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Conferenza premier Meloni: 'Il Paese ha bisogno di riforme e di certezze'

04 gennaio 2024 - 11:47

Nell'incontro con la stampa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tira le somme sul 2023 e puntualizza la necessità di riforme per rilanciare gli investimenti. Partendo da quella fiscale avviata anche per il gioco.

Scritto da Fm
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Sarà un anno molto complesso per tutti, con scadenze importanti come le elezioni europee e la presidenza italiana del G7”.

Inizia così la conferenza stampa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tenutasi oggi, giovedì 4 gennaio presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati.

Un incontro con la stampa in origine programmato per la fine del 2023, ma rimandato due volte a causa dei problemi di salute della premier e che si è aperto con uno scambio di battute sulla cosiddetta “legge bavaglio” con il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che ha rilevato l'assenza dei rappresentanti della Fnsi “per protesta contro la riforma della diffamazione in discussione al Senato  che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un'informazione libera".

Pronta la risposta della presidente del Consiglio: “Si tratta di una norma frutto di un emendamento che arriva dall'opposizione, non è un'iniziativa del Governo; resta il diritto del giornalista a conoscere gli atti e a poterne riportare notizie importanti per i cittadini, non ci vedo un bavaglio. Fino al 2017 è stato così e non mi pare che siano state proteste.

È una norma di equilibrio fra diritto di informare e diritto del cittadino a non ritrovarsi sui giornali con particolari non rilevanti e che ledono la sua onorabilità”.

La conferenza stampa di Meloni poi è entrata nel vivo con le domande di giornalisti. Il primo richiamo è alla legge di Bilancio approvata alla fine del 2023, al taglio del deficit previsto dalla legge di Stabilità, per 32 miliardi complessivi. Da dove verranno le risorse? “Non sappiamo quale sarà lo sviluppo dell'economia italiana nel 2024, è stimata superiore alla media europea, io non sono favorevole ad aumentare le tasse, anzi, con il Governo le abbiamo diminuite tagliando la spesa pubblica, poi vediamo quale sarà l'evoluzione di quest'anno. Io confido che si possa essere ragionevoli e immaginare una riduzione dei tassi di interesse che liberebbero più risorse di quello che abbiamo da pagare sul debito italiano. Il mio obiettivo è confermare o migliorare le misure che abbiamo portato avanti. Penso che sui tagli alla spesa pubblica si possa fare lavoro più preciso”.

La premier quindi glissa sulla sua candidatura alle prossime elezioni europee – ancora da valutare – e rimarca: “Lavoro per costruire una maggioranza alternativa che ha dimostrato di poter esistere su alcuni dossier, vedi transizione verde e immigrazione. Non sono mai stata e mai lo sarò disponibile a costruire una maggioranza stabile in Parlamento con la sinistra”.

In merito a governance europea, Mes e patto di stabilità europeo, la presidente del Consiglio chiarisce cosa intende fare per evitare l'isolamento dell'Italia in Europa: “Io sono soddisfatta dell'accordo fatto sul patto di stabilità, chiaramente non è quello che avrei fatto io. Non c'è un superiore interesse comune, ci sono Paesi che valutano cosa è meglio per loro.

Quello che potevo fare e ho fatto è rimettermi all'Aula e la ratifica della modifica del trattato è stata bocciata, non c'è mai stata una maggioranza in Parlamento per ratificarlo. Perché il Governo Conte ha sottoscritto accordo quando sapeva che non c'era maggioranza in Parlamento per approvarlo. Il Movimento cinque stelle ha sempre dichiarato di essere contrario e infatti ha votato contro la ratifica della modifica del trattato, che ha creato una situazione difficile. Io penso che nella reazione dei mercati all'indomani della bocciatura si legga la consapevolezza che il Mes sia uno strumento obsoleto, forse la mancata ratifica può diventare un'occasione per renderlo uno strumento più efficace di quello che è oggi, Questa è la strada sulla quale il Governo deve lavorare. Sul tema dell'isolamento penso che noi dovremmo essere più consapevoli del nostro ruolo, l'Italia non ha minori diritti o prerogative degli altri”.

