Dal Governo al Parlamento, le tante strade dell’ippica
Il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Roberto Formigoni, auspica una riforma immediata per il settore.
La delega fiscale, che prevedeva misure di rilancio del settore ippico, consistenti essenzialmente nella promozione dell'istituzione della Lega ippica italiana, è un punto da cui ripartire. Per il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Roberto Formigoni “la delega non è stata ad oggi attuata, mentre sono già incardinate presso la Camera dei deputati delle proposte legislative che muovono, pur con diversa terminologia, sostanzialmente in una direzione non difforme da quella della delega fiscale. È evidente che un testo di legge è immediatamente dispositivo mentre l'attribuzione di una delega al Governo implica una successiva attuazione con uno o più provvedimenti di dettaglio. Quale che sia la strada che si sceglierà di percorrere dal punto di vista tecnico normativo, il dato di fondo è costituito dall'esigenza urgente di un rilancio del comparto ippico. La pesante crisi del settore delle scommesse e dell’allevamento dei cavalli pongono con evidenza la necessità di adeguarsi alla congiuntura attuale, in cui le scommesse sulle corse, per vari e molteplici motivi, hanno perso attrattività e si rivela indispensabile una differente governance, moderna e autonoma”.
Il tema della regolamentazione del settore ippico “è stato affrontato più volte a livello legislativo a partire dal 2011 con la trasformazione dell'Unire in Assi e il successivo anno con la soppressione dell'Assi stessa e la ripartizione dei compiti tra Mipaaf e Agenzia delle dogane. Si tratta di un tema nodale, poiché è evidente come occorra individuare adeguate forme di coinvolgimento delle rappresentanze degli allevatori, dei proprietari di cavalli, delle società di gestione degli ippodromi, ma anche degli allenatori, dei guidatori, dei fantini, dei gentlemen e degli altri soggetti delle filiera ippica. Le proposte sul tappeto costituiscono una buona base di partenza per perseguire l’obiettivo di far fronte alla crisi ormai strutturale del comparto, caratterizzata, altresì dalla grave problematica dei pagamenti arretrati degli allevatori e degli ippodromi. Quanto alle caratteristiche degli ippodromi, vorrei ricordare che sono stati chiusi negli ultimi anni luoghi storici dell'ippica italiana, da nord a sud del Paese. Pertanto, l’ipotesi di modificare l’approccio del pubblico alla fruizione di tali spazi costituisce senza dubbio uno spunto interessante”.
Secondo lei si dovrebbe intervenire anche sul gioco per rilanciare il settore? In che modo?
“Il settore dell'ippica – prosegue Formigoni - è basato sulle corse ippiche, come è noto, ragion per cui l'organizzazione e la gestione dei giochi e delle scommesse relativi alle corse dei cavalli sono riservate ai Ministeri competenti dell’economia e dell’agricoltura. Il rilancio del comparto non può quindi prescindere dalla problematica del numero delle scommesse, del regolare svolgimento delle competizioni, dell'organizzazione e dalla gestione dei giochi secondo criteri di efficienza ed economicità, del coordinamento dell'attività degli enti coinvolti e delle misure per la tutela della salute e del benessere del cavallo, così come previsto da ultimo dal decreto-legge n. 16 del 2012. È evidente che costituendo il gioco, ovviamente quello relativo a eventi leciti, una delle fonti di finanziamento del settore, una riforma della gestione dello stesso non possa che accompagnarsi anche ad un'azione sul versante delle relative entrate”.