Secondo giorno al consiglio regionale del Piemonte dedicato all'esame della proposta di legge n° 99, tesa ad eliminare la retroattività della normativa vigente sul gioco.
La seduta di oggi, 21 aprile, nella quale è previsto l'inizio della discussione generale - dopo la bocciatura delle dodici preliminari presentate ieri dall'opposizione - alla prima chiama aveva fatto registrare la mancanza del numero legale.
A non essere presenti in Aula in quel momento erano i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia, che all'inizio della settimana, dopo il vertice di maggioranza convocato dal governatore Alberto Cirio con gli assessori della sua Giunta e capigruppo del Consiglio, avevano confermato, la propria volontà di astensione sul tema, ma senza alcuna preclusione sulla prosecuzione dell’iter di discussione della nuova legge.
Stavolta, come richiesto a gran voce dalle opposizione nei giorni scorsi, si registra la presenza in Aula del presidente Cirio e dell'assessore al Lavoro Elena Chiorino.
In parallelo, davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio, oggi prende il via il presidio permanente costituito dai lavoratori del gioco - protagonisti, già ieri, di un sit-in con oltre 500 manifestanti, sfociato nell'incontro di una loro delegazione con i consiglieri piemontesi - al momento autorizzato fino al 29 aprile.
LA RELAZIONE DI LEONE - Il consigliere Claudio Leone (Lega) ha presentato così la sua proposta. "Chiediamo l'abrogazione della retroatttività per chi ne aveva titolo, di rimettere mano al distanziometro sia ai luoghi sensiibili: 500 metri sono eccessivi per consentire al gioco di svolgere il suo ruolo nella legalità. Per quanto riguarda la legge del 2016, non sono arrivati gli effetti desiderati, e oltre 5mila lavoratori non possono essere abbandonati a se stessi. Una proroga non è sufficiente ma è solo allungare l'agonia di chi sta per perdere il posto e chi sta chiedendo alle istituzioni di lavorare nella legalità. Il diritto al lavoro è sacrosanto, le persone che erano ieri qui ci hanno detto di voler lavorare nella legalità, e bloccare la legalità vuol dire far crescere l'illegalità: lo dicono i sequestri fatti dalle forze dell'ordine. Quanto alla lotta al Gap, vogliamo essere vicini a chi combatte contro questa malattia, ora vogliamo incrementare e migliorare le norme su questo tema, non vogliamo buttare al vento la legge fatta con Chiamparino, vogliamo fare tesoro delle parti buone di quella legge, ma vogliamo salvaguardare la dignità del gioco legale".
GLI INTERVENTI - In difesa della legge del 2016 Raffaele Gallo (Pd) che ha manifestato la volontà di "tutelare i lavoratori", sottolineando però che i 5 anni consentiti non sono stati utilizzati per ricollocarsi, e che serve una riflessione su questo. "Abbiamo detto di essere disponibili ad una proroga, considerando il periodo, la pandemia, ma pensiamo sia sbagliato tornare a ragionare, dare la possibilità di installare apparecchi nei bar e nei tabacchi, non ci sarà alcun punto di mediazione su questo". Gallo quindi difende i 60mila emendamenti presentati dall'opposizione, come "risposta" alla mancanza di dialogo da parte della maggioranza.
Dello stesso tenore l'intervento della collega di partito Canalis, secondo la quale la legge del 2016 non è retroattiva e non viola la Costituzione in nessuna parte - né in materia di libera concorrenza né di libertà economica - e va considerato che "un limite non proibizionista ma teso solo a regolamentare era necessario, perché il gioco, da mero divertimento, si era trasformato in una piaga sociale. Legislatore non deve contemplare solo il diritto al lavoro ma anche quello alla salute. Tale normativa non ha avuto solo validità giuridica ma anche efficacia tecnica e ha dato il tempo agli imprenditori di adeguarsi, e temo che i lavoratori siano strumentalizzati. Con una nuova legge rischiano di andare incontro ai ricorsi di chi invece ha rispettato le norme". Canalis ha quindi chiesto di "superare l'ostruzionismo ad oltranza e promuovere un tavolo di confronto fra le parti".
Per Silvio Magliano (Moderati) "considerare la norma retroattiva è un errore", magari "si potevano fare delle misure per sostenere imprese che volevano adempiere alla norma, invece qui nel nostro Paese si tenta sempre la via della modifica". Per poi rimarcare: "Nel testo di Leone si promettono tanti interventi per la prevenzione e la cura del Gap, ma senza entrare nel merito di nulla e senza stanziare neppure un euro in più".
Alessandro Stecco (Lega) si sofferma sulle caratteristiche del Gap, le sue conseguenze e le azioni necessarie per contrastarlo, sottolineando che in Piemonte alcuni trattamenti per la sua cura non vengono applicati, se non in una sola Asl. "I dati dicono che il gioco non determina automaticamente l'azzardopatia, solo pochi giocatori hanno questo problema, mille sono in carico nei Serd e circa 50mila a rischio moderato-grave". Stecco chiede all'Ires di approfondire i dati sul gioco illegale, l'incidenza del Gap collegata ad altre tipologie di gioco, evidenziando che "oltre a parlare del tema del lavoro bisogna parlare anche di ludopatia e avere una visione che non si limiti solo ad una parte del problema".
Per Domenico Ravetti (Pd) "manca l'oggetto della discussione generale, non si capisce qual è l'oggetto della proposta", quindi invita il governatore Cirio a dire "cosa ne pensa della modifica della legge", chiedendo alla maggioranza di votare.
Maggioranza che ha un certo punto ha in parte abbandonato l'Aula, per un incontro convocato da Cirio, suscitando le ire della minoranza, che ha chiesto a gran voce di sospendere la seduta.
