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Faggiani (Anci): 'Riordino passi da un Codice del gioco pubblico'

03 ottobre 2020 - 08:21

Prima puntata dello speciale di GiocoNews dedicato al riordino del gioco pubblico e all'attuazione dell'Intesa in Conferenza unificata del 2017, la parola a Domenico Faggiani dell'Anci.

Scritto da Fm
Faggiani (Anci): 'Riordino passi da un Codice del gioco pubblico'

Sarà la volta buona?
È la domanda che ricorre nelle ultime settimane fra gli operatori del gioco, alla luce dei tanti endorsement, strettamente politici e non, al recupero dell'intesa stipulata in Conferenza unificata Stato Regioni ed enti locali nel 2017 a proposito del riordino del settore.
Tre anni quasi di silenzio a riguardo, nell'attesa dei provvedimenti attuativi mai arrivati, rotti quest'estate dalle dichiarazioni del sottosegretario al ministero dell'Economia e delle finanze Pier Paolo Baretta (che solo due giorni fa ha ricevuto formalmente dal Mef la delega a trattare le questioni inerenti ai rapporti con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, e quindi anche i giochi) e del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, che si sono detti intenzionati a riprendere in mano "le pratiche", per la tutela del gioco legale.


Mentre sullo sfondo si succedono sentenze contrastanti emesse dalle varie sezioni dei tribunali amministrativi e del Consiglio di Stato, che attribuiscono oppure negano un "valore cogente" ai parametri stilati in quell'occasione.

Ma cosa ne pensano Comuni e Regioni, i soggetti che hanno sottoscritto quell'accordo?
Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati, in uno speciale pubblicato sul numero di ottobre della rivista cartacea di GiocoNews, consultabile integralmente a questo link.

Oggi, cominciamo con il punto di vista di Domenico Faggiani, responsabile del Tavolo sulle problematiche del gioco dell'Anci - Associazione nazionale comuni italiani.
 
Recentemente il sottosegretario Baretta (Mef) ha auspicato una ripresa dell'accordo del 2017, evidenziando che "il ruolo dei sindaci dovrebbe essere concepito sempre nel solco dell’accordo in Conferenza unificata". Cosa ne pensa?
"Sono pienamente d’accordo con il sottosegretario Baretta sul fatto che bisogna riprendere il discorso partendo dall’intesa in Conferenza Unificata del settembre 2017. Sono oramai tre anni che vengo ripetendo questa cosa, e mi fa molto piacere che oggi questa posizione sia largamente condivisa, anche da una parte importante della filiera del gioco, compresi alcuni che all’epoca criticarono duramente quel documento".
 
L'Intesa, firmata ormai 3 anni fa, forse ha fatto il suo tempo. Secondo lei cosa dovrebbe prevedere un riordino davvero efficace del gioco pubblico?
"Sono trascorsi tre anni e molte cose sono mutate. Sono state approvate tutta una serie di norme, come ad esempio il decreto-legge n. 124/2019 (decreto fiscale) convertito con modifiche dalla legge 157/2019, o la legge n. 160/2019 (legge di bilancio 2020), tanto per citarne alcune dello scorso anno, che sono intervenute anche sulla materia del gioco pubblico, apportando significative modifiche alle disposizioni vigenti. Quindi è evidente che non è più possibile dare attuazione al documento del 2017 che - come si ricorderà - si concludeva con la richiesta al ministro dell’Economia e delle Finanze di tradurre i contenuti dell’Intesa in un apposito decreto ministeriale. Tuttavia ritengo che la sostanza di quel documento debba costituire la base da cui ripartire, questo perché sono rimaste identiche le motivazioni e gli obiettivi allora indicati: 'L’obiettivo che lo Stato si propone, di intesa con gli Enti locali, è regolare la distribuzione dell’offerta di gioco diffusa nel territorio, tenendo conto delle accresciute esigenze sociali'. A questo punto serve un 'Codice del gioco pubblico' che partendo da riordino, riduzione e riqualificazione dell’offerta di gioco, affronti tutti gli aspetti, compresi quelli della prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo e quello dei controlli e del contrasto ad ogni forma di illegalità. Una cornice all’interno della quale poi vadano a collocarsi le leggi regionali. Norme che consentano di dotare i Comuni degli strumenti e delle risorse necessarie, affinché questi possano svolgere appieno il loro ruolo: la tutela del cittadino, a
cominciare dalla sua salute, la programmazione sul territorio comunale dell’offerta di gioco pubblico, il contrasto ad ogni forma di illegalità".
 
Come si sta muovendo il tavolo Anci? Ci sono aggiornamenti sulle sue attività?
"Il Coordinamento nazionale Anci sulle problematiche del gioco, nella sua ultima riunione, ha fatto il punto sulla situazione generale del settore, anche a seguito del periodo di lockdown dei mesi scorsi e del conseguente fermo del gioco fisico legale, e si è dato una serie di obiettivi di lavoro per l'autunno. Fra poco sarà ripreso il lavoro finalizzato ad organizzare iniziative sui territori, in collaborazione con le Anci regionali, come già fatto, in diverse regioni, nel corso del 2019. Non mancherà il nostro contributo anche in vista del riordino generale della materia, anche attraverso incontri con tutte le parti interessate, a cominciare dal sottosegretario con delega al gioco e dai vertici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. L’auspicio è che si arrivi, quanto prima, all’approvazione di quel Codice del gioco di cui prima facevo cenno".
 

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