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Legge sul gioco della Calabria, politica e operatori a confronto

12 novembre 2022 - 09:46

Come già fatto da altre Regioni, anche la Calabria potrebbe modificare la sua legge sul gioco grazie alla nuova proposta approvata in commissione Legalità e ora attesa all'esame dell'Aula.

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Occhi puntati sulla Calabria. Il termine a cui guardare è il 1° gennaio 2023, giorno in cui – senza interventi – è prevista l'entrata in vigore dell'articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘Ndrangheta e per la promozione della legalità, dell'economia responsabile e della trasparenza), comprensivo di un doppio distanziometro per le attività di gioco (inferiore a 300 metri per i comuni fino a 5mila abitanti e inferiore a 500 per quelli pià grandi) applicato alle nuove ma anche a quelle già autorizzate oltre 4 anni fa.
Come si ricorderà, tale termine è già il frutto di uno slittamento, dopo l'approvazione, nel maggio di quest'anno – alla vigilia della "scadenza" della legge n° 9/2018 - di una proposta che ha concesso agli operatori otto mesi di tempo in più per adeguarsi, dopo quella già licenziata nel 2020, che diede altri due anni.
Ed ecco arrivarne una nuova che, no, non propone un altro slittamento ma che cambia proprio la ratio della normativa e i suoi effetti. 
A firma di alcuni consiglieri appartenenti ai gruppi di Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Unione di centro - alcuni dei quali nel frattempo approdati in Parlamento – il testo interviene sempre sul Testo sulla legalità ma sopprimendo la dualità del distanziometro e applicandolo solo "alle concessioni per le sale da gioco, per le rivendite di generi di monopolio, per le sale scommesse e per ogni altro locale autorizzato alla raccolta di gioco, rilasciate successivamente alla data del 3 maggio 2018". 

Alla fine di ottobre tale proposta ha ricevuto il parere favorevole dalla commissione Antimafia e, in questi giorni, è stata oggetto delle audizioni in commissione Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale dei rappresentanti di Mettiamoci in gioco (con il portavoce del coordinamento regionale Calabria Roberto Gatto), Avviso pubblico (con Claudio Forleo) e dell'associazione Sapar (con il presidente Domenico Distante e l'avvocato Generoso Bloise). 
Il testo – proposto da Giovanni Arruzzolo, Giuseppe Neri, Simona Loizzo, Giacomo Pietro Crinò, Francesco De Nisi, Giuseppe Graziano  - secondo quanto si legge nella relazione illustrativa vuole "disciplinare meglio la regolamentazione delle fasce orarie entro le quali consentire l'esercizio del gioco tramite gli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6 del Tulps, oltre che eliminare la distinzione tra esercizi commerciali e rivendite di genere per quanto riguarda l’aspetto delle distanze minime da osservare in relazione all’ambito dimensionale dei comuni. Si fissa, inoltre, con l’intervento de quo, la stessa distanza tra tutte le categorie commerciali".
Se i firmatari, direttamente interpellati, al momento non hanno voluto commentare la proposta di legge, a esprimersi sulla normativa sul gioco in vigore e (forse) futura sono i rappresentanti dell'opposizione Davide Tavernise (Movimento 5 stelle) e Amalia Bruni (Gruppo misto)  ma anche due delle principali associazioni di rappresentanza del settore, As.tro e Sapar.

TAVERNISE (M5S): "RIORDINO NAZIONALE MAGGIORE GARANZIA PER I CITTADINI" - Chiediamo al capogruppo del Movimento in consiglio regionale se ci sono dati sugli effetti della legge sul gioco in vigore. "Ci sono dati, purtroppo molto negativi, sugli effetti e sui costi sociali della dipendenza dal gioco d’azzardo. Come il recentissimo allarme del Serd di Cosenza sulla diffusione della ludopatia tra i più giovani. Nella loro struttura dal 1° gennaio al 13 ottobre 2022 hanno preso in cura 101 nuovi pazienti (che vanno a sommarsi a quelli già seguiti in precedenza).
Il fenomeno è in preoccupante crescita anche se per molti aspetti è ancora sommerso. Ciò sta generando problemi su più fronti. Spero si possa venire incontro alle esigenze delle famiglie colpite dal gioco d’azzardo patologico, innanzitutto, proprio in virtù dell’annunciata e imminente crisi economica".
Riguardo all'ondata di "ripensamenti" che hanno portato molte Regioni a prorogare le proprie norme sul gioco Tavernise esprime "il timore che possa essere stato solo un escamotage per non rispettare la legge, soprattutto sugli orari di apertura e sul distanziamento dai luoghi sensibili che sono stati gli aspetti maggiormente presi in considerazione, o sperando in nuovi interventi atti a depotenziare quelle stesse normative".
Una prassi che potrebbe essere superata dal riordino nazionale della materia: "La commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha approvato il 13 settembre 2022 la Relazione sul settore del gioco in Italia. Un riordino nazionale, a partire da questo studio, può consentire allo Stato di irrobustire la sua presenza e vigilanza, offrendo ai cittadini una maggiore garanzia sia per quanto riguarda le infiltrazioni delle mafie sia in relazione ai rischi sociali ed economici del gioco patologico. Parte del gettito erariale derivante dal settore dovrebbe essere, così, impiegato per mitigare gli effetti negativi che la deriva patologica del gioco può rappresentare, congiuntamente ai costi sociali e sanitari che le conseguenze della dipendenza comportano".

