“Il mondo dell'ippica produce un indotto importante e virtuoso nell'agricoltura e nel commercio e costituisce un ambiente accogliente e frequentabile dalle famiglie, spesso collegato ad iniziative culturali e didattiche”.
Parola di Giorgio Lovecchio, deputato per il Movimento 5 Stelle, vice presidente della commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera e firmatario di una interrogazione sull'Iriip (Istituto di incremento ippico) di Foggia, a rischio trasferimento: “Ho fatto presente che 'ad oggi non sarebbe stato adottato alcun provvedimento utile al fine di incrementare il numero del personale disposto alla cura degli stalloni né sarebbe stata adottata alcuna misura volta a valorizzare il patrimonio artistici culturale'. Ho chiesto altresì ‘quali iniziative, per quanto di competenza anche a carattere normativo, vogliano adottare al fine di valorizzare il patrimonio storico e artistico dell'Iriip'. E, infine, se non ritengano opportuno intraprendere iniziative normative volte a garantire il riconoscimento dell'istituto tra le competenze dirette dei ministeri interrogati anche al fine di adottare misure assunzionali congrue alla cura degli equini attualmente presenti all'interno dell'Iriip”.
Cosa si aspetta dal Governo in tal senso?
“L’importanza dell'Istituto di incremento ippico di Foggia è legata alla sua funzione di tutela della biodiversità ed alla tutela delle razze del cavallo murgese e dell’asino di Martina Franca. Ma l’importanza di detto complesso ippico è data anche dal vincolo di tutela apposto ai sensi della legge 1089 del 1939, che riconosce in tal modo il particolare interesse storico-artistico del Deposito cavalli stalloni di Foggia. È un deposito interregionale che sorge nello stesso luogo dove un secolo prima, e chissà da quanto tempo, esisteva un Parco delle giumente, registrato poi dall’architetto Luigi Monelli nella sua Pianta topografica di Foggia del 1839. La contrada era conosciuta come: 'Posta Pila e Croce' per la presenza di un enorme abbeveratoio e di una croce fissata sulla sommità di una colonna. Si trattava di una vasta area adibita a pascolo per cavalli, libere esibizioni equestri e per esercitazioni militari. A Foggia, infatti, erano 'di stanza' il 4° squadrone Lancieri e l’11° reggimento di cavalleria. Lo stato dei luoghi di questo complesso Iriip, nonostante l’immeritevole periodo di trascuratezza che sta vivendo, conserva inalterato il suo fascino e la sua bellezza, nonché la sua struttura tipologica, i caratteri artistico-architettonici e soprattutto ha resistito alle tentazioni speculative ben più pericolose di qualsiasi altro intervento. Grazie a questa struttura, Foggia ebbe un gran risalto nel mondo dell’ippica e della zootecnia ospitando numerosi concorsi e gare di gran contenuto tecnico e di spettacolo. Dai primi anni Trenta, fino ai Sessanta, il deposito e l’ippodromo furono molto frequentati da militari, sportivi, studiosi e curiosi.
Con deliberazione del consiglio comunale di Foggia 13-23 giugno 1919, fu approvato il progetto dei lavori per l’ammontare di lire 3.460.000 e fu autorizzata la cessione gratuita del suolo occorrente, riservando al Comune la facoltà di avvalersi del campo di esercitazione degli stalloni per gare sportive. La Francia ha in parte clonato l’eccellente struttura del nostro Istituto incremento ippico di Foggia nella sua piccola città di Saumur. La struttura di Saumur è la sede dell'Ecole nationale d'equitation e le attività equestri svolte ancora oggi alimentano un mercato di opportunità e di affari di milioni di euro all’anno con un 'bottino' di circa 300.000 posti di lavoro in tutta la Francia. Per questi motivi storico culturali è evidente che i ministeri competenti non possono trascurare la struttura e lasciarla in balia delle vicende amministrative di Comune e Regione. Bisogna considerare che tutti gli istituti di incremento ippico sono caduti in difficoltà proprio allorquando le competenze passarono dallo Stato alle regioni. Su questo punto è pertanto necessario svolgere delle considerazioni: tutela storica e monumentale e tutela della biodiversità (razze rare e in via di estinzione) sono valori di interesse statuale!”.
Come andrebbe rilanciata?
