D'Angelo (Ippodromi partenopei): 'Superare conflitti interni per il bene del settore'
23 settembre 2024 - 11:53
D’Angelo (Ippodromi partenopei) sottolinea la valenza del G7 Agricoltura per l'ippica e invita a superare i conflitti interni al settore.
Scritto da Redazione
“Si tratta di un'occasione unica per rappresentare la qualità della nostra filiera in un ippodromo bi-disciplinare con una tribuna che è di gran lunga la più bella e attrezzata del contesto nazionale e non solo. L'opportunità che i lavori, i pranzi e le cene di rappresentanza del G7 per l'Agricoltura si svolgano in quello splendido contesto, durante l’allenamento dei cavalli al mattino e nelle giornate di corsa in notturna, in un prevedibile bagno di folla, da sola metterà nella giusta e migliore evidenza possibile il nostro settore, oramai abbandonato a se stesso da oltre trent’anni da tutte le parti politiche che lo hanno gestito, senza riuscire (per vari motivi... a volte giustificati dalla brevità gestionale) a cogliere l’occasione per incidere nella rinascita dello stesso.”
Queste le parole con cui Pier Luigi D’Angelo, presidente di Ippodromi partenopei, gestore dell'ippodromo di Agnano, sottolinea la grande visibilità per l’ippica italiana rappresentata dal G7 dell'Agricoltura in corso a Siracusa.
D’Angelo però rimarca: “Ad oggi, il comparto non è assolutamente in grado di poter prosperare nell’attuale congiuntura gestionale. L’ippica italiana patisce al suo interno di carenza di adeguate risorse a montepremi e una mancanza di prospettive in merito alla rimessa a regime della scommessa ippica, degradata, marginalizzata e non più incentivante per il grande pubblico di un tempo, che l’aveva eletta così come avviene in altre parti del mondo la 'regina delle scommesse' e che di converso è stato portato direi forse, decisamente invogliato, a rivolgersi ad altre tipologie. Questa del G7 Agricoltura può rappresentare una occasione unica e irripetibile che il settore non può farsi sfuggire. Mi auguro che tutti ne siano convinti e consapevoli ed ognuno in questa fase miri al benessere generale del settore, superando lo stato di conflittualità in parte giustificabile dalla mancanza di prospettive che ne ha caratterizzato gli ultimi decenni”.