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Il gioco legale in piazza: la cronaca della doppia manifestazione

18 febbraio 2021 - 14:38

Tutta la cronaca della doppia manifestazione degli operatori del gioco legale, in piazza a Roma e a Milano.

Scritto da Redazione
Il gioco legale in piazza: la cronaca della doppia manifestazione

Piazza del Popolo a Roma, Piazza Duomo a Milano. Entrambi affollate, ovviamente nel rigido rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, dagli operatori del gioco legale, che intendono con questa duplice manifestazione sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sul drammatico momento che sta vivendo il settore.

A promuovere la doppia iniziativa l'Associazione temporanea di imprese Gioco lecito, con il supporto di oltre 260 aziende del comparto e di decine di associazioni. L'obiettivo è di fare sentire a grande e unitaria voce la richiesta di riapertura immediata immediata delle attività nelle regioni in regime di zona gialla, nel rispetto dei rigidi protocolli anti Covid-19 che sono stati adottati da oltre sei mesi, oltre che la convocazione di un tavolo di confronto tra Governo, Regioni e Associazioni di categoria per trovare una equa soluzione ai diversi problemi che gravano sul settore tra i quali la questione territoriale e l’accesso al credito.

MULE' (FI): "RIAPRIRE IN SICUREZZA" - Fra gli interventi "politici" che si sono succeduti sul palco il forzista Giorgio Mulé. "Vorrei fare un saluto alle donne del gioco legale: si fa un gran parlare di occupazione femmminile, di donne che hanno avuto coraggio di essere imprenditori e impiegati, ci sono migliaia di lavoratrici qui, son queste le donne di cui la politica deve farsi carico. 
Aprire in sicurezza? Cosa si può fare di più? Metterci gli scafandri per giocare? Abbiamo tutti le mascherine, rispettiamo le distanze, sono stati messi i plexiglas.
C'è un problema sociale enorme, che non è quello che non si gioca, ma che c'è una tombola sociale che va all'aria, nessuno si è tirato indietro sugli investimenti per mettersi in sicurezza, altro che ristori.
Si risolve solo in un modo: riaprire in sicurezza.
La democrazia non può essere appaltata ai virologi, la parola spetta alla politica che deve indicare percorsi per rispettare le evidenze di tipo sanitario e quella di vita reale di chi guadagna i soldi lavorando dalla mattina alla sera. Ci si siede al tavolo e si individuano i perìcorsi per far lavorare in sicurezza un settore che contribuisce all'Erario per miliardi, importante come baluardo contro l'illegalità".
 
GASPARRI (FI): "BASTA PREGIUDIZI" - Un invito, e un monito, arriva anche dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: "Trovo inaccettabile giudicare un settore, come quello del gioco, solo sulla base di qualche anomalia che è stata riscontrata. Il gioco è un attività legale che sponsortizza attività sportive e sociali, ora con il decreto Dignità essere sono state private di questi mezzi". E ricorda: "Al premier Draghi ho detto che oltre alle riaperture in sicurezza, penso al gioco ma anche ai ristoranti, bisogna pensare anche agli orari. Non è possibile che quello che va bene a mezzogiorno non lo vada alle undici di sera".
 
DE BERTOLDI (FDI): "TUTELARE CHI VUOLE LAVORARE NELLA LEGALITA'" - A prendere la parola, anche il senatore di Fratelli d'Italia Andrea De Bertoldi: "Qui - afferma rivolgendosi ai partecipanti - abbiamo italiani che chiedono di lavorare nella legalità e invece devono restare a casa. Questa è una vergogna, nei confronti di persone che hanno dei nomi e dei cognomi. Da parte dei due precedenti governi, ci sono state due leggi finanziarie, un insieme di decreti che hanno ignorato il legale e la vita di tante partite Iva che vogliono lavorare nella legalità e che non vogliono vivere di sussidi e di assistenzialismo. FdI sarà sempre dalla parte del lavoro autonomo e della legalità. Voi siete la barriera alla camorra e alle sale gioco clandestine, favorite invece dalla politiche di questi ultimi governo. Anche in questo saremo all'opposizione, ma lo saremo in modo costruttivo e propositivo".
 
