“Rimaniamo sconcertati nel vedere assimilare i gestori di apparecchi Awp (slot) ai fenomeni sui quali si intende intervenire con tale pregevole iniziativa. Al di là delle vostre intenzioni, tale assimilazione presenta degli indubbi profili diffamatori nei confronti di imprenditori che operano nella piena legalità e per conto dello Stato, il quale, giova ricordarlo, è il titolare del sistema del gioco pubblico legale che viene esercitato da imprese private, in virtù di un rapporto concessorio che si pone a monte dell’intera filiera”.
A scriverlo è Massimiliano Pucci, presidente dell'associazione As.Tro in una lettera indirizzata al Nuovo circondario imolese, un'unione di comuni situata nella città metropolitana di Bologna, che ha attivato uno lo Sportello di sostegno e ascolto del dedicato, come si legge testualmente nella locandina che pubblicizza l'iniziativa, “a chi subisce estorsione o usura, a chi si trova in una situazione di sovraindebitamento e ai commercianti che desiderano recedere dai contratti con i gestori delle slot machines”.
Tale attività è inserita nell'ambito del piano locale di contrasto al gioco patologico messo in campo dal Tavolo circondariale Legalità, coordinato dalla sindaca delegata Beatrice Poli, alla guida del Comune di Casalfiumanese (Bo).
As.Tro quindi rimarca che “il sistema del gioco pubblico legale è stato organizzato in questa maniera proprio allo scopo di sottrarre questo mercato dalle mani della criminalità e per mettere a disposizione dei giocatori un prodotto garantito che impedisca il perpetrarsi di condotte fraudolente ai loro danni. Con ciò non intendiamo escludere che esistono fenomeni di dipendenza patologica connessi all’utilizzo di prodotti legali ma soltanto evidenziare che l’eliminazione dal territorio del gioco legale, proposito che voi intendete perseguire, non solo non condurrà all’eliminazione di comportamenti criminali come l’usura, l’estorsione e l’oppressione criminale, ma tenderà anzi ad amplificarli”.
Per ciò che attiene il sostegno ai commercianti per adiuvarli nell’intento di recedere dai contratti con i gestori di apparecchi, “segnaliamo che si tratta di contratti regolati dal codice civile liberamente sottoscritti dai commercianti, i quali non sono sottoposti ad alcuna indebita pressione per impedir loro di recedere dagli stessi”, si legge ancora nella lettera inviata dall'associazione al Nuovo circondario imolese.
“Come tutti i contratti, prevedono delle regole che disciplinano il recesso e si tratta di regole pienamente conformi ai principi di diritto che regolano i rapporti tra privati. Non abbiamo titolo, né, tanto meno, alcuna intenzione di dissuadervi dalla vostra opera di convincimento rivolta ai commercianti affinché rinuncino all’offerta di gioco legale presso i loro esercizi ma vi segnaliamo che gli stessi commercianti sono, per ciò che riguarda i gestori, già liberi di fare le scelte imprenditoriali che reputano opportune, nel rispetto degli accordi contrattuali che hanno scientemente sottoscritto, delle regole e dei principi di diritto”, conclude Pucci.
“Ovviamente, se siete a conoscenza di fenomeni riguardanti gestori che, tramite condotte che esorbitano dal normale esercizio dei loro diritti, realizzano illegittime pressioni nei confronti dei commercianti che intendono dismettere gli apparecchi, vi saremmo grati se ce li segnalaste (dopo averli segnalati all’autorità giudiziaria)”.