sono 10 anni che vi è il taglio delle giornate e questa linea non ha portato alcun beneficio al settore.
Continuare a tagliare significa mettere ancora più in ginocchio le categorie.
Abbiamo bisogno di risorse e non di tagli”.

 

Roberto Toniatti, presidente dell'Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore parte da una constatazione: “la varietà del mondo dell'ippica, e quindi degli interessi in campo”. Gli allevatori erano presenti alla riunione in rappresentanza di una fetta importante del mondo agricolo, poi c'erano i rappresentanti della parte più “spettacolare” dell'ippica. Per Toniatti quindi “l'eventuale divergenza di vedute che si registra all'interno del settore viene da lì; ci sono discussioni molto tecniche su parametri di giudizio dello stato di salute dei vari ippodromi, molto tecnici e specifici e quindi non facili da capire per tutti i presenti.

La riunione di ieri io la vedo con grande positività, è degno di nota l'interessamento del Masaf, del mondo politico, così come il fatto che il nuovo direttore generale per l'ippica - Remo Chiodi – abbia dimostrato capacità non indifferenti nel tenere la linea del discorso per tutto il giorno”.

 

Il presidente dell'Anact quindi si sofferma sulla classificazione degli ippodromi e l'introduzione di un criterio meritocratico per la valutazione della loro gestione: “Era da anni, se non da decenni, che serviva un controllo, ristabilire ordine nel settore. In base ai nuovi criteri nel 2024 verrà compiuta l'analisi delle varie strutture: le più meritevoli nel 2025 verranno premiate, quelle meno meritevoli saranno penalizzate, quindi è uno stimolo a far bene.

É palese che la classificazione degli ippodromi e il calendario, così come sono stati presentati, forse hanno fatto tutti scontenti, ma bisognava partire da qualche parte, seppur con qualche sbavatura”.

Però, sottolinea Toniatti, oltre ai ragionamenti meramente “tecnici” è il caso di considerare “la qualità dei cavalli, le professionalità distribuite nel territorio italiano, che non sono omogenee. Questo va considerato. I cavalli che fanno il Made in Italy sono collocati in zone specifiche, e gli ippodromi non vanno penalizzati da un calendario che ha usato numeri che invece vanno visti con la lente d'ingrandimento”.

 

In conclusione, Toniatti riporta l'attenzione anche sulla distribuzione dei montepremi e sulla necessità di una riforma delle scommesse ippiche: “È uno scandalo assoluto, un torto che riceviamo da anni. L'ippica è un gioco ragionato, quindi la tassazione deve essere uguale a quella degli altri prodotti di betting”.

Altrettanto vitale è la  riduzione dell'imposizione fiscale, visto che i nostri cugini francesi hanno già adottato a partire da quest'anno l'Iva agevolata al 5,5 percento, e per questo ci fanno una concorrenza sleale.

Tutti temi già sul tavolo, il Governo ci ha fatto capire che capisce tali problematiche e vuole affrontarle”.

 