FIORINI (LEGA): "ORA INCONTRO CON IL GOVERNO" - A salire sul palco anche Benedetta Fiorini (Lega). "Il lavoro non è un gioco, proprio per questo sono qui oggi. Non possono esistere lavoratori di serie A e serie B, serve un cambio di passo da parte del nuovo Governo. Oggi dobbiamo tutelare qualsiasi posto di lavoro, siamo chiamati a dare risposte concrete, per questo siamo e saremo accanto a voi per cercare di portare avanti le vostre istanze". Quindi Fiorini ssicura che si farà promotrice di incontri fra il settore del gioco legale e della politica: "Lavorare in sicurezza si può e si deve".
 
MIRABELLI (PD) "IMPEGNO SU RISTORI E CIG" - Intervenuto anche Franco Mirabelli, senatore del Pd: “Bisogna ripartire al più presto. Il quando non dipende dal Governo e dalla politica ma da come la pandemia si svilupperà. Non sono sicuro, quindi, sui tempi ma credo che la battaglia vera da fare oggi è quella di riconoscere che c’è un settore di imprese e lavoratori e lavoratrici che vanno tutelati.  Io mi prendo un impegno e un’assunzione di responsabilità su questo. La politica deve dare delle risposte possibili adesso e va fatta una battaglia per i ristori e la cassa integrazione”.
 

NOVELLI (FI): "FINALMENTE LA POLITICA SI E' ESPOSTA" - Il senatore di Forza Italia Roberto Novelli sottolinea: "Il settore del gioco è delicato, da molti siete visti come lavoratori che vanno tenuti lontani. Invece siete lavoratori, avete diritto di lavorare e portare reddito a casa, ma questo va fatto con il criterio di chi è responsabile della sua attività. In questi anni avete fatto passi da gigante anche grazie alle vostre associazioni e ora il vostro lavoro è ingiustamente bloccato. La vostra, come altre attività sono chiuse anche se non ci sono stati contagi, e quindi bisogna chiedersi: rimanetee chiusi perché siete visti perchè fate qualcosa di illegale o perché non rispettate le regole?". Poi, conclude il senatore, "il processo per arrivare al risultato è complesso, per questa e per altre altre attività, ma la politica si è esposta, anche in considerazione del fatto che il gioco si è spostato pesantemente sul fronte illegale".

 

ROSATO (IV): "EVITARE CHE GIOCO ILLEGALE TROVI SPAZIO" - Ettore Rosato di Italia viva esordisce lodando la pazienza dei lavoratori del gioco legale.
"Bisogna eliminare ogni lettura ideologica e mettersi a fare le cose in modo giusto ed equilibrato. E' tempo che il settore riapra come altri, nel rispetto di protocolli in sicurezza, perché consente di alimentare le casse dello Stato ed evitare che il gioco illegale trovi spazio. Dove non c'è gioco legale c'è il mercato sotterraneo che prende spazio.
Mi impegno con il collega Ungaro per riaprire un dibattito che verta sul merito e non scivoli nella lettura ideologico.
Non trovo motivi perche voi dobbiate restare chiusi mentre chi vende sigarette, scarpe o caffè resta aperto, garantiamo una battaglia in difesa dei lavoratori che fanno un servizio pubblico".

 

UNGARO (IV) "GIOCO RIAPRA CON GLI ALTRI SETTORI" - Il deputato di Italia Viva Massimo Ungaro sottolinea: "Voi siete un fondamentale presidio contro l'illegalità, il gioco è sempre il primo a chiudere, dobbiamo fare in modo che riapra assieme agli altri".

