La Direzione generale per l'ippica invocata dalla filiera, si farà oppure no?
L'interrogativo agita molti operatori, fra rappresentanti degli ippodromi e dei professionisti del settore, dopo la bocciatura di un emendamento sul tema presentato da Raffaele Nevi (Forza Italia) nell'ambito del disegno di conversione del decreto Milleproroghe all'esame della Camera.
Come chiarito dallo speech sull’ammissibilità delle proposte emendative, la proposta del forzista – la numero 1.155, per incrementare “di una unità i posti di livello dirigenziale presso il Mipaaf disponendo la relativa copertura finanziaria a decorrere dal 2022” - è risultata inamissibile.
Il perché è spiegato nello stesso speech: “Non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera".
Che senso avrebbe, quindi, inserire una Direzione generale per l'ippica non ancora istituita in un provvedimento che parla di proroghe?
La domanda – retorica - che qui poniamo può almeno un po' rassicurare gli operatori ippici che leggono la nostra testata. Tanto più che, ai piani alti, si continua ad assicurare che ci vorranno un po' di tempo e di ottimismo, ma che l'intenzione di approntare una Direzione generale c'è ancora.
Come potrebbe concretizzarsi anche il reintegro dei sei milioni e mezzo di euro di finanziamenti per gli ippodromi tagliati dalla legge di Bilancio 2022, operazione che vede il ministero delle Politiche agricole in trattative con quello dell' Economia e delle finanze. Su questo fronte infatti dagli uffici del Mipaaf sarebbe partita una lettera diretta al Mef, per chiedere una risposta ufficiale in merito.
Nel testo, secondo quanto appreso da GiocoNews.it, poi ci sarebbe anche la richiesta di un milione di euro per il montepremi.
Lo scenario quindi potrebbe assumere contorni un po' più luminosi per l'ippica, ma intanto non si fermano gli appelli di alcuni esponenti del settore che invitano il ministero a “fare presto” per non essere costretti a cambiare mestiere o a trasferirsi all'estero.
Fra di loro spicca la voce di Renato Santese, proprietario della scuderia omonima, nel Salernitano, dove sono allevati numerosi cavalli da gran premio, fra i primi d'Italia.
Santese chiede al Mipaaf e alla politiche di riconoscere il valore del comparto e di aiutarlo, in quanto “arrivato ad un punto insostenibile, in cui gli imprenditori sono costretti ad attingere alle risorse economiche personali per evitare il disastro”.
La sua scuderia, ad esempio, “deve percepire anche le spettanze per dicembre del 2020 e per tutti i mesi del 2021”.
Un vuoto di introiti di fronte al quale diventa facile “pensare di portare i propri cavalli all'estero. In Francia, dove i premi vinti vengono accreditati in 10 giorni, o in Svezia, dove ciò accade il 15 del mese successivo”.
La speranza di Santese è quindi quella di non essere “costretti ad andarsene, perché lo Stato non dà una mano al settore”, e che arrivi una “riforma dell'ippica, magari basata su una commistione di pubblico e privato, e soprattutto con il coinvolgimento di persone capaci”.