skin

Ddl agenzia ippica: allenatori, allevatori, guidatori: 'Occasione storica'

20 aprile 2022 - 10:32

In audizione alla commissione Agricoltura del Senato sul Ddl per l'istituzione dell'Agenzia ippica, i rappresentanti di allenatori, allevatori e guidatori sottolineano l'urgenza di un progetto complessivo di riforma del comparto.

Scritto da Francesca Mancosu
Ddl agenzia ippica: allenatori, allevatori, guidatori: 'Occasione storica'

"Un'occasione da non perdere".
Lo è, secondo gli intervenuti all'audizione di oggi, 20 aprile, alla commissione Agricoltura del Senato, il disegno di legge “Istituzione dell'Agenzia autonoma per la promozione, lo sviluppo e la tutela dell'ippica nazionale e disposizioni per la riforma del settore ippico”, presentato lo scorso anno dai senatori Patrizio La Pietra e Luca De Carlo (entrambi di FdI) con l'intento di ridare all'ippica italiana una propria autonomia gestionale, tecnica ed economica.

Un sentire che accomuna gli esponenti delle associazioni degli allevatori, allenatori e guidatori auditi, con alcuni distinguo.


La prima a parlare è Isabella Ceriani, vice presidente dell'Anact - Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, che ha da poco compiuto i 90 anni di attività (e perso prematuramente il suo presidente, Ubaldo La Porta), sottolineando l'attività agricola di eccellenza portata avanti negli anni e ora fortemente in crisi, con il decremento dei prodotti nati per lungo tempo e l'aumento piccolo ma significativo registrato recentemente, con 2mila puledri trottatori venuti alla luce nel 2021.
Per Ceriani è "benvenuta l'istituzione di una direzione per l'ippica, è c'è il bisogno che i cavalli italiani vadano a correre nel mondo. Buona parte dei nostri ricavi derivano dalla vendita dei cavalli e da quello che guadagnano sul campo, da quello che gli allevatori, gli allenatori e i guidatori fanno per valorizzarlo: sta qui il senso di una filiera unica di cui noi siamo l'anello iniziale.
Nonostante la vocazione agricola che è alla base, il nostro lavoro dipende da quello che poi fanno tutti gli altri".

Giorgio Sandi, presidente dell'associazione Ippica nuova, entità rappresentativa dell'intero comparto del trotto italiano, rimarca l'obiettivo di sostenere l'urgente riforma del settore e della sua gestione", dicendosi "favorevole a progetto di revisione critica delle scelte operate dalla politica negli ultimi 20 anni".
Nel suo intervento quindi ricorda che ci sono 15 mila cavalli trottatori e che la filiera "dà lavoro a circa 20mila persone e famiglie fra addetti diretti e indiretti, artieri, veterinari, fornitori, addetti al trasporto dei cavalli, manutentori delle piste.
Fino agli anni Novanta il sistema ippica era sano, produceva ricchezze per sè e per lo Stato, la raccolta delle scommesse era gestita con oculatezza, per un giro di complessivo di circa 3 miliardi, ed assicurava entrate nette di circa 300 milioni per il settore.
In questi 30 anni si è visto una grande cambiamento (in peggio) dell'ippica, a causa di scelte gestionali errate. Mentre gli altri giochi sono cresciuti in modo esponenziale, le scommesse ippiche oggi sono pari poco meno di 150 milioni (quelle a totalizzatore) e a 200 milioni (se a quota fissa).
In sintesi, nel 2021-2021 si configura un ritorno diretto per la filiera di soli 40 milioni, con entrate ridotte di oltre il 90 percento".
Tale quadro quindi dimostra che "le scommesse oggi non rappresentano più una certezza e solo attraverso una profonda riforma di esse si può pensare di avere un ritorno che compensi le spese di oltre 200 milioni all'anno che gravitano intorno alle scuderie e valorizzi il fatto che l'allevamento italiano è fra i migliori del mondo.
Al momento le corse sono l'unica vera fonte di entrata, ma oggi il montepremi non copre che 80 milioni, pari a circa il 40 percento dei costi sostenuti. Per bilanciare questo, solo l'invio dei migliori soggetti all'estero permette al sistema di andare avanti.
Ma il comparto ha bisogno di essere vivo, puntare sulla crescita, a fronte dei tagli, delle dotazioni sempre più ridotte (che spesso non compensano i costi) di questi ultimi anni.
Considerando che molti ippodromi hanno tagliato la manutenzione degli impianti, che i premi sono pagati con il ritardo di molti mesi, anche di un anno - a fronte dei 20 giorni necessari in Francia -, e del fatto che ci sono problemi di copertura finanziaria, anche per l'alimentazione dei cavalli".
Il presidente dell'associazione Ippica nuova quindi rivolge un plauso al Ddl in esame, che pone l'esigenza di "individuare il modello migliore per rilanciare l'ippica, un modello consapevole che parta dalle risorse disponibli, per non rischiare di costuire castelli sulla sabbia. Non si possono fare errori dopo anni in cui il comparto è stato colpito da scelte non condivise. Oggi c'è un'opportunità storica, dopo anni di immobilismo: sono state poste le basi per la nascita della Direzione generale per l'ippica - e ci ci auguriamo che la posizione venga ricoperta da persone con capacità manageriali -, con l'istituzione di due consulte permamenti per trotto e galoppo, la riedizione in chiave moderna degli enti tecnici, per garantire la riforma degli aspetti tecnici e gestionali.
Un'altra occasione da cogliere è poi la legge delega per il riordino del gioco pubblico, che consente di portare avanti il progetto di riforma della scommessa ippica. Così, c'è la possibilità di fare finalmente un passo verso un vero ente di gestione per valorizzare al massimo il potenziale del comparto su basi solide e complete".
Di pari passo, il disegno di legge in corso di approvazione sull'ippicoltura è "un tassello importante per avere finalmente una visione sull'allevamento da corsa, che nel mondo è considerato una punta di eccellenza", e parimenti significata è l'iniziativa promossa da alcuni imprenditori del settore per "l'incremento della presenza delle corse e dei concorsi ippici sulla tv di Stato".
 