CHIODO (CNI): "SALE GIOCO, PROTOCOLLI ESEMPLARI" - Gianmaria Chiodo della Confederazione noleggiatori italiani evidenzia: "Per noi lavoratori è una sconfitta se siamo qui di nuovo, per un problema non risolto. Speravo di non dover vedere più questa piazza di nuovo piena. Dopo 250 giorni siamo ancora chiusi senza aver avuto un solo caso di focolaio nato nelle sale da gioco in tutta Italia. Mi sono fatto avanti con il senatore Endrizzi per accompagnarlo nelle nostre sale per mostrare quanto potremo insegnare a tutti come si combatte il Covid, con gli investimenti fatti in sicurezza e tecnologia. Ognuno di noi ha adottato protocolli esemplari, abbiamo ridotto il numero di macchine per evitare assembramenti, inserito plexiglas su ogni apparecchi, termoscanner, registri, siamo attenti a ogni persona che entra. Abbiamo speso migliaia di sale per adeguare le nostre sale. Siamo forse il settore più attento alle norme anti-Covid".

 

CAMPANELLA (EMI REBUS): "PRESIDIO DEL GIOCO LECITO" - “Siamo il gioco terrestre, intrattenimento e presidio di legalità. Per questo abbiamo messo in piazza i fantasmi. E noi andremo avanti finché le forze sono con noi. Anche adesso è attivo il nostro punto nelle piazze e nei luoghi del Governo per far valere i nostri diritti e riappropriarci della nostra dignità”. Antonia Campanella di Emi Rebus-Giocare Italia ovviamente è anche lei in piazza a Roma per manifestare a favore del Gioco Lecito per ottenere una riapertura dopo circa 230 giorni di lockdown delle sale d’Italia.
Una lotta continua, quotidiana, durissima: “Abbiamo trovato la forza perché dovevamo combattere e non restare a casa ad aspettare la nostra morte. Il lavoro femminile nel gioco è al 70 percento e il Governo e i partiti politici dicono di volerlo difendere e tutelare che lo facessero. Noi siamo stanchi di essere considerati lavoratori di Serie B, vogliamo pari dignità rispetto a tutto il mondo del lavoro. Cosa lasciamo ai nostri figli? Noi lavoriamo e ci impegnano ma forse chi è a palazzo non conosce questi valori”.
E poi il messaggio finale, un appello accorato, un ennesimo grido di dolore e di rabbia: “Che le donne si uniscano, sempre di più, per far capire i nostri punti di vista, i nostri problemi. Comprendiamo che Non è una cosa che si possa ottenere dal giorno alla mattina. E ormai siamo caduti così in basso che il lavoro da fare per riaprire sarà pazzesco. Ma se non riotteniamo la nostra dignità sarà ancora più dura.
E’ facile nascondersi dietro una ideologia e dire che noi siamo il male, noi siamo il presidio del gioco lecito!”.

ANGRISANI (LAVORATORE DEL GIOCO PUBBLICO) - Cosa significa essere chiusi per quasi 230 giorni? Chiede il direttore di Gioconews.it Alessio Crisantemi a Roberto Angrisani, lavoratore di gioco lecito: “Sono uno di voi, un figlio di nessuno, un lavoratore di Serie B come ci classificano ma non c0è niente di così falso. Siamo accomunati a criminali o magnati di casinò a Dubai o Las Vegas. Ma oltre i numeri ci sono operai, impiegati, personale di sala, addetti alla manutenzione e noi vogliamo vivere dignitosamente di quello che guadagniamo e non vogliamo l’assistenzialismo. Quello che è arrivato finora non è sufficiente ed è in ritardo. Ringraziamo i politici ma ora servono risposte chiare perché il lavoro non è un gioco”.Si potrebbe ripartire in sicurezza già da domani? “Certo che sì! Anche perché spesso parlavano dei giocatori che da soli giocavano nelle sale bingo o slot o scommesse ma ora siamo paragonati all stessa stregua di una discoteca? Cos’è successo ora? Cos’è cambiato da prima?”. Tutto molto chiaro.
 

