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Cassazione: 'Esposizione tabella giochi proibiti resta obbligatoria'

20 giugno 2023 - 10:21

La Cassazione conferma che mancata affissione della tabella dei giochi proibiti conserva rilevanza penale anche dopo la abrogazione dell'articolo 665 del codice penale.

Scritto da Fm
© Sergio D'Afflitto / Wikimedia

© Sergio D'Afflitto / Wikimedia

La mancata esposizione della tabella con l'indicazione dei giochi proibiti, prescritta dall'art. 110, comma primo, del testo unico di pubblica sicurezza e disciplinata dall'art. 195 del relativo regolamento d'esecuzione, continua a essere penalmente sanzionata” e “conserva rilevanza penale anche dopo la abrogazione dell'articolo 665 del codice penale”.

A ricordarlo sono i giudici della Corte di Cassazione nella sentenza con cui rigettano il ricorso di un uomo contro la condanna inflittagli dal Tribunale di Palermo per avere omesso di esporre all'interno, in qualità di esercente sala giochi, la prevista tabella nella quale sono indicati i giochi proibiti.

A nulla è valso il tentativo dell'uomo di negare, nel ricorso, di essere il titolare e il gestore del locale, visto che nell'ambito dei controlli della polizia locale che avevano rilevato l'assenza della tabella dei giochi proibiti, si era presentato come tale. “Del resto, essendo l'imputato l'unico soggetto presente sul posto, del tutto irrilevante appare la circostanza che il locale sia - in ipotesi - formalmente intestato ad altri, ciò che rileva essendo la signoria di fatto sul bene al momento del fatto, come occorso nel caso di specie”, rimarca la sentenza.

In concreto, chiariscono i giudici, “la norma contestata al ricorrente costituisce una violazione 'formale', ossia la mera mancata affissione della tabella dei giochi proibiti. Sono al contrario, come di solare evidenza, estranei alla fattispecie sia elementi relativi al coefficiente psicologico (fine di lucro), sia elementi che afferiscono alla effettiva presenza di giochi proibiti nella sala. La configurabilità del reato in esame prescinde del tutto dal fatto che all'interno del locale si pratichino o meno detti giochi, in quanto l'articolo 110 del testo unico 'non va interpretato in senso letterale, ma in senso logico-giuridico per cui tutti i pubblici esercizi hanno l'obbligo di esporre la tabella sopra indicata: infatti, la terminologia sale da biliardo o da gioco'va intesa in senso comune e cioè come luogo ove, oltre alle varie attività consentite, possa giocarsi anche al biliardo o ad altri giochi leciti e non già, in senso specifico, e cioè esercizio pubblico destinato esclusivamente allo svolgimento di quei giochi. Ne deriva che i due precetti - della esposizione della tabella e della visibilità della stessa nell'esercizio - vanno rispettati in tutti i pubblici esercizi autorizzati allo svolgimento dei giuochi'”.

Per la cronaca, l'articolo 665 del Codice penale che è stato abrogato dall'art. 13, del D.lgs. 13 luglio 1994, n° 480 è il seguente: “[Chiunque, senza la licenza dell'Autorità, o senza la preventiva dichiarazione alla medesima, quando siano richieste, apre o conduce agenzie di affari, stabilimenti o esercizi pubblici, ovvero per mercede alloggia persone, o le riceve in convitto o in cura, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a lire un milione. Se la licenza è stata negata, revocata o sospesa, le pene dell'arresto e dell'ammenda si applicano congiuntamente. Qualora, ottenuta la licenza, non si osservino le altre prescrizioni della legge o dell'Autorità, la pena è dell'arresto fino a tre mesi o dell'ammenda fino a lire seicentomila.]

 

 

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