“Dall’analisi dei dati che provengono da Verona possiamo affermare che il giro d’affari che gravita attorno a Fieracavalli è di circa 4 milioni di euro per quel che riguarda l’ente organizzatore, come affermato dal presidente Ettore Riello. Molto più ampio è invece l’impatto economico sulla regione che calcolando il grande indotto, è valutato in circa 50 milioni di euro. Bisogna investire per ripristinare a pieno il funzionamento della struttura e del campo equestre, affinché le manifestazioni attraggano pubblico e rinnovino l’interesse per il cavallo e quello che è intorno ad esso: un caleidoscopio di professioni e di emozioni, per uno sport che si effettua all'aria aperta, sostenibile, che regala un respiro di grande cultura e per le tante figure professionali con annessi orpelli legati alla produzione. Un fenomeno sociale da sfruttare come una miniera d'oro, di un filone perduto o ancora non trovato. L'ippica in ogni Paese del mondo è ricca, fiorente e piena di entusiasmo. La depressione di questo sport esiste solo da noi. Siamo la patria dei Ribot, Nearcoe dei Federico Tesio. Il Paese dei fratelli D’Inzeo (che corsero e vinsero a Foggia). Un fiore all'occhiello. Cioè quelli che hanno creato e dato vita al 90 percento del purosangue moderno a partire da 100 anni fa. Il purosangue moderno che corre e viene valorizzato come industria in tutto il mondo. Tranne che in Italia. Non solo il galoppo, ma il trotto italiano è addirittura ai vertici mondiali.
L’indotto sarebbe enorme. E anche l’attrazione turistica.
Tutti gli ippodromi, hanno persone incaricate di gestire il verde, che lavorano nelle segreterie, che puliscono le aree e mantengono ordine nelle strutture. Senza dimenticare gli artieri, chi consegna il cibo per i cavalli e prodotti veterinari.
Bisogna prefiggersi come scopo: la valorizzazione piena del patrimonio equino ed asinino autoctono della Regione Puglia e di esercitare una tutela attiva del medesimo perché rappresenta un patrimonio nazionale”.
Secondo lei gli ippodromi in che modo vanno valorizzati per attrarre nuovamente pubblico?
“Devono diventare multifunzionali. Non più solo agonismo e scommesse! Esistono due grandi categorie di cavalli: quelli sportivi e quelli d'affezione. La prima categoria comprende animali ‘classificati’ che, tra le specialità olimpiche e le corse, sono circa 25.000. Ad essa si collegano numerose imprese, con più di 100.000 impiegati e oltre 600.000 ettari di terreno utilizzati. In sintesi, l'indotto economico di questo settore è superiore a quello del gioco del calcio. Nella seconda categoria (quella dei cavalli di affezione) gli animali sono circa 700.000 e possono relazionarsi ad un indotto importante, che coinvolge oltre due milioni di cittadini. Gli ippodromi e i cavalli dedicati alle corse, che sicuramente hanno alto valore e possono produrre reddito, hanno ricevuto storicamente dallo Stato contributi finalizzati soprattutto a migliorare la qualità degli allevamenti e la funzionalità, la gestione e la ricettività degli ippodromi. Tali contributi, peraltro previsti da molti altri Paesi, sono andati paurosamente assottigliandosi negli ultimi dieci anni, attraverso un percorso che ha esposto questo settore alla concorrenza di altri giochi, determinando l'emigrazione di giocatori verso altre attrazioni.
L’ippodromo di Foggia potrebbe tornare a fare da traino ad una fucina di talenti legati all'equitazione agonistica, certo, ma potrebbe scegliere di legarsi in maniera privilegiata alla razza del cavallo murgese, per il rilancio degli allevamenti presenti sul territorio, ed inoltre potrebbe essere il luogo adatto per la formazione dei tecnici istruttori specializzati in equitazione di campagna ed essere un campo dove potrebbero svolgersi discipline legate a questa disciplina come il cross-country. L’equitazione di campagna a differenza delle discipline agonostiche è la disciplina più al passo coi tempi e con la vocazione agrituristica del territorio che circonda l’ippodromo di Foggia. Una equitazione moderna, eco-sostenibile, rispettosa dell’animale che consiste nel vivere e nello spostarsi a cavallo nelle campagne, lungo quelle meravigliose ippovie che sono i nostri tratturi della transumanza. Il rilancio di questa attività sportiva creerà oltre ad incrementare la domanda di cavallo, con l'indotto che vi sta dietro, sosterrà anche la domanda l’offerta di agriturismi dauni. Ma, ed è ciò che più conta, non si devono dimenticare le potenzialità dell’Iriip di Foggia di diventare una vera e propria capitale dell'ippica. Un ateneo del cavallo per la formazione dei veterinari italiani ed europei, dei domatori, degli istruttori, degli operatori di pet-terapy che a troverebbero ed a Foggia una città accogliente e a misura d’uomo dove venire a completare il proprio corso di studi e nell’Iriip una struttura d’eccellenza dove specializzarsi. Il campo potrebbe e dovrebbe ospitare manifestazioni di rievocazione storica. Non è un sogno. È un progetto di sviluppo per una città depressa che fornirebbe all’intero Paese un apporto economico importante mediante la tutela e il rilancio una struttura che è patrimonio e monumento nazionale. Un monumento ancora vivo e funzionante, si noti bene. Tuttavia da rilanciare!”.