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Cisint: 'Questione territoriale? Le norme si possono armonizzare'

18 aprile 2025 - 11:05

Secondo l’europarlamentare Anna Maria Cisint, con un passato da amministratore locale, a livello nazionale ci sono indicazioni sufficienti per armonizzare le diverse norme locali.

Scritto da Daniele Duso
Anna Maria Cisint - Europarlamentare Lega - Foto tratta dal profilo Instagram di Anna Maria Cisint.png

Viene da un’esperienza importante a livello locale come sindaco di Monfalcone (Go), l’europarlamentare Anna Maria Cisint (Lega), dalla quale non si può certamente prescindere, come lei stessa spiega all’inizio di una chiacchierata che tocca vari temi, anche legati al gioco e alla spinosa questione territoriale.
“Avere un’esperienza da sindaco in una delle realtà socialmente ed economicamente più complesse e dinamiche del Nordest consente di portare nelle istituzioni europee quei bisogni concreti e reali della gente e dei territori da cui l’Europa è stata sinora lontana. Il problema non è di poco conto perché, nel tempo, l’Ue si è trasformata in una gabbia burocratica e in uno strumento di condizionamento, spesso senza logica, delle politiche nazionali. Le scelte economiche e ambientali comunitarie hanno messo in crisi settori portanti delle economie, nell’agricoltura e nell’industria, con conseguenze rilevanti sull’occupazione. Solo promuovendo un cambiamento dal basso delle politiche europee rendendo protagoniste le comunità locali, si può recuperare il cortocircuito oggi esistente fra chi governa la commissione europea e i cittadini e recuperarne la credibilità. Non vogliamo un super-Stato europeo che cancelli le differenze e le peculiarità delle Nazioni. L’Europa deve saper rispettare la sovranità e le competenze degli Stati nazionali secondo il principio di sussidiarietà. Basta alle decisioni imposte dall’alto sulle spalle dei cittadini. Per questo ho impostato la mia azione di questi mesi soprattutto per portare nell’aula e nelle commissioni le questioni che influenzano lo sviluppo nei territori, come quella ad esempio relativa alle penalizzazioni che subiscono i nostri porti proprio per gli oneri imposti alle compagnie armatoriali, rispetto agli scali non comunitari. C’è poi un tema, sentito profondamente nelle nostre città e nelle nostre regioni del tutto trascurato dall’Europa che riguarda il processo di islamizzazione che si sta estendendo in tutto il continente e che rifiuta di rispettare i nostri ordinamenti e le nostre leggi. Mi sto battendo per la difesa dei valori occidentali, in un Europa che in passato ha alimentato il multiculturalismo tollerando un’immigrazione incontrollata. È un problema, questo, che coinvolge l’Europa ma ha riflessi rilevanti per i cittadini e che ho dovuto affrontare con i necessari provvedimenti nella mia esperienza di sindaco in una città che ha una presenza di stranieri del 30 percento, in gran parte islamici.” 
Come sindaco lei è mai intervenuta per limitare, in qualche modo, il gioco pubblico? 
“In questo ambito, le amministrazioni comunali non hanno una competenza diretta se non quella di far rispettare le leggi in materia, ovvero i regolamenti comunali per la sicurezza e le disposizioni legislative che possono riguardare aspetti come quelli urbanistici. Non abbiamo avuto situazioni particolari sulle quali intervenire nella nostra realtà città.”
Sempre in base alla sua esperienza come primo cittadino di Monfalcone, come valuta l'impatto sociale del gioco legale e quali misure ritiene necessarie per mitigare eventuali effetti negativi?
“Gioco legale è quello autorizzato dallo Stato, che ha il monopolio in materia, che garantisce la possibilità di giocare in sicurezza in un contesto fatto di regole certe. Gli impatti sociali, com’è noto, sono quelli della dipendenza che diventa fattore rilevante quando sono coinvolte le fasce più deboli come i giovani di minore età che più facilmente possono essere coinvolti in culture e prassi che portano al condizionamento al gioco. Sotto questo aspetto ritengo che debbano sempre essere preservati da queste attività i luoghi sensibili come possono essere ad esempio le istituzioni scolastiche ed educative. Mi sembra corretto il ruolo assegnato alle aziende sanitarie, organizzato con équipe composte da figure professionali, quando eventuali patologie richiedano anche interventi terapeutici, così come il ruolo dell’associazionismo e del volontariato sociale per favorire i processi di reinserimento sociale. Come Comune di Monfalcone la nostra politica è stata quella, su tutte le tematiche generali che riguardano il nostro territorio, di sviluppare rapporti collaborativi con tutte queste realtà.”
Pensa ci sia una necessità di armonizzare le diverse leggi regionali italiane riguardanti il cosiddetto “distanziometro” per creare un quadro normativo più uniforme a livello nazionale, o è giusto che ogni territorio abbia la sua autonomia in base a caratteristiche ed esigenze diverse?
