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Ippica: tempi ridotti per i premi, in arrivo fondi per Livorno e Palermo

13 settembre 2022 - 14:15

Massimo 60 giorni per il pagamento dei premi al traguardo, la liquidazione delle sovvenzioni 2021 per gli ippodromi di Livorno e Palermo è al vaglio dell'Ufficio centrale di bilancio.

Scritto da Fm
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Una nuova fase sembra aprirsi – il condizionale è d'obbligo visti i precedenti – per i pagamenti delle sovvenzioni agli ippodromi e dei premi al traguardo.

 

Tre settimane fa abbiamo scritto che il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha acquisito le specifiche tecniche e il codice meccanografico per velocizzare il nuovo sistema di pagamento dei premi al traguardo nel settore ippico, e nominato il dirigente delegato Teresa Nicolazzi (dirigente del PQAI VII del Mipaaf, Ndr), e ora Ottavio Di Paolo, presidente dell'Associazione nazionale galoppo, conferma a GiocoNews che il nuovo trend è in atto: “Con la nomina del dirigente delegato i tempi per i pagamenti dei premi si accorciano drasticamente: andranno dai 45 ai 60 giorni al massimo. Già adesso il ministero, seppur con il vecchio sistema, ha migliorato i processi, grazie a Teresa Nicolazzi e al sottosegretario Francesco Battistoni che ha dato mandato di accelerare le tempistiche. Quindi abbiamo modificato grazie a lei un sistema che era concausa della crisi del settore ippico, e secondo me, questo è uno dei mattoncini iniziali e principali che possono rilanciarlo. Con la possibilità di prendere i soldi in un tempo ragionevole e congruo quindi si innalzerà il livello delle corse”.

 

 

Le buone notizie, per fortuna non finiscono qui.
Gli ippodromi storici come noto hanno già ricevuto l'acconto sulle sovvenzioni del 2022, ma sembrano aprirsi spiragli positivi – dopo lunghe settimane d'attesa – anche per gli impianti di Livorno e Palermo, che dalla metà di luglio, e a dire il vero da prima, aspettano il pagamento dei fondi previsti dalla legge di Bilancio 2022 e incrementati dal decreto legge Sostegni ter. 
 
Secondo quanto anticipa a GiocoNews.it Francesco Ruffo della Scaletta, il responsabile della parte tecnica delle corse della Sipet, gestore de La Favorita di Palermo, “è stato fatto un passo avanti.
La liquidazione delle somme per il 2021 – 800mila euro, quindi 600mila al netto dell'Iva – è al vaglio dell'Ufficio centrale di bilancio e poi è stato portato avanti l'impegno per la sovvenzione del 2022, pari a un milione e 100mila euro lordi.
Questo ci fa immaginare di poter concretizzare il pagamento della sovvenzione in tempi stretti, tanto è vero che domani accetteremo i partenti per il convegno del 17 settembre, e stiamo preparando l'ippodromo di conseguenza. Ma se l'accredito non dovesse realizzarsi ci muoveremo di conseguenza.
Mi auguro che il pagamento si concretizzi il prima possibile, visto che resta la necessita di liquidità per poter assicurare i servizi utili a dar vita alle giornate di corse”.
 
 
Un auspicio che si estende anche all'ippodromo di Livorno, da dove Silvio Toriello, presidente del Consiglio d'amministrazione di Sistema cavallo, la società che lo gestisce, conferma: “Sembra che sia in pagamento il 2021, ma al momento noi non lo abbiamo ricevuto”.
 
 
In parallelo, a Palermo si spera anche nella risoluzione della questione riguardante il centro di allenamento, con l'uso dei servizi che resta in essere per i cavalli che erano già all'interno della struttura e per quelli in transito che vogliono usare le piste, per venire incontro alle necessità degli operatori, che altrimenti non saprebbero dove portarli. 
“Il tavolo di crisi fra il Mipaaf e il centro di allenamento è stato avviato, e anche lì sarà importante risolvere le problematiche esistenti. Nel nostro territorio non ci sono centri privati, quindi sarebbe giusto far sì che chi assicura l'uso dei servizi, come fa l'ippodromo di Palermo, non debba farsene carico totalmente in prima persona
Aspettiamo solo che il ministero individui con le categorie una soluzione”, sottolinea Ruffo della Scaletta.
Nei corrispettivi infatti sono previste delle somme per la loro gestione, ma “non sono congrue”, fatto che la rende “un'attività antieconomica”. Tali somme quindi andrebbero riparametrate, “ovviamente in base alla qualità dei servizi offerti”.
 

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