Verso la fine della pandemia, si spera, e della legislatura, il che è invece una certezza. Tra questi due eventi, il dramma dell'invasione russa dell'Ucraina, che dipinge uno scenario imprevedibile e critico, nel quale, tuttavia, anche l'”ordinaria” amministrazione va avanti. E per esempio, tanto per restare nel settore di nostro principale interesse, quello del gioco, si attende ormai come prossimo l'avvio dell'iter legislativo che porterà il Parlamento italiano a delegare il Governo, attraverso dei decreti ministeriali, di rimettere ordine alla sua normativa.
Questi i temi affrontati con il deputato della Lega Massimiliano Capitanio, nell'intervista pubblicata sul numero di aprile della rivista Gioco News, di cui vi proponiamo un estratto e che parte dai temi di più scottante e drammatica attualità.
Lo Stato italiano, non certo solo esso, si trova a dover affrontare due gravissime crisi. Una della quali in via di superamento: la pandemia. Che cosa è necessario fare per la ripresa economica e sociale dell'Italia, e soprattutto per i settori che sono stati più colpiti?
“Per la ripresa economica servono interventi immediati di sostegno alle famiglie e alle imprese per contrastare l'inflazione e l'esplosione dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Alcune misure di sostegno al caro bollette sono già state attuate per il primo trimestre, altre sono in arrivo. Abbiamo stimato 16 miliardi di euro per coprire le misure fino secondo trimestre di quest'anno: azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese, abbassamento dell'Iva al 5 per cento per le utenze del gas, sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate, credito d'imposta per i consumatori industriali energivori pari al 20 per cento dell'incremento del costo della fornitura di elettricità del primo trimestre 2022. Poi serve una svolta educativa per far fronte alle forti divisioni, se non agli odi, che hanno diviso parte dell’Italia prima sulla questione vaccini e green pass, ora sull’intervento in Ucraina”.
Cosa può e deve fare l'Italia, invece, in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina?
“Deve insistere nel reclamare la fine del conflitto, agevolare in tutti i modi il confronto diplomatico e, necessariamente, trarre le conseguenze delle emergenze che questa guerra ci sta portando in casa. È il momento di programmare seriamente e definitivamente politiche di autarchia energetica, a partire dal nucleare di nuova generazione. Ma pure sull’eolico bisogna vincere la palude burocratica che frena anche gli impianti più moderni e meno impattanti dal punto di vista ambientale”.
La legislatura volge al termine. Quali sono le altre priorità che il Governo Draghi deve portare avanti in quest'ultimo arco di tempo?
“Le priorità per la Lega restano le politiche del lavoro, con misure a favore delle aziende come il fondo a supporto dei settori e dei comparti produttivi particolarmente colpiti proposto dal ministro Giancarlo Giorgetti nel consiglio dei ministri del 10 marzo. In questi giorni abbiamo presentato una mozione a prima firma di Matteo Salvini per sospendere le accise sulla benzina. Non dimentichiamo, però, l’impatto positivo anche per l’erario dello Stato dell’introduzione della flat tax al 15 percento, una rivoluzione fiscale che deve essere portata a termine. Personalmente, poi, mi batto per la digitalizzazione e la sburocratizzazione che fa perdere allo Stato 25 miliardi all’anno”.
Il Parlamento si appresta a votare la delega al Governo per la riforma del settore del gioco, dopo che essa sarà esaminata in consiglio dei ministri. Quali sono gli obiettivi che lei ritiene debbano essere perseguiti?
“Lo Stato ha il dovere di prevenire fenomeni quali la ludopatia: in base a questo faro bisogna lavorare per tenere lontano dai giochi i minori e i soggetti a rischio dipendenza, limitando gli spazi di offerta e contrastando i meccanismi che forzano le resistenze degli utenti a partire da messaggi ingannevoli, rumori, luci. È giusto pensare a una omogeneità normativa nazionale. La cultura del gioco ha bisogno di una informazione chiara e trasparente e di formazione di primo livello per i gestori ma anche per gli amministratori locali. La stessa forza che va messa in campo contro la ludopatia va adoperata per contrastare il gioco illegale, che non va nemmeno agevolato con un inasprimento spropositato delle norme che regolano quello legale”.
La pandemia, ma anche le tante restrizioni poste al gioco legale, hanno finito per favorire quello illegale. Quali azioni devono essere poste in essere per combatterlo?
“Innanzitutto servono campagne di informazioni per far capire ai cittadini chi si celi dietro il gioco illegale (le mafie) e che chi si avvicina a quel mondo fa un danno allo Stato ma soprattutto mette a rischio se stesso, i propri dati e i propri beni. Vanno rafforzati i poteri di controllo sulla rete e sulle piattaforme. Infine va trovato un equilibrio possibile tra la tutela del gioco legale e il contrasto di quello illegale”.
Nel 2019 lei ha presentato il disegno di legge, poi approvato, per il ritorno dell'educazione civica nelle scuole, anche finalizzato a prevenire il gioco patologico. Quanto è importante partire dalla scuola per educare ai rischi del gioco, e, parallelamente al gioco sano?
“Il contrasto all’illegalità è una questione di mezzi tecnici, di risorse ma anche culturale. Nelle scuole, grazie alle legge 92 del 2019, è tornata l’educazione civica obbligatoria e con voto in pagella. Quello è il momento per parlare di legalità ma anche di prevenzione delle patologie legate all’alcol, alle droghe, al gioco, alle nuove tecnologie. La consapevolezza e l’informazione consentono ai giovani di avvicinarsi alle nuove tecnologie senza diventarne schiavi. Lo stesso messaggio vale per il gioco: dev’essere un divertimento occasionale e non una forma di schiavitù”.