“La legge nazionale fissa già dei criteri precisi e lascia alle Regioni di stabilire regole all’interno di questi limiti. Ritengo che queste regole debbano tener conto della tutela delle categorie fragili e vulnerabili e dei costi sociali ed economici, oltre che umani e sulla salute, che possono riguardare la tutela della sicurezza urbana e, per la mia esperienza di sindaco, anche della quiete della collettività. Su queste basi si possono armonizzare le diverse norme.”
Quali ulteriori misure pensa possano essere adottate per ridurre l'impatto del gioco d'azzardo patologico sulle comunità locali?
“Non sono né una praticante né un’esperta in questo campo per poter proporre soluzioni rispetto alle regole in vigore. Un tema da analizzare potrebbe essere quello del gioco online alla luce anche delle possibilità che continuamente ampliano il ruolo degli strumenti tecnologici, per evitare che sfruttando le potenzialità globali della rete, ai alimentino le patologie nella vita di tanti ragazzi innescando comportamenti che finiscono presto fuori controllo. L’uso incontrollato di videogiochi e il gioco online sono attività ritenute ricreative, la cui diffusione, specialmente nei giovani, è in crescita: ricerche hanno mostrato come tassi di utilizzo eccessivo possano avere ripercussioni sulla salute mentale, causando elevati livelli di ansia, depressione, scarso rendimento scolastico.”
Ritiene che dall'Ue possa arrivare un supporto agli Stati membri nella lotta contro al Gap e nella promozione di politiche di gioco responsabile?
“L’Europa ha adottato delle linee guida in materia e proprio di recente mediante lo Strumento di sostegno tecnico ha lanciato un progetto finalizzato a promuovere la salute mentale di minori e giovani affrontando i rischi posti dai videogiochi e dal gioco d’azzardo online. Le mie riserve sul modo di operare dell’Unione europea sono, però, molto profonde per le logiche burocratiche che la caratterizzano e per la mancanza di strategie di fondo sui problemi concreti dei cittadini e delle realtà imprenditoriali.”
Il programma di lavoro della Commissione Europea per il 2025 pone un forte accento sulla semplificazione legislativa e sulla competitività. Ci sono delle misure specifiche che lei considera prioritarie per rafforzare la competitività dell'Ue nel contesto globale attuale?
“Il modo di operare e le politiche della Ue richiedono una svolta radicale di fronte ai guasti creati dalla passata e dall’attuale linea della Commissione. Nell’economia, nel lavoro, nelle infrastrutture. Vanno difese le nostre imprese dalla concorrenza sleale dei Paesi terzi: i nuovi scenari economici richiedono una diversa negoziazione degli accordi commerciali per tutelare il sistema produttivo, quello industriale e quello agricolo. Bisogna puntare alla tutela e al riconoscimento dei nostri standard produttivi più elevati, proteggendo i produttori europei e italiani che sono vincolati al rispetto di norme che gran parte dei nostri partner commerciali non hanno e fermare il dumping sociale e ambientale che ne deriva. Si tratta di difendere il Made in Italy delle nostre produzioni e incentivare la competizione tecnologica necessaria al nostro sistema manifatturiero. Si deve rilanciare il valore strategico dei nostri porti e della nostra logistica impegnando l’Europa a sostenere e sviluppare il settore marittimo-portuale. In ambito ambientale, va rivisto il cosiddetto Green Deal, che ha già mostrato ampiamente tutti i suoi guasti e dimostra che, se non si cambia strada con misure più realistiche, si rischiano chiusure di stabilimenti con gravi perdite di posti di lavoro e delocalizzazioni di intere filiere produttive. In sostanza, serve un profondo cambiamento la cui esigenza si rispecchia anche nelle istanze che emergono in tutte le recenti consultazioni elettorali.”
La legge di bilancio 2025 italiana ha introdotto modifiche significative nel settore del gioco pubblico, tra cui la proroga delle concessioni e l'aumento dei canoni per i concessionari. Qual è la sua opinione su queste misure e sul loro impatto economico?
“Il mio è un giudizio generale sulla legge di bilancio avendo ben conoscenza, da sindaco e da tecnico, della complessità di equilibrare la visione generale e il raggiungimento degli obiettivi programmatici con i molteplici risvolti settoriali che a loro volta devono contemperare a interessi diversi. Credo che tutti abbiamo la consapevolezza del quadro della finanza pubblica, gravato dalla mole del debito pregresso e di conseguenza i limiti dei margini di manovra. Proprio per questo è importante la capacità di risposta data dal Governo con la legge di bilancio sulle questioni economiche e sociali, mentre sulle questioni specifiche come questa credo che si sia operato tenendo conto dei valori economici, ma anche di quelli sociali, ugualmente importanti, coinvolti.”

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