"Il decreto in esame, come in parte i precedenti, è ingiustamente discriminatorio per gli operatori con più punti vendita (fatturato superiore a 10 milioni di euro) e, per questo, è incoerente con il modello concessorio del nostro ordinamento; è ingiustamente discriminatorio verso imprese che per molti mesi hanno subito perdite di ricavi del 100 percento, a fronte di imprese che hanno subito perdite sì significative, ma di gran lunga inferiori".
Ad affermarlo è Emmanuele Cangianelli, presidente dell'associazione Esercenti giochi pubblici afferente a Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, nel corso dell'audizione sul decreto Sostegni alle commissioni 5ª (Programmazione economica, bilancio) e 6ª (Finanze e tesoro) del Senato della Repubblica, nel pomeriggio di oggi, 8 aprile.
Il presidente Egp infatti ricorda che "la distribuzione specializzata dei servizi pubblici di raccolta di gioco (sale scommesse, sale per il gioco del bingo e sale dedicate agli apparecchi da intrattenimento in concessione statale) è totalmente inattiva, per provvedimenti autoritativi, da 10 mesi negli ultimi 14: 291 su 425 giorni, il 68 percento del periodo.
Queste attività economiche sono oggi continuativamente sospese da ottobre del 2020: un numero di settimane maggiore di quelle della attuale previsione dei trattamenti di integrazione salariale contenuta nel Decreto".
Cangianelli quindi chiede "sostegni concreti e diretti per le reti distributive del bingo, delle scommesse e degli apparecchi da gioco, avendo in mente il ruolo di servizio pubblico di controllo dell’offerta e, quindi, di presidio di legalità". Vale a dire: "spostamento nel secondo semestre dell’anno dei versamenti del Prelievo erariale sugli apparecchi; non debenza dei canoni concessori per le mensilità finora non esercitate nel 2021; reintroduzione, nelle stesse forme del Dl Sostegni (per tutte le attività integralmente sospese, senza limiti di fatturato aziendale) del credito di imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo, relativamente ai primi mesi del 2021; per il gioco del bingo, reintroduzione della misura del pagamento dilazionato a 90 giorni delle cartelle ritirate per la vendita".
Per poi rimarcare quanto la difesa della legalità sia centrale, alla luce della crescita esponenziale del gioco illecito registrata durante la pandemia e il lockdown del comparto terrestre pubblico.
LA MEMORIA DI EGP - Riportiamo, di seguito, alcuni punti essenziali della memoria presentata da Egp alle commissioni.
"Una politica caratterizzata da proporzionalità dovrebbe tenere conto, nella individuazione dei sostegni economici, delle differenze nelle situazioni delle varie attività produttive.
Al contrario,
le imprese che distribuiscono in modo specializzato i giochi pubblici – a fronte di un azzeramento dei ricavi per il lungo periodo ricordato –
non hanno ottenuto che un minimo sostegno economico a fondo perduto solo nel Dl Ristori (largamente inferiore, in media, al 5 percento dei minori ricavi causati ad oggi dalla sospensione emergenziale delle attività)
e soli due mesi di credito di imposta per le locazioni a fine 2020.
Concausa di questi minimali aiuti economici offerti a fronte di provvedimenti di sospensione è stata (ed è ancora nel Decreto Sostegni oggi in discussione) la previsione di un tetto di fatturato a 5 e, poi, a 10 milioni di euro: livelli non raggiunti dalla più ampia parte dei singoli punti vendita, i quali tuttavia – anche per vincoli concessori – sono riconducibili ad uniche entità legali, titolari degli affidamenti pubblici della raccolta per molti punti vendita, consolidandone quindi il fatturato.
Questi ridottissimi sostegni non sorreggono organizzazioni che in quei singoli punti vendita hanno costi fissi significativi e correnti (canoni di locazione, utenze, costi amministrativi, fideiussioni bancarie, …), non eliminabili anche per l’esigenza di continuità degli affidamenti concessori statali.
Pertanto, anche il Decreto in esame, come in parte i precedenti: è ingiustamente discriminatorio per gli operatori con più punti vendita e, per questo, è incoerente con il modello concessorio del nostro ordinamento; è ingiustamente discriminatorio verso imprese che per molti mesi hanno subito perdite di ricavi del 100 percento, a fronte di imprese che hanno subito perdite sì significative, ma di gran lunga inferiori", si legge nel testo.
"Nei prossimi mesi la tutela del sistema di controllo pubblico della raccolta dei giochi avrà, come è noto, bisogno anche di interventi sistemici sulle concessioni, sulla distribuzione nei territori, sulla qualificazione degli esercizi, per superare problemi sedimentati da anni.
Per l’immediato non possiamo che chiedere con forza attenzione a quanto sopra esposto: con il
supporto alla continuità dei punti vendita - la cui fragilità economica, per oltre la metà di essi, è stata evidenziata negli ultimi giorni anche dal Rapporto sulla competitività dei settori produttivi 2021 dell’Istat – si difende la legalità, la tutela dei consumatori (ed in primo luogo delle categorie più deboli, i minori ed i soggetti affetti da dipendenze, per non lasciarli alla mercè del rinascente gioco illegale) ed il contributo all’economia del Paese del sistema dei giochi pubblici, a partire dalle migliaia di posti di lavoro qualificati presenti nelle sale".