“Abbiamo un'occupazione di circa 150mila persone sul territorio e non devono nascondere quello che fanno. Fanno un lavoro come tutti gli altri. Non dimentichiamo che siamo noi gestori a stare sul territorio a raccogliere le sfide di ogni giorno, e anche gli incassi che poi versiamo ai concessionari, e quindi finiscono allo Stato. Siamo la spina dorsale degli apparecchi da gioco sul territorio nazionale. Creiamo occupazione, un indotto, che consente di portare avanti il nostro settore, il più controllato in Europa. Dobbiamo formare le persone, informarle sui rischi del Gap ma non proibire il gioco, perché si ottiene l'effetto contrario”.
Inizia così l'intervento del presidente nazionale di Sapar, Domenico Distante, alla conferenza stampa di presentazione del premio "Una politica allacciata al futuro. Cerimonia di conferimento borse di studio Sapar - anno 2019", tenutosi oggi, 22 maggio, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato, a Roma.
“Dove non ci sono più i colleghi sul territorio, tipo in Piemonte, la criminalità sta prendendo il nostro posto. Dovrebbe dispiacere non solo il settore ma anche lo Stato.
Oggi queste persone non hanno più neppure la possibilità di chiedere un mutuo per la propria casa, perché secondo le banche svolgono un lavoro a rischio, gli vengono chiusi i conti correnti per 'motivi etici'. Una cosa assurda.
Non ci dimentichiamo che noi dobbiamo raccogliere i soldi sul territorio, non possiamo tenerli in casa visto che dobbiamo versarli ai concessionari. Banche non vogliono soldi spicci e ci chiedono il 2 percento per prenderli. Come dobbiamo fare per andare avanti?
Spero che anche questo problema si possa affrontare in un'altra sede”, auspica Distante.
“Oggi sopravvivere a regolamenti e ordinanze comunali o leggi regionali è impossibile.
Abbiamo bisogno di una legge nazionale, di un riordino valido in tutta Italia. Quanto stabilito in Conferenza unificata nel settembre 2017 è ancora valido, viste
le ultime sentenze del Tar. Sono scaduti i sei mesi che il Governo, con il decreto Dignità, aveva promesso come lasso di tempo per provvedere al riordino. Ci auguriamo che il sottosegretario Villarosa ci ascolti e si possa arrivare a soluzione nazionale non si può continuare a parlare ogni giorno con i Comuni, dove ognuno la pensa diversamente.
I nostri dipendenti non sono di serie C e nessuno vuole andare a ingrossare le file di chi va a chiedere il reddito di cittadinanza”, conclude il presidente di Sapar.