BRUNI (GM): "PROROGA INUTILE, SBAGLIATA E SOPRATTUTTO DANNOSA" - Sempre dalle file dell'opposizione si leva la voce di Amalia Bruni, presidente del gruppo consiliare Misto, vice presidente delle commissioni consiliari Sanità e Legalità.
"La Regione Calabria, con il mio voto contrario ha approvato lo slittamento della legge del 2018, cosa che a mio avviso non aveva ragione di essere e che non è stata neppure motivata. Credo che questo sia stato un modo solo di prolungare uno status quo indecente. Del resto dobbiamo tenere conto che le sale da gioco sostengono, incrementano questo fenomeno patologico della ludopatia e quindi per me resta inconcepibile il motivo per cui si sia rimandata l’entrata in vigore del provvedimento. Questa proroga è stata inutile, sbagliata e soprattutto dannosa.
Siamo in presenza di una vera e propria patologia che rappresenta una dipendenza comportamentale tale da causare l'incapacità del soggetto a resistere all'impulso di giocare e fare scommesse, malgrado la consapevolezza che questo possa portare gravi conseguenze. Il gioco patologico è una condizione che incide in maniera grave e pervasiva sulla vita del soggetto ludopatico, ma anche delle persone che gli vivono accanto, potendo compromettere l'equilibrio familiare oltre che la situazione finanziaria, lavorativa e, talvolta, portando a dipendenza di ulteriori sostanze o peggio addirittura al suicidio, e ci sono dati.
Inoltre il fenomeno del gioco, patologico e non, ha grandi riflessi anche sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica, delle frodi, della criminalità organizzata, a causa dell’indebitamento e della necessità di reperire denaro anche a tassi usurai nonché naturalmente sul piano fiscale". 
Da Bruni quindi arriva la stilettata finale: "È evidente che dietro queste aziende ci sono interessi in termini di denaro davvero immensi e noi non possiamo avallare questo comportamento. I server non trasmettono dati da dopo la pandemia, ma ovviamente i numeri dei soggetti dipendenti, malati da gioco, sono notevolmente aumentati. Io ho consultato la rete di Avviso pubblico di cui la Regione Calabria è socia e mi sono fatta mandare i dati. Sapete quanto è stato speso nel 2019 dai calabresi? 1 miliardo 789 milioni 872 mila e 33,49 euro, cioè quasi 2 miliardi per una cifra pro capite di circa 1.000 e rotti euro".

RUSCIANO (AS.TRO): "CONSIGLIO REGIONALE SINTETIZZI TUTTI GLI INTERESSI IN CAMPO" - "Dopo lo slittamento all’entrata in vigore del distanziometro - varato lo scorso maggio - che avrebbe espulso la quasi totalità del circuito legale del gioco pubblico, le modifiche proposte all’art. 16 della legge regionale - in primis la riduzione del distanziometro a 300 metri e l’eliminazione del limite massimo di 8 ore – confermano l’approccio equilibrio da parte della Regione nella regolamentazione di una materia così delicata". Ne è convinta Isabella Rusciano, del Centro Studi As.tro.
"L’aver proposto poi l’eliminazione della retroattività per tutti gli esercizi già esistenti è un segno di civiltà giuridica che consentirebbe di preservare centinaia di imprese locali e migliaia di lavoratori che rappresentano il primo baluardo di legalità sul territorio, sottolineando - al contempo - un orientamento responsabile della Regione Calabria, visto che il tanto atteso riordino nazionale del settore subirà sicuramente degli slittamenti a causa del nuovo - e ancora in costruzione - assetto governativo.
Certo, una deadline c’è ancora e ci sarà finché non si esprimerà il consiglio regionale, che auspichiamo possa essere capace di sintetizzare, senza pregiudizio alcuno, tutti gli interessi in campo: da quelli dello Stato a tutelare l’offerta legale di gioco, a quelli del giocatore, dei territori e dell’industria del gioco legale".

DISTANTE (SAPAR): "TUTELARE CHI HA INVESTITO NEL RISPETTO DELLA LEGALITÀ" - Anche Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar, si dice soddisfatto della proposta al vaglio del consiglio regionale della Calabria: "Come operatori, apprezziamo l'intervento sui limiti orari e sulla differenziazione del distanziometro.
La legge del 2018 era sbagliata fin da quando è stata concepita, il precedente presidente della commissione Legalità e promotore della normativa – Arturo Bova – non ha mai voluto ascoltare le nostre istanze.
Finalmente si è trovata una quadra, che assicura la tutela delle imprese e di chi ha investito nel rispetto della legalità. 
Finalmente anche la Regione Calabria lascia da parte le ipocrisie, le visioni sbagliate, seguendo la strada percorsa da altre regioni che hanno cambiato la normativa eliminando la retroattività". 

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