St.Julians, Malta - “L'Italia ha appena avviato una nuova fase, con il completamento del bando di gara per le nuove concessioni per il gioco online, che delinea un nuovo mercato, ancora più competitivo e di certo il più competitivo di sempre, ma che si propone come un mercato per pochi”.
Ne è convinto Quirino Mancini, partner dello studio Wh Partners Italy, intervenuto al “Jurisdictional Briefing: Italy, Gibraltar, Finland” organizzato a Malta dallo studio legale a margine di Sbc Summit Malta, all’interno dell’Hotel Intercontinental di Saint Julian’s.
“Non è un caso - spiega Mancini - che il numero di concessioni è diminuito rispetto a prima, con circa 50 licenze che verranno rilasciate”.
Secondo il legale “È stato un processo molto complicato, molti lavori digitali sono stati messi insieme, report di tutti i tipi, report di sostenibilità, finanziari, e altri. Perciò, nonostante le regole da rispettare, si tratta di una licenza da record per l'Europa. Perché bisogna tenere in mente che ogni licenza prevede un costo di base di milioni di euro. E, inoltre, ci sono anche le garanzie che dovrebbero essere provviste dopo aver finito l'applicazione, generando altri costi. Quindi, non voglio spaventare nessuno, ma direi che fare un'azienda di gaming in Italia, ora, è ancora più difficile che mai. Per contro si tratta di un mercato interessante, molto competitivo, ma anche molto dinamico e responsive, altrimenti non penso che quelli che spenderanno fino a 35 milioni solo per le cifre di licenza per ottenere cinque licenze siano stupidi. Il mercato è lì, ma sto dicendo che è un mercato per i grandi, non per altri”.
Mancini ha poi spiegato, nel confronto con altre giurisdizioni, le differenze normative che riguardano l’Italia, per esempio l’inesistenza di una licenza b2b nel nostro settore, come invece accade in quasi tutti gli altri Paesi, concentrando tutto il mercato e le responsabilità attorno alla figura dei concessionari.