Riordino giochi, gli enti locali: 'Il distanziometro non si tocca'
Dall'assessore di Pavia Angela Gregorini all'assessore alla Salute dell'Umbria Luca Barberini, i politici chiedono al Governo di non toccare le norme locali sui giochi.
La paura di perdere l'autononomia nella lotta al Gap, e di veder spazzati via in un sol colpo distanziometro e limiti orari. Sembra essere questo il nodo da sciogliere nella contesa fra Governo ed enti locali per il riordino dei giochi, dopo il rinvio della discussione al 3 agosto. A confermare il punto a Gioconews.it sono gli stessi amministratori locali e regionali.
MANTENERE AUTONOMIA - "Siamo molto preoccupati dall'ipotesi avanzata dal sottosegretario Baretta di classificare gli esercizi di gioco in due distinte categorie, con le sale slot - per cui non sarebbero più applicabili le ordinanze e i regolamenti comunali - da un canto e 'tutto il resto' dall'altro. Cosa vuol dire 'tutto il resto'? I bar, le tabaccherie? C'è il rischio che questo 'resto' si riduca a situazioni insignificanti su cui poter far valere il distanziometro e i limiti orari al funzionamento degli apparecchi. Per questo non ci sentiamo tutelati e abbiamo alzato lo scudo". Questo il commento al rinvio del'assessore alle Attività
produttive del Comune di Pavia, Angela Gregorini, che questa settimana, prima della seduta della Conferenza unificata, si è incontrata con i sindaci di Bergamo e Milano e l'assessore della Lombardia Viviana Beccalossi proprio per concordare una posizione comune.
RIDURRE I PUNTI GIOCO - Sulla stessa linea anche l'assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Barberini. "Come Regione siamo intervenuti proprio la scorsa settimana, modificando la legge regionale vigente e definendo meglio alcuni aspetti, come la concessione di incentivi fiscali solo per chi toglie le slot (e non per chi non le ha mai installate), abbiamo investito sulla promozione di un marchio 'no slot' e stabilito che le nuove installazioni di apparecchi saranno impossibili a meno di 500 metri dai luoghi sensibili. Di più non possiamo fare. Il principio, nella ricerca di un'intesa con il Governo per il riordino dei giochi, è chiaro: il distanziometro non si tocca. Bisogna lavorare per autorizzare meno apparecchi possibili, e sono convinto che alla fine si arriverà as un accordo, purché ci sia una riduzione drastica dei punti gioco".