Limiti gioco Napoli, gli operatori: 'Non aderiamo a proposte Comune'
La nuova ordinanza sul gioco di Napoli entra in vigore oggi, 13 novembre, ma molti operatori non aderiscono alle fasce orarie ridotte rinunciando ai ricorsi.
"Credo che nessuno abbia aderito". E' affidata alle parole di Aldo Migliaccio, storico operatore delle scommesse partenopeo, il quadro dell'adesione del settore alla nuova ordinanza sui giochi varata dal Comune di Napoli, formalmente in vigore da oggi, 13 novembre. La nuova disciplina degli orari di apertura nelle sale da gioco, in sperimentazione fino al 31 dicembre 2019, prevede fasce orarie diverse per chi si impegna a eliminare dal proprio locale ogni forma, diretta e indiretta, di pubblicità e/o di incentivazione relativa al gioco, a partecipare a seminari formativi sul Gap e rinunciare ai contenziosi con l'amministrazione comunale.
CHIACCHIO (AGSI): "PROSEGUE CONFRONTO" - Dello stesso tenore le dichiarazioni di Pasquale Chiacchio, presidente dell’Associazione Gestori Scommesse Italia. "Stiamo facendo una campagna di comunicazione nelle agenzie per far capire il valore della nostra attività, che viene costantemente criminalizzata, nonostante sia autorizzata dallo Stato, con un titolo dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e la licenza di pubblica sicurezza. Deve chiudere chi non ha questi titoli, noi siamo per le regole e le chiediamo, ma chiediamo anche la certezza degli investimenti e con i tempi della politica questo non è possibile. Siamo in questo stato già da 15 mesi.
Come Agsi noi abbiamo dato indicazione di non aderire alla proposta del Comune, non per fargli guerra, visto che continuiamo a confrontarci con i suoi rappresentanti. Vorremmo chiedere di variare il regolamento perchè penalizza fortemente le agenzie. Anche se stiamo chiusi 4 ore e mezza invece di 6 la fascia è troppo ampia, colpisce proprio gli orari delle corse ippiche, che alle 17.30 sono tutte finite, e anche le partite di calcio, che il sabato e la domenica in genere si svolgono fra le 13.30 e le 17.30: come facciamo a vendere questi prodotti?
Noi avevamo proposto al Comune di fare un'ordinanza più consona alle nostre esigenze, ed eravamo anche disponibili a a far ritirare ricorsi già presentati dai nostri associati, ma se non si cambia non si va da nessuna parte".