D'AMBROSIO (CNI): "FERMO ANCHE IL PURO INTRATTENIMENTO" - Enrico D'Ambrosio del Cni afferma: "Spero che i passaggi dei politici di oggi non siano stati solo passerella, ma che abbiano visto la sofferenza dei lavoratori e delle loro famiglie. Questa pandemia ci ha insegnato che il Gap non è vero problema (è la nona dipendenza d'Italia e nessuno fa mai niente contro il tabagismo), che il proibizionismo porta sempre l'illegalità. Noi regaliamo intrattenimento, poi ovvio che bisogna impedire la degenerazione, e con essa la malattia".
Non è fermo solo il gioco con vincita in denaro ma anche il puro intrattenimento. "Luoghi dove si può lavorare in sicurezza sempre rispettando le norme che di danno. La mia famiglia ha azienda di intrattenimento fin dal 1964, stiamo distruggendo anche il puro intrattenimento, i calciobalilla, preferendo far giocare i nostri ragazzi con i telefoni".

 

PITTELLA (PD): "NECESSARIA AZIONE PARLAMENTARE" - “Penso che la cosa più bella di oggi non è tanto la presenza di noi politici ma che voi siate scesi in piazza. E’ una battaglia culturale perché per troppo tempo parlare di gioco è sembrato immorale come se fare un’azione normale della propria vita fosse un fatto illegale e si è creata un’aureola nera per cui qualsiasi atto era guardato con pregiudizio. Ma erano, appunto, pregiudizi culturali e ideologici. Sarà necessaria un’azione parlamentare e credo ci siano maggiori condizioni per approvare norme di riapertura in sicurezza. Non devo ripetere ciò che è stato detto ma quelle intemperie sul gioco legale sono state le migliori alleate del gioco illegale. Noi ci batteremo per questa parte d’Italia che deve far parte della ricostruzione di questo Paese”.
 

D'ATTIS (FI): "ROMPERE MURO DI IPOCRISIA" - A fine manifestazione è intervenuto anche il forzista Mauro D'Attis. "Non ho voluto far mancare il mio sostegno, fin dall'inzio di questa legislatura ho sempre avversato una certa tendenza all'ipocrisia, denominatore comune di tante scelte prese dai governi precedenti, entrambi avevano "un giallo" in comune (alludendo al Movimento 5 stelle, Ndr), carico di pregiudizi nei confronti del gioco legale.
Sono anni che ci cerchiamo di far comprendere il 'peso' delle parole della Procura Antimafia, delle forze dell'ordine, dei Monopoli, che voi del settore del gioco pubblico siete garanzia di tutela della legalità con le vostre sale. Con alcune delle associazioni che oggi manifestano abbiamo sempre sostenuto emendamenti in tutti i provvedimenti possibili, che mi hanno sempre visto tra i primi firmatari. Accanto a me c'è il senatore Gianni Pittella, che seppur su un altro fronte, dalle file del Partito democratico, ha sempre sostenuto delle tesi su cui ci siamo ritrovati: vogliamo sconfiggere quel muro di ipocrisia che c'è in Parlamento, che ha danneggiato voi, le vostre aziende e i giocatori, che hanno il diritto di giocare, e ha ridotto anche le entrate fiscali per lo Stato italiano, concedendo alla criminalità organizzata di accrescere il proprio potere.
Lo Stato è cosciente degli effetti della limitazione dei concessionari del gioco legale, come avviene in molte regioni, con i vari distanziometri, che il settore del gioco legale anche in lockdown è sempre stato il primo a chiudere e l'ultimo a riaprire. E se lo Stato sa che questo ha determinato uno spostamento verso il gioco degli interessi della criminalità organizzata, e nonostante tutto continua a bloccare il settore, allora non è 'sbadato', ma indirettamente diventa connivente con a criminalità organizzata.
Ecco, io non voglio essere connivente, e difendo le aziende di questo settore.
Il mio atteggiamento non cambierà, e a tutti i politici che fanno passerella dico: votate gli emendamenti che abbiamo presentato, è in Parlamento che si approvano gli atti che servono".

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