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Un milione in meno di sovvenzioni, ippodromo Taranto chiude centro di allenamento

08 maggio 2025 - 10:13

Dopo il taglio di un milione delle sovvenzioni ministeriali, l'ippodromo di Taranto annuncia la chiusura del centro di allenamento. Le amare parole di Anita Carelli.

Scritto da Fm
 © Ippodromo Paolo VI di Taranto - Pagina Facebook

© Ippodromo Paolo VI di Taranto - Pagina Facebook

Prima “vittima” del decreto sulle sovvenzioni alle società di corse pubblicato nelle scorse ore dal ministero dell'Agricoltura.

Si tratta dell'ippodromo Paolo VI di Taranto, che, come ricordato dallo stesso segretario Patrizio La Pietra, insieme a quello di Aversa, subisce le perdite più consistenti, pari a un milione di euro.

Anche se per il sottosegretario “il contributo erogato in rapporto al numero di giornate di corsa rientra in una media di risorse per giornata più equa e appropriata al numero di corse effettuate”, la decurtazione ha degli effetti pesanti sul futuro dell'impianto pugliese, gestito dalla famiglia Carelli.

Dal 19 maggio, infatti, la proprietà dismetterà il centro di allenamento. “A tale data – si legge in una comunicazione diffusa dai Carelli - saranno sospesi tutti i servizi messi a disposizione degli operatori stanziali; pertanto si avvisa di provvedere ad una nuova collocazione”.

A questa comunicazione, è poi seguito il grido di dolore pubblicato a mezzo social da Anita Carelli, che insieme alla sorella Milva gestisce l'ippodromo.

“Non è stato facile scrivere ciò che state per leggere. Ma è necessario. Per rispetto verso una storia, una passione, una visione che non si spegne. E verso chi ha sempre camminato con noi.

Abbiamo ricevuto oggi i nuovi contratti. E con essi, la conferma: l’Ippodromo Paolo VI è l’impianto più penalizzato in Italia in termini di sovvenzioni. Un taglio pesante, netto. Non un semplice aggiustamento, ma un segnale chiaro, che ci costringe a decisioni immediate e dolorose.

Ci dispiace, certo. Ma non per orgoglio o per interesse personale.

Ci dispiace perché, evidentemente, ciò che abbiamo fatto finora non è bastato a trasmettere cosa intendiamo davvero per 'ippica'.

Un’ippica che non si limita al calendario corse, ma che si nutre di servizi, strutture, investimenti reali; che vive della promozione del territorio, della cura del cavallo, dell’attenzione verso chi ogni giorno frequenta l’ippodromo con serietà e passione. Il nostro centro di allenamento, che abbiamo voluto con forza e curato come un cuore pulsante del benessere animale, sarà tra i primi servizi a dover essere dismessi.

Abbiamo investito tanto, con passione e visione, per un’ippica che forse non esiste. O forse non interessa più a chi dovrebbe valorizzarla. Ma non ci siamo mai mossi per tornaconto…chi ci conosce lo sa.

Se questo è il messaggio, lo raccogliamo, non senza amarezza, ma con la lucidità di chi sa riconoscere il tempo che cambia e ha il coraggio di cambiare con esso.

Ci adatteremo a una nuova era. Non molleremo, non ci appartiene.

Non recriminiamo, non protestiamo, proseguiamo come sempre con la stessa passione di ieri, ma con occhi nuovi e passo diverso, perché in fondo non ci è mai fregato di compiacere, ma solo di andare avanti. E continueremo a farlo.

Chi ci conosce sa che qui non si è mai fatto nulla tanto per fare. Ce l’ha insegnato nostro padre, fondatore di questo Ippodromo, che ha saputo trasmetterci prima di tutto il senso del lavoro, del dovere, della costruzione lenta e solida.

Siamo cresciuti con questi valori e continueremo a camminare con la schiena dritta, anche in salita.

Ci reinventeremo, cambieremo assetti, visioni, priorità.

Ci allontaniamo da ciò che eravamo, ma non da ciò che siamo. E anche in silenzio, continueremo a lavorare per un’idea di ippica che non abbiamo mai tradito. Né mai tradiremo.”

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