Sulla tassa degli extra-profitti per le banche Meloni: “Mi fa sorridere che il primo a criticarla sia chi alle banche ha fatto regali miliardari, come il Pd e il M5S, con vari decreti. Noi abbiamo applicato una tassa su quello che crediamo sia un margine ingiusto. Ha ritorni positivi per il contribuente e per lo Stato”.

Fra le risposte ai giornalisti, poi si segnalano quelle in materia di “rinnovo delle concessioni degli ambulanti e dei balneari", con la promessa di “valutare nei prossimi giorni, con gli altri partiti di maggioranza e i ministri interessati l'opportunità di ulteriori interventi chiarificatori sulla materia" dopo i rilievi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Questo è un tema, la stratificazione di problemi che abbiamo che vanno dalla questione delle lungaggini burocratiche ai tempi della giustizia". 

Un incontro nel quale la premier sottolinea come l'Italia sia "una nazione in cui molti investirebbero se avessimo maggiori certezze". Un rilievo che Meloni fa in riferimento alla giustizia, ma sancendo principi generali che valgono anche per il settore del gioco, alle prese con un'opera di riordino che per ora ha avuto come prima concretizzazione l'approvazione in prima lettura da parte del Consiglio dei ministri del decreto legislativo di riforma dell'online.

Poi nel corso della conferenza stampa, aggiunge: “Cerchiamo di rendere l'Italia sempre più competitiva. Ricordo che abbiamo varato la riforma fscale che era attesa da 50 anni, ringrazio il ministero dell'Economia e delle finanze il vice-ministro Maurizio Leo per la stesura dei decreti per l'attuazione della Delega, cerchiamo di disegnare un fisco diverso, basato su un rapporto fra Stato e cittadino non fra Stato e suddito, più equilibrato. Tutto questo fa parte del segnale che abbiamo cercato di dare per favorire gli investimenti, ed evitare che le risorse vengano drenate da sistemi più competitivi del nostro. Poi abbiamo dato segnali in tema di tassazione anche in base al mercato del lavoro, abbiamo introdotto in Manovra il principio del 'più assumi meno paghi': un altro segnale di attenzione verso il mondo produttivo e il lavoro sul territorio. Credo che si debba continuare a rendere il nostro sistema fiscale più competitivo”.

Sulle privatizzazioni di cui si parla nei documenti programmatici di bilancio, e su eventuali novità per grandi società pubbliche – dalle Poste al Monte dei paschi di Siena - la presidente del Consiglio ricorda l'obiettivo di 20 miliardi di privatizzazioni nel 2026, ma “con modalità diverse rispetto a quel del passato, si intende ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria, e riaffermarla dove invece lo è. La riduzione della partecipazione statale però non riduce il controllo pubblico, come nel caso di Poste, mentre per le Ferrovie italiane valutiamo l'ingresso di operatori privati. Penso che abbiamo dato un bel segnale con il Monte dei paschi di Siena”.

In tema di premierato e possibile sbilanciamento dei poteri, autonomia differenziata delle Regioni, Meloni puntualizza: "Non toccheremo i poteri del presidente della Repubblica, perché è giusto così, e sappiamo che è sempre stata una figura di assoluta garanzia. Io non vedo in cosa l'elezione diretta del premier significhi togliere potere al capo dello Stato. Si crea un buon equilibrio, anzi, e si rafforza la stabilità dei governi. Stiamo cercando di fare una riforma che consenta ai governi, domani, di avere la possibilità di durare 5 anni perché noi abbiamo pagato pesantemente la nostra instabilità, in tema di credibilità internazionale, di visione e strategia, di investimenti, e ciò ha significato debolezza politica, l'incapacità di fare riforme di lungo respiro. È una riforma di cui vado fiera. Il referendum non è su di me, perché io sono il presente di questa nazione, ma sul futuro, su cosa accadrà dopo. Spero che si possa avere una maggioranza parlamentare, non sono molto ottimista su questo, sono franca. Sull'autonomia invece credo che a uno Stato forte debbano corrispondere autonomie forti. L'autonomia stabilisce il principio che se tu gestisci bene le tue competenze e le tue risposte, lo Stato può valutare di darti altre competenze da gestire. Credo che la responsabilizzazione della classe dirigente possa essere un volano anche per lo sviluppo del Mezzogiorno".