Ottavio Di Paolo, presidente dell’Associazione nazionale galoppo, a seguito dell’incontro appare fiducioso.
In primis sottolinea quanto sia stato importante per il galoppo "poter comunicare con un unica veste, appunto l'Ang. Voce ascoltata e molto apprezzata dallo stesso direttore generale Chiodi.
Finalmente l’ippica ha un proprio staff dirigenziale, una propria governance. Con la Direzione generale dedicata al settore, voluta fortemente dal sottosegretario La Pietra, sarà tutto in via di miglioramento. Già dai pochi mesi nei quali si è insediato il nuovo direttore, Remo Chiodi, ha dato subito una sterzata in positivo a tutta l’organizzazione del settore. Siamo fiduciosi perché ha già compresa l’importanza che il nostro settore potrà avere in ottica occupazionale, investimenti privati, comunicazione ecc. Settore che in alcuni Paesi, come la Francia o l’Inghilterra, risulta 'chiave' per la crescita dell’intero Paese". Ricorda Di Paolo che in Inghilterra la famiglia reale ha la propria scuderia e frequenta l’ippodromo di Royal Ascot. 
"Cosa manca all'Italia per competere con gli altri Paesi europei? Nulla. Abbiamo i migliori impianti, i migliori uomini (rider, allenatori, fantini)… manca solo la qualità dei nostri cavalli. Con i giusti incentivi per chi è disposto ad investire e quindi rischiare, possiamo davvero diventare i migliori. Per questo abbiamo bisogno di una governance a supporto del settore, che ne comprenda le necessità, che lo aiuti a spiccare il volo. 
Va detto che anche il sottosegretario si sta adoperando molto per il settore e siamo davvero molto contenti di tutto lo spazio che ci sta dedicando. Remo Chiodi, a detta del presidente, sembra essere la persona giusta, messa nel posto gusto. Con un 'approccio aziendale' inserito in un settore che per troppi anni è stato paralizzato dalla burocrazia ministeriale". 
Sarà l’anno di eta? Tutti e due sono del 1984, ma questi sono dettagli. 
Ottavio Di Paolo è nell’ippica dal 1988, anno in cui un cavallo di nome Tisserand vinse il Derby del Galoppo, battendo un cavallo, Carroll House, vincitore dell’Arc de Trionphe. Di livello l’Italia ne aveva, peccato che oggi siamo ridotti ai minimi termini. 

Il presidente nel suo intervento poi ha apprezzato l’introduzione di una classificazione per gli ippodromi. Tema già suggerito da Ang da diversi anni che sembra ora vedere, finalmente, la sua concretizzazione.
"Gli ippodromi sono il teatro del nostro spettacolo. Alcuni sono impeccabili, altri sono fatiscenti. I proprietari dei cavalli, ma sopratutto i 'nuovi proprietari', dovrebbero essere accolti in ambienti e luoghi più che belli, dovrebbero essere meravigliosi. Le strutture vanno curate, le piste, gli steccati, i box, i viali… Andrebbe forse anche sviluppato un piano di ristrutturazione straordinaria per alcuni ippodromi. In questo solo il Ministero ci può aiutare. Lo stimolo che si innescherà dalla classificazione genererà sicuramente una competizione positiva che porterà ad un miglioramento generale. Alcuni ippodromi però, come Roma e Milano, non potranno mai essere declassati. Va definito un meccanismo diverso per loro. Loro solo le due estremità più importanti dell’iceberg ippico, vanno difesi e valorizzati sempre. Senza Roma o Milano l’ippica non esisterebbe più".

In conclusione, Di Paolo sottolinea che è molto importante il calendario delle corse, ma altrettanto fondamentale è "definire dei criteri di programmazione con una visione temporale di medio termine ed un montepremi considerato da due punti di vista: totalità e distribuzione nelle giornate assegnate". 
Il presidente di Ang quindi conclude: "Ridurre o aumentare il numero delle giornate è importante, ma il dato fondamentale è il montepremi assegnato per ogni ippodromo ed il numero di corse disposte per ogni singola giornata. Avere 6 o 7 corse per giornata crea degli incentivi economici e delle economie di scala rilevanti per tutte le scuderie che decidono di spostarsi.
Il montepremi è ancora troppo basso. Ha necessità di un meccanismo che possa farlo crescere nel tempo, non diminuire. Ridurre il prelievo fiscale sulla scommessa ippica risulta essenziale per tale scopo.
Altra nota dolente sono i pagamenti. Attualmente i tempi di attesa circa il pagamento dei premi al traguardo destano una ragionevole preoccupazione e sarebbe fondamentale che tali pagamenti siano di nuovo regolarizzati ad un massimo di 90 giorni. Poco è cambiato rispetto allo scorso anno. In Francia sono 15 giorni. Tale tempistica è la principale causa del tracollo attuale del settore".

Fiducioso per il futuro? Ovviamente sì. 
"Siamo fiduciosi che il Ministero si affiderà ad Ang, che poi rappresenta gli operatori, per trovare soluzioni. La disponibilità nostra è totale per il bene dell’ippica".

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