I tabaccai: 'Gioco legale va tutelato, non demolito'
Giorgio Pastorino (Sts) e Giovanni Risso (Fit) inaugurano a Torino il convegno Liberi di scegliere, basta proibizionismo e chiedono più tutele per il gioco legale.
Torino - Di fronte a un atteggiamento, quello della Regione Piemonte, che "vanifica tutti gli sforzi fatti dal Governo e dalle Regioni in sede di Conferenza unificata , questo convegno, non a caso organizzato a Torino, vuole restituire la corretta visione di un equilibrio tra offerta legale di gioco e salute pubblica che va tutelato, non demolito".
Così Giorgio Pastorino, presidente nazionale del Sindacato Totoricevitori sportivi, inaugura a Torino il convegno "Liberi di scegliere, basta proibizionismo", organizzato oggi, 19 febbraio, dalla Fit (Federazione italiana tabaccai), dall'Istituto Milton Friedman Institute e dal Sindacato Totoricevitori sportivi, che rappresenta i tabaccai titolari di una ricevitoria di giochi pubblici con vincita di denaro.
Ad oggi sappiamo che sono solo 15mila i malati in cura. Certo che dire che i dati reali sono tra 800mila e 2 milioni è falso. Sappiamo che questi sono solo i dati di chi gioca regolarmente, da anni, ma senza mai esagerare. Anche io bevo un bicchiere di vino ad ogni pasto, ma non sono mai diventato alcolizzato. Altra fake news, sentiamo spesso dire che il nostro settore paga meno tasse di altri. Su 100 euro incassati da una slot circa 30 sono quelli che restano nelle tasche di noi tabaccai, sui quali si devono sostenere le spese legate alla gestione. Considerando poi che la tassazione è applicata sul fatturato, sui 100 euro, non sui 30 incassati. Il nostro settore ha fatto molto di più per le ludopatie che non la politica. Non abbiamo mai sottovalutato il problema, non possiamo permetterci di perdere clienti. Ci siamo attivati per ridurre la disponibilità, ci siamo attivati per avere formazione specifica, abbiamo chiesto di creare un database dei soggetti a rischio. Ma non abbiamo avuto risposte. Il gestore può e fa più del distanziometro. In Piemonte hanno messo distanziometro e orari, mettendo in crisi aziende e creando il fenomeno del pendolarismo del gioco. Peraltro solo al 2 percento degli italiani interessa il tema del gioco. Basta a questa politica che non riusciamo a compendere. Chiediamo il riconoscimento di un lavoro che svolgiamo sul territorio anche a favore della comunità, a sempre a nostro rischio e pericolo", conclude Pastorino.
"È un appuntamento fondamentale. Vorremmo spiegare all'organismo regionale che siamo aperti al dialogo, che siamo in un certo qual modo rappresentanti dello Stato. La Regione invece non vuole incontrarci. Riteniamo che sia giunto il momento di fare informazione non falsata.
Circa il 50 percento del nostro fatturato deriva dal gioco legale. Il nostro è un lavoro a stretto contatto con il pubblico. Costituiamo una rete di professionisti con oltre 50mila punti sul territorio. La tabaccheria è un luogo di fornitura di numerosi servizi, a maggior ragione dopo la chiusura di molti uffici postali. Siamo professionisti in quanto facciamo da sempre la formazione, in collaborazione con il Ministero. Abbiamo visto il cambiamento delle abitudini negli ultimi anni, il recupero di giocatori che erano attivi nel mercato nero, anche con un grande vantaggio per l'erario. Ora l'attacco al mondo del gioco mosso dal sensazionalismo, dalla demagogia, dalla disinformazione, sta rovinando tutto il lavoro fatto.
Nel 2016, ultimi dati disponibili, sono stati raccolti 96 miliardi di euro, cifra che comprende anche le vincite (77 miliardi). La spesa media annuale in Piemonte è di 0,90 euro al giorno dedicato al gioco dai solo cittadini maggiorenni. Spesa che si riduce ancora di più se escludiamo giochi che non siamo le slot.
L'approccio piemontese sta smantellando una rete di gioco legale con lo specchietto per le allodole dei luoghi sensibili (la lista sarebbe infinita) .
Sono duemila le aziende piemontesi attive e ora in difficoltà, 13 i milioni di euro persi per le entrate erariali solo a dicembre. Si stimano almeno 2000 licenziamenti, e altri considerando le altre aziende della filiera.
Non neghiamo il gioco patologico, ma i dati delle Asl sono disarmanti. Molto peggio sono i dati dell'alcolismo, ma nessuno proibisce agli esercizi commerciali di vendere alcolici. Speriamo che il convegno di oggi smuova le coscienze".