Marco Montana, segretario dell'Organismo ippico italiano intervenuto in audizione anche in rappresentanza dell'Unione proprietari trotto, dal canto suo evidenzia la necessità della "promozione e del rilancio del settore ippico a livello nazionale e internazionale" considerando come l'ippica "sia in grave crisi, ma capace di dare grandi soddisfazioni per l'allevamento".
Proprio per questo, il Ddl proposto dai senatori di Fratelli d'Italia è "un'occasione irrepitibile per la politica e il comparto: oggi il settore è su un piano inclinato e fa i conti con una diminuzione di risorse e uomini che ne mettono a rischio la sopravvivenza, con un peggioramento iniziato con la chiusura dell'Unire-Assi".
Per invertire questa tendenza non è più rinviabile un intervento di rilancio fondato su quattro pilastri: "La creazione di un punto di riferimento dedicato nel ministero delle Politiche agricole, già concretizzato con l'istituzione della Direzione generale, e una necessaria sinergia fra l'Agenzia ippica e il Mipaaf; l'esercizio della delega sul gioco pubblico, che potrebbe permettere un riassetto delle scommesse ippiche, con l'apertura di più punti di raccolta e l'accordo con le esigenze dello scommettitore; la nascita di una agenzia autonoma che affianchi il Mipaaf nei compiti tecnici, con la messa a disposizione delle risorse e la gestione della giustizia sportiva; l'organizzazione delle risorse ippiche, facendo in modo che con il completamento della riforma delle scommesse il comparto possa contare su fondi sufficienti".
Nel complesso quindi Montana auspica un "ritorno alle origini, quando la catena di comando era chiara, con pesi e contappresi, la guida del Mipaaf, l'Unire, ed enti tenici che si occupavano degli aspetti pratici della gestione delle corse".
 
 
Gabriele Baldi del Siag - Sindacato italiano allenatori guidatori ritiene valida la proposta dei senatori La Pietra e De Carlo e propone alcune integrazioni al testo.
"Per il trotto è improtante riattivare un dipartimento tecnico come era l'Encat, cancellato, purché abbia uno strumento tecnico per la gestione dei grandi premi e la programmazione delle corse. Il dipartimento deve avere la possibilità di revisionare il regolamento delle corse, correggere gli sbagli, anche fatti in buona fede.
Le categorie poi devono essere dotate di un certificato, l'elezione dei rappresentanti che faranno parte delle commissioni deve svolgersi in presenza di un notaio. Insomma, per ripartire bisogna fare le cose per bene".
Il presidente del Siag quindi ricorda che nel testo del Ddl si parla di Tris quartè quintè e che le modifiche chieste dalle categorie sono ferme da 10 anni. "La raccolta va estesa; se, come ora, è fatta solo nei corner e nelle agenzie ippiche, non ha futuro, perchè non viene fatta promozione fra il pubblico 'non specializzato'.
In tema di antidoping, non si può continuare a far finta di niente; fare prelievi è uno spreco di soldi e una rapina verso l'ente, noi abbiamo in atto un meccanismo bizantino, c'è una procura che ha dei compiti che non porta a termine".
Per Baldi quindi va istituito un albo nazionale con i responsabili anche delle cure dei cavalli in caso di doping, bisogna rivedere la legge Zaia.
Oggi i premi vinti fatturati hanno 13 mesi di ritardo e quelli al 4 percento di sette mesi, non è da Paese civile.
Inoltre, è importante avere un canale in chiaro per le corse ma bisogna farlo in maniera piu professionale, andare oltre la cronaca. Non bisogna dimenticare che l'ippica è crollata quando è sparita dalla visione del pubblico che andava al bar a prendere caffè: non bisogna solo giocare, ma anche vedere il cavallo, fare promozione a 360 gradi, come in Francia, copiare le cose che funzionano a livello internazionale.
Quanto ai cavalli a fine carriera, finora si è cercato di piazzarli nei maneggi e nei centri di ricovero, ma va studiato il loro utilizzo per l'ippoterapia e nelle scuole".
Altro punto importante poi è la formazione dei professionisti del settore: "Nel passato ci siamo attivati per fare corsi per artieri, maniscalchi, allievi guidatori, penso che la formazione anche per il futuro vada messa in primo piano, e sia da aggiungere al testo del Ddl".
 
