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Riordino giochi, gli enti locali: 'Il distanziometro non si tocca'

22 luglio 2016 - 09:26

Dall'assessore di Pavia Angela Gregorini all'assessore alla Salute dell'Umbria Luca Barberini, i politici chiedono al Governo di non toccare le norme locali sui giochi.

Scritto da Fm

 

La paura di perdere l'autononomia nella lotta al Gap, e di veder spazzati via in un sol colpo distanziometro e limiti orari. Sembra essere questo il nodo da sciogliere nella contesa fra Governo ed enti locali per il riordino dei giochi, dopo il rinvio della discussione al 3 agosto. A confermare il punto a Gioconews.it sono gli stessi amministratori locali e regionali.

 

MANTENERE AUTONOMIA - "Siamo molto preoccupati dall'ipotesi avanzata dal sottosegretario Baretta di classificare gli esercizi di gioco in due distinte categorie, con le sale slot - per cui non sarebbero più applicabili le ordinanze e i regolamenti comunali - da un canto e 'tutto il resto' dall'altro. Cosa vuol dire 'tutto il resto'? I bar, le tabaccherie? C'è il rischio che questo 'resto' si riduca a situazioni insignificanti su cui poter far valere il distanziometro e i limiti orari al funzionamento degli apparecchi. Per questo non ci sentiamo tutelati e abbiamo alzato lo scudo". Questo il commento al rinvio del'assessore alle Attività
produttive del Comune di Pavia, Angela Gregorini, che questa settimana, prima della seduta della Conferenza unificata, si è incontrata con i sindaci di Bergamo e Milano e l'assessore della Lombardia Viviana Beccalossi proprio per concordare una posizione comune.

 

LE NOSTRE PROPOSTE - "E stato positivo che Baretta abbia ascoltato le istanze degli enti locali e deciso di rinviare la discussione, ma il 3 agosto è dopodomani, ed è necessario che ci sia la volontà di incontrarsi a metà strada e decidere cosa fare insieme", prosegue Gregorini. "Le nostre proposte sono chiare: mantenere l'autonomia, introdurre l'utilizzo di una carta nazionale dei servizi per le slot come già accade per le sigarette, per garantire la tracciabilità di chi gioca e maggior controllo. Poi vorremmo che i Monopoli ci fornissero i dati sui flussi e gli orari di gioco, per monitorare meglio i nostri territori e capire se i nostri provvedimenti hanno una reale efficacia. Li abbiamo chiesti, in alcuni casi ci sono stati forniti in altri no, quindi come Comuni abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di farsi capofila per una richiesta valida per tutti. Altro punto fermo della nostra richiesta è l'introduzione del divieto totale di pubblicità al gioco, in qualsiasi forma, dai giornali alle affissioni, come già accade per il fumo. Come dimostra l'inserimento del Gap nei Livelli essenziali di assistenza, si tratta di una patologia vera e propria, quindi è bene che il Governo pensi prima a tutelare la salute dei suoi cittadini e poi al gettito fiscale", conclude l'assessore di Pavia.

RIDURRE I PUNTI GIOCO - Sulla stessa linea anche l'assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Barberini. "Come Regione siamo intervenuti proprio la scorsa settimana, modificando la legge regionale vigente e definendo meglio alcuni aspetti, come la concessione di incentivi fiscali solo per chi toglie le slot (e non per chi non le ha mai installate), abbiamo investito sulla promozione di un marchio 'no slot' e stabilito che le nuove installazioni di apparecchi saranno impossibili a meno di 500 metri dai luoghi sensibili. Di più non possiamo fare. Il principio, nella ricerca di un'intesa con il Governo per il riordino dei giochi, è chiaro: il distanziometro non si tocca. Bisogna lavorare per autorizzare meno apparecchi possibili, e sono convinto che alla fine si arriverà as un accordo, purché ci sia una riduzione drastica dei punti gioco".
Altro politico e stessa musica, con il consigliere Pd della Regione Lombardia Mario Barboni che chiede al Governo di "aiutare gli enti locali e gli amministratori che si trovano in prima linea a fronteggiare il Gap non spuntando loro le armi a disposizione". Distanziometro e limiti orari in primis.
 

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