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Gioco legale di nuovo in piazza a Roma, la cronaca del sit-in

11 maggio 2021 - 13:35

Piazza Montecitorio piena per la manifestazione dei lavoratori del gioco di oggi, 11 maggio. Dal palco la richiesta di una pronta riapertura in sicurezza e di sostegni concreti.

Scritto da Fm
Gioco legale di nuovo in piazza a Roma, la cronaca del sit-in

Un cielo nuvoloso gravido di pioggia ha accolto i manifestanti che oggi, 11 maggio, si sono ritrovati nella piazza romana di Montecitorio per attirare nuovamente l'attenzione dell'opinione pubblica e del Governo sul lockdown del gioco pubblico, che ormai ha sfondato la soglia dei 300 giorni, raggiungendo un poco invidiabile record europeo delle chiusure.
Nel segno della frase "Io esisto", che non vuole essere un semplice slogan, ma una richiesta di azioni concrete per tutelare un comparto che dà lavoro a 150mila persone, e che "resiste", da tanto, troppo tempo. Senza un orizzonte certo al quale poter guardare.

Un lungo pomeriggio, nel quale si sono susseguiti gli interventi dei politici e dei lavoratori.

Ore 18.32 - La pioggia non è certamente di aiuto ai manifestanti e nel corso del pomeriggio è aumentata: "Molte persone sono andate via, siamo rimasti in un piccolo gruppetto ma fra poco andremo anche noi", spiega Antonia Campanella. Ma naturalmente la richiesta, di una data certa e prossima, per quanto attiene la riapertura dei gioco, resta ed è più forte che mai. E domani si replica, con la manifestazione indetta stavolta dalle organizzazioni sindacali ma che ha le stesse finalità: tenere alta l'attenzione sulla drammatica situazione del gioco legale, delle sue aziende e dei lavoratori.

Ore 17.49 - Passano i minuti ma le proteste non si fermano. "Stiamo stanchi di aspettare", ribadiscono i lavoratori. Con diversi appelli al ministro della Salute Roberto Speranza, al Comitato tecnico scientifico e al premier Mario Draghi. 

Ore 17.10 - Al grido "subito, subito", i manifestanti chiedono a gran voce di essere auditi dal ministro dell'Economia Daniele Franco, ribadendo di non avere nessuna intenzione di andarsene.

Ore 16.27 - "Vogliamo tornare a lavorare, abbiamo dimostrato ampiamente che siamo in grado di farlo e di farlo in sicurezza. Fateci lavorare, e poi veniteci a controllare", chiede Debora, una lavoratrice. A lei si aggiunge la voce di Riccardo, arrivato dal lago di Garda a Roma per partecipare al sit-in. "La cosa che mi fa più rabbia e dover arrivare al giorno della cassa integrazione, pagare l'affitto e scegliere se dover pagare la bolletta o dare mangiare a mio figlio. Stasera voglio tornare a casa e dirgli che sono stato fuori per ottenere qualcosa. Questo non è dignitoso. Non è la pioggia che ci fa abbassare la testa, ma non sarete neppure voi", grida, rivolgendosi ai politici. 

Ore 16.07 - "È un momento difficile per tutti e bisogna tenere duro", sottolinea Salvatore Barbieri, presidente di Ascob. "Il nostro nemico numero uno è lo stigma contro il gioco legale, abbiamo dimostrato che nei nostri locali applichiamo le norme sulla sicurezza e le possiamo applicare più degli altri. Dobbiamo stare qua a dire che siamo presenti, e a dire che i nostri lavoratori da oltre un anno non percepiscono quello di cui hanno bisogno. Siamo stati i primi a presentare i protocolli, che sono già molto più forti rispetto a quelli dei negozi che sono già aperti. Sono ben fatti e pronti per essere utilizzati, ma siamo sempre pronti a confrontarci. Qualche giorno fa abbiamo mandato una lettera al premier Draghi, uniti. Non facciamoci prendere in giro".
Dopo di lui a prendere il microfono è Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016. "Siamo stufi di stare chiusi ma anche di chi ci dà ragione, ci promette aiuto e poi non fa nulla, e non ha il coraggio di rappresentarci. Ci devono ascoltare quelli che possono decidere".