Antonio Somma, in audizione in rappresentanza del Sindacato nazionale allevatori proprietari, rammenta che il "proprietario del cavallo è, in sostanza, quello che mantiene l'intera filiera. L'ippica in italia è decaduta in maniera catastrofica, il problema maggiore sta nella quotidianità: non si può correre per premi ridicoli, con cui non si riesce a mantenere il comparto, visti i ritardi di 13-14 mesi che patiscono le partite Iva nell'incassare i premi. Per ovviare a tutto questo, serve una riforma radicale fatta da tecnici, magari copiando e migliorando quanto fanno in Francia e Svezia, i Paesi ippicamente più evoluti, mentre l'Italia è 40 anni indietro e i proprietari italiani stanno emigrando, costretti settimanalmente a mandare i propri cavalli all'estero".
Fra trotto e galoppo "ci sono 80 milioni di montepremi, gli ippodromi ne incasano 60; l' ippodromo di Parigi costa la metà della metà di quello di Milano", sottolinea Somma. "Tutto questo deve essere rivisto.
Sarebbe ipportino separare tutto questo dal gioco. In Francia, nel Pmu - specializzato nella raccolta di scommesse - ci sono tecnici che lavorano settimanalmente per migliorare corse, renderle più appetibili e dare più risorse ai montepremi.
Qui in Italia sono anni che si mettono pezze ma non si risolve davvero il problema, anzi, si aggrava. Dieci anni fa correvamo il centrale, la corsa principale, per 10mila euro, oggi la stessa corsa si disputa per 5500, mentre quelle di routine sono 1600-1700 euro, e un cavallo in Italia costa un infinità.
I proprietari sono demoralizzati, la filiera si mantiene per passione, ma, come tutte le passioni, deve essere alimentata.
Perciò, bisogna decidere cosa deve essere l'ippica italiana da qui a 10 anni; mancano degli obiettivi, facciamo solo sacrifici ma senza un progetto di fondo".
Per imparare dai migliori quindi il rappresentante del Sindacato nazionale allevatori proprietari invita i senatori a "vedere di persona come funziona l'ippica in Francia e in Svezia, e a prendere spunto, visto che fra la teoria e la pratica ci passa un mondo".
 
 
Giovanni Sibilio, intervenuto per il Comitato ippico allenatori guidatori, ritiene che la politica abbia "un'occasione importante da cogliere: è evidente che l'ippica è in crisi e serve una riforma radicale e strutturale, ma è necessario che il Ddl sull'istituzione dell'Agenzia per l'ippica parli delle sovrastrutture, dica 'dove' vogliamo andare. Bene che si parli di programmazione tecnica dell'ippica, e della creazione delle consulte, ma al loro interno è necessario distinguere fra varie settori e categorie, in virtù della loro specificità".
Come già affermato dagli ippici che lo hanno preceduto, Sibilio quindi rimarca l'esigenza della riforma totale del gioco e delle scommesse collegate. "Solo con una riforma complessiva che porti maggiori introiti è possibile risollevarsi dalla crisi.
Bisogna cercare di civilizzare allcuni aspetti; oggi non è piu tollerabile che soci, allenatori, guidatori debbano avere pagamenti a 150 giorni o siano indietro di un anno.
Ci sono operatori che non incassano soldi da 5 mesi e che hanno una serie di difficoltà ad andare avanti.
Altrettanto fondamentale oggi è spingere sulla comunicazione, fare attivita che portino famiglie negli ippodromi, nuovi appassionati, visto che l'ippica è ancora una passione di nicchia, per chi la seguiva 10-20 anni fa.
In più, servono strutture adeguate, dove venga garantito il rispetto delle norme igieniche, dei criteri di sicurezza, e venga assicurata un'offerta di servizi, oltre ad una programmazione affidata ai tecnici".
 
Sul versante politico, il relatore del Ddl, senatore Giuliani apprezza l'attenzione verso il settore al centro del testo - "ben colta da tutti" - così come l'espressione di criticità da parte degli auditi, in primis sui pagamenti, evidenziando l'importanza dei suggerimenti avanzati sulla formazione delle figure professionali che gravitano intorno al mondo dell'ippica, impegnandosi a "una valutazione politica" in tal senso.

Per il firmatario del Ddl, La Pietra, è importante aver "registrato il grido d'aiuto delle associazioni ma anche l'apprezzamento per l'attenzione della politica al comparto, sia con questo Ddl sia con l'istituzione della direzione generale e la riforma delle scommesse proposte dal sottosegretario Francesco Battistoni.
Ora è necessario riuscire a a fare una sintesi e dare sviluppo al settore: questi sono piccoli passi, non in contraddizione fra loro ma complementari, è importante avere riforma complessiva che rilanci un comparto d'eccellenza a livello europeo e mondiale".
 
 
 
 
 

Articoli correlati