 

Nell'incontro con la stampa poi si è parlato anche dell'episodio che coinvolge il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, proprietario della pistola da cui è partito il colpo che ha ferito un 31enne durante una festa di Capodanno in provincia di Biella. “Facciamo ordine: Pozzolo dispone di un porto d'armi per difesa personale, girava con un'arma a Capodanno, la questione però è che chiunque detenga un'arma ha il dovere morale e legale di custodirla con serietà. Per questo secondo me c'è un problema con quello che è accaduto; qualcuno non è stato responsabile ed è chi detiente l'arma, e questo non va bene per nessun cittadino figuriamoci per un parlamentare. Per questo credo che sia giusto che Pozzolo venga deferito in commissione garanzia e probi viri e che venga sospeso da Fratelli d'Italia, che è quello che posso fare sul piano statutario.

Se questo pone un problema sul rinnovo della classe dirigente di FdI? Non sono disposta a fare questa vita se le persone che sono intorno a me non capiscono la responsabilità che abbiamo sulle spalle. È bene ricordare a tutti che abbiamo quella responsabilità. Su questo io intendo essere rigida”.

Sull'inchiesta sugli appalti Anas che vede coinvolti il padre e il fratello della compagna del ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini (cioè Denis e Tommaso Verdini), la premier quindi sottolinea: “Non ho mai fatto su questa vicenda le dichiarazioni che ho letto. Non ho gli elementi per commentare il fatto in sé. Penso che si debba attendere il lavoro della magistratura, e gli sviluppi. Le intercettazioni fanno riferimento al precedente Governo, Salvini non viene chiamato in causa, quindi non ritengono che debba intervenire in Aula. Da quello che so l'unica tessera presa da Tommaso Verdini era quella del Pd e nessuno l'ha chiamato in causa. Mi pare che con questo Governo affaristi e lobbisti non stiano passando un bel momento, e penso che forse questi attacchi possano derivare anche da questo”.

Sulla gestione della Rai: “L'azienda ha avuto e ha i suoi problemi, penso si possa fare per limitare gli sprechi, ridurre l'indebitamento ereditato dalle gestioni precedenti, favorire il pluralismo”. A chi accusa la Rai di essersi trasformata in "TeleMeloni", la premier ricorda che quando FdI era all'opposizione era l'unica forza non presente nel Consiglio di amministrazione della Rai. “Le accuse di TeleMeloni da una sinistra che con il 18 percento dei consensi esprimeva circa il 70 percento delle posizioni in Rai non le accetto. Non si possono sempre usare due pesi e due misure. Io sono stata criticata dai giornalisti Rai da una vita e nessuno ha detto una parola, ma c'è libertà di opinione. Stabiliamo una regola di ingaggio per i giornalisti Rai: possono parlare di politica al di fuori dal lavoro? Il servizio pubblico deve fare il servizio pubblico e rappresentare tutti”.

Sui rapporti con gli alleati di governo Meloni precisa: “È un ottimo rapporto, non che non abbiamo dibattiti interni e posizioni diverse. Il punto è che quando abbiamo un problema ci mettiamo seduti e ne parliamo finché non lo abbiamo risolto. In un anno abbiamo fatto tantissime cose. In Consiglio dei ministri abbiamo approvato la legge di Bilancio in tempi record, e senza l'apposizione del voto di fiducia finale. Non sono preoccupata per le elezioni europee. Credo che le differenze siano un valore aggiunto e che vadano valorizzate senza che si generi una competizione interna. Non mi pare che ci sia da parte di alcuno la volontà di sottomettere la tenuta del Governo agli interessi di partito”.

Gli obiettivi del Governo nei prossimi sei mesi? “La messa a terra la riforma del nuovo Pnrr, la riforma della giustizia, poi sto lavorando già da tempo a un piano di borse di studio per gli studenti meritevoli che non hanno condizioni di reddito adeguate”.

E, in chiusura: "Non lavoro per ottenere un rimpasto. Sono molto contenta del mio Governo".

Articolo in aggiornamento

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