Ore 16 - Dal palco di Montecitorio si moltiplicano gli appelli dei manifestanti a resistere e a non arretrare di un passo fino a quando non venga raggiunto l'obiettivo di conoscere "una data di riapertura per programmare le attività", evidenziando che è impossibile pensare "di andare oltre l'estate".

Ore 15.45 - Nel riprendere la parola, Campanella ha chiesto ai lavoratori di non abbandonare la piazza fino a quando non verrà fornita "una data certa per la riapertura del settore. Siamo chiusi perché è una scelta politica, così come lo è l'esclusione dai sostegni regionali. È il momento di dire basta".
 
Ore 15.38 - "Seguiamo tutte le regole e non capiamo perché dobbiamo essere discriminate", ribadisce una delegazione di lavoratrici toscane. "È dal 25 ottobre che siamo a casa, siamo in Cig e le spese però sono sempre le stesse. Siamo lavoratori paghiamo le nostre tasse, e non è giusto vedere che le mafie si stanno arricchendo a spese nostre". Una lavoratrice di Napoli, Giusy, aggiunge: "Non ce ne andremo da qui finché non avremo una data".
 

Ore 15.29 - È la volta di Mauro D'Attis di Forza Italia. "Difendiamo il settore del gioco legale nella consapevolezza che ad approfittare delle chiusure è la criminalità. Non posso sostenere uno Stato che fa finta di non vedere ciò che accade, e di non leggere le relazioni delle forze dell'ordine e dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli che denunciano lo spostamento degli interessi economici dal gioco pubblico a quello illecito.
Ho fatto un'interrogazione recente al Governo, affinché si attui il riordino dei giochi annunciato qualche anno fa. C'è da lottare, per abbattere un muro che non è di gomma ma di cemento armato. Spero che questo grido arrivi al Governo. I ministri di Forza Italia sanno come la penso, e che le nostre richieste servono per una seria difesa dei posti di lavoro e delle entrate dello Stato. Il gioco può riaprire in sicurezza, aspettiamo le determinazioni del Comitato tecnico scientifico, ma useremo tutta la nostra forza per tutelare il settore".
 
Ore 15.18 - "Un abbraccio al Paese che vuole lavorare. Agli operatori del gioco, delle palestre, ai baristi, all'Italia che è stata penalizzata. Voi poi detenete un record, siete chiusi da un anno a fronte di indennizzi scarsi. Qualcuno nei palazzi del Governo con questo ha fatto brindare l'illegalità, chiedo al ministro Speranza quanto tempo ancora vorrà far brindare la criminalità". È l'appello lanciato dal palco di Roma dal senatore Andrea De Bertoldi, che annuncia la presentazione di "una mozione in Senato per chiedere di porre fine immediatamente all'uso delle mascherine all'aperto e la riapertura in sicurezza di tutte le attività, nel rispetto delle regole. Il nostro Paese ha bisogno di vivere. Con i lockdown generalizzati hanno sbagliato tutto. Basta con le parole. Da giovedì avremo e avrete delle risposte".
Quanto alle discriminazioni delle banche nei confronti di gioco, De Bertoldi ricorda l'impegno portato avanti in commissione cercando di capirne il perchè. "Abbiamo convocato l'Abi per chiedere riscontri su questo e abbiamo avuto risposte incentrate sul fatto che le banche spostano il problema su banca centrale e normative Ue, gravandoli di pesi eccessivi. Non credo possa essere una giustificazione, sicuramente le responsabilità non sono ben definite e bisogna coinvolgere anche la Banca d'Italia. La prossima settimana audiremo tre grandi banche per sapere da loro perchè vi chiudono i conti e come possiamo essere propositivi in Parlamento per proporre una semplificazione".
 
Ore 15 - Ad aprire la manifestazione è Antonia Campanella, portavoce del comitato Donne in gioco. "Dobbiamo essere uniti. Ormai siamo al collasso, siamo qui per richiedere la riapertura ma anche l'ossigeno dal momento della riapertura
Per questo, lottiamo uniti, con grande senso di civiltà.
Chiediamo rispetto per la nostra categoria e i nostri posti di lavoro.
Siamo gente onesta, sono loro, i politici, a doversi vergognare".
 
Le immagini del sit-in
 
 
 
 
 

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