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Camera, FI: 'Tutelare botteghe storiche' e cita divieto di sale gioco di Roma

29 luglio 2021 - 08:51

Al vaglio della Camera la Pdl di Spena (FI) per valorizzare botteghe artigiane storiche, il modello è il regolamento sul centro storico di Roma, che vieta le sale gioco.

Scritto da Redazione

All'interno della Città storica, le attività commerciali sono classificate in 'tutelate' (individuate dall'art. 8 e 5 condotte in via esclusiva, ovvero condotte in locali destinati esclusivamente all'esercizio di detta ed unica attività, per le quali è sancita una speciale regolamentazione inerente la chiusura e l'attivazione successiva di nuovi esercizi) e 'vietate' (art. 11), che vanno – a titolo di esempio - dal commercio all'ingrosso alle sale giochi, dall'autolavaggio ai sexy shop”.

Il divieto di aprire sale gioco, e altre attività ritenute “poco decorose” , nel centro storico della Capitale, in ossequio alla deliberazione 21 luglio 1997, n. 139, recante “Misure di tutela per i negozi storici di Roma”, viene ritenuto un modello da seguire nel dossier della Camera dei deputati sulle proposte di legge n° 1072 e 3036 “Istituzione e disciplina delle zone del commercio nei centri storici” e "Disposizioni per la promozione e la valorizzazione delle attività commerciali e delle botteghe artigiane storiche" , che intendono introdurre una disciplina nazionale di tutela delle attività commerciali che si svolgono nei centri storici, al fine di preservare la tradizione e la continuità culturale dei luoghi.

 

La relazione alla proposta di legge n. 3036, a firma di Maria Spena (Forza Italia), infatti, cita un intervento a tutela delle attività commerciali storiche nel comune di Roma, con riferimento alla deliberazione 21 luglio 1997, n. 139, recante “Misure di tutela per i negozi storici di Roma”.
Va precisato che alla delibera citata si è affiancata la delibera dell'Assemblea capitolina (Dac) 17 aprile 2018, n. 47 ("Regolamento per l'esercizio delle attività commerciali e artigianali nel territorio della Città Storica"), che prevede tre ambiti territoriali caratterizzati da diversa disciplina, al fine di "conciliare le esigenze di sviluppo del tessuto economico della Società Storica con quelle di tutela del decoro nelle aree di maggior pregio, alcune delle quali attualmente caratterizzate da un diffuso degrado dovuto anche alla scarsa qualità offerta dalle attività commerciali e artigianali della tipologia alimentare". In particolare, "si passa da un ambito più ampio - Città storica (…) - caratterizzato da disposizioni specifiche ma non troppo limitative, ad un ambito intermedio - Città storica (…) - con una regolamentazione più rigida - e ad uno più ristretto - Sito Unesco e Rioni che ricadono anche parzialmente nello stesso - ove sono previste prescrizioni ancor più stringenti, volte a garantire la qualità dell'offerta nel settore alimentare, e comprensive dei divieti di nuove aperture in tale settore a causa del superamento delle soglie di saturazione".
 
Il dossier ricorda che “il regolamento è stato oggetto di vari ricorsi, ma la giurisprudenza amministrativa (vedi Tar Lazio Roma, sentenza 3 maggio 2019, n. 5581) sembra ferma nel ritenere, anche sulla scorta dei principi elaborati dalla Corte Costituzionale, che la potestà normativa dell'Ente locale, a seguito della introduzione della disciplina sulle liberalizzazioni conserva la possibilità di introdurre specifiche limitazioni all'apertura, al trasferimento ed all'esercizio di attività commerciali, quando ciò sia necessario a tutela di particolari esigenze di protezione di caratteristiche locali di natura sanitaria, artistica, culturale ed urbanistica come quelle che, nel caso di specie, caratterizzano notoriamente il Centro storico della città di Roma ed il sito Unesco, quando ciò sia giustificato dall'esistenza di motivi imperativi di interesse generale”.
 
La proposta di Spena è stata assegnata alla X commissione Attività  produttive in sede referente.
 

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