Diego Sarno (Pd) ha rilevato che "la proposta depositata non è più una proposta reale, perché si sta discutendo fintamente e il proponente non c'è".
Giorgio Bertola (Gruppo Misto - Movimento 4 ottobre) chiede approfondimenti dal punto di vista scientifico e di sapere dalla maggioranza cosa pensa della proposta di legge, invitando Cirio, Fratelli d'Italia e Forza Italia a prendere la parola. "La legge del 2016 non è retroattiva, perché dispone per il futuro, lo è invece quella proposta adesso". Per Bertola poi è falso che ci sia stato uno spostamento dei giocatori sull'online e che si sia favorito un aumento dell'illegalità. "L'illegale c'era, c'è, e purtroppo ci sarà; non è la legge del 2016 che lo fa aumentare, ma la criminalità è interessata anche al gioco". Sottolineando, in conclusione, che la Pdl di Leone toglie ai sindaci la possibilità di legiferare in materia di gioco.
Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte) fa notare che "non si possono creare prospettive economiche se vanno a danno o entrano in conflitto con la salute pubblica. La legge del 2016 non aveva lo scopo di debellare completamente il gioco, ma di arginarne e ridurne gli effetti".
Sean Sacco (M5S) torna sui dati disponibili sugli effetti della legge del 2016: "Dalla sua entrata in vigore sono stati sottratti al gioco circa 700 milioni di euro, solamente in Piemonte. Altri dicono che c'è un problema, la comparsa della criminalità organizzata, ma forse si fa confusione con il proibizionismo. Ricordo che fino nel 2016 nelle attività, i bar e i tabacchi, c'era il Far west, con tante persone sedute a giocare. Chi sono i giocatori patologici? Non ci sono solo quelli che vanno ai Sert, ma anche quelli che giocano forti somme, pensate a cosa vorrebbe dire tornare indietro in un momento come questo, di forte crisi economica. Noi dobbiamo pensare anche a quelle persone quando legiferiamo. I numeri di quanti perderanno il lavoro nel gioco sembrano essere molto ridimensionati rispetto a quello che dite voi", sottolinea, rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza. "Per risolvere il problema di qualche centinaio di persone non si può crearne uno ad altre migliaia. Chi soffre di Gap non viene a manifestare. I dati ci dicono che grazie alla legge del 2016, abbiamo ridotto del 20 percento le dipendenze. Molte delle persone che siamo riuscite a tenere lontano dagli apparecchi non sono in grado di giocare online, quindi si riduce di molto la facilità di accesso ad una determinata attività. Poi, se vogliamo migliorare la normativa, aumentiamo i fondi per il contrasto al Gap, non torniamo alla giungla di prima. Si sta tentando di modificarla con un braccio di ferro, sediamoci intorno ad un tavolo, ragioniamo sui dati e troviamo una soluzione per i lavoratori senza causare un danno sociale enorme".
Marco Grimaldi (Luv) ricorda che lo scopo della legge del 2016 è solo "la tutela delle fasce più deboli della popolazione" e che è stata approvata con un voto pressoché unanime: su 40 consiglieri presenti, 39 hanno votato sì. Una legge arrivata dopo 20 anni di espansione del gioco, in un Paese ipocrita che è passato da qualche casinò a una slot machine ad ogni angolo, al terzo posto per il rapporto fra popolazione e numero degli apparecchi, uno ogni 132 abitanti. In Piemonte fra il 2013 e il 2016 si registrava una crescita del gioco del 4,5 percento di anno in anno, con una spesa di 300 milioni di euro in più e l'aumento costante delle perdite. Siamo intervenuti con una legge che, lo ripeto, non aveva alcun effetto retroattivo. Siamo stati dei veri riformisti: sono diminuite le perdite e i soggetti presi in carico, come rilevato dall'Ires. I limiti orari hanno avuto un effetto positivo sulle dipendenze da gioco, e anche gli stessi esercenti hanno sottolineato gli effetti positivi del distanziometro, per l'allontanamento dei soggetti problematici. La proposta Leone non tutela i soggetti fragili, l'Osservatorio regionale del lavoro certifica ben altri numeri, i saldi sono addirittura positivi. Non è che state raccontando balle ai lavoratori? Volete una legge che ignora la realtà. Non accetteremo questa sanatoria".
Domenico Rossi (Pd) apre il suo intervento stigmatizzando l'assenza del presidente Cirio e dell'assessore alla Salute Icardi, ed evidenzia che nella discussione sul tema è stato "rimosso il tema della sanità, con una serie di bugie sul lavoro. La legge ha funzionato senza espellere, il gicoo fisico è passato da 5,1 a 4,9 miliardi di raccolta nel 2019, si parla di un 10 percento, mi dite dov'è l'effetto espulsivo? Quello del Piemonte potrebbe diventare un modello e potrebbe spaventare l'industria del gioco. Questo è un settore che da un punto di vista economico si fonda sulla patologia, se non ci fossero i giocatori patologici non starebbe in piedi".
Sarah Disabato (M5S) ricorda che la legge del 2016 "non proibisce, ma regola, dando la possibilità ai sindaci di regolare la materia, e che oggi ci scrivono chiedendoci di fermarci su questo atto. Dobbiamo ascoltare tutti gli attori che ci chiedono di fare un passo indietro. L'attività che stiamo facendo vi sta facendo un favore, dandovi tempo di riflette", conclude, rivolta alla maggioranza.
Ivano Martinetti (M5S) aggiunge: "La vostra proposta non intende migliorare la legge del 2016, ci sono delle cose da fare, ma va corretto in maniera seria".
Anche Diego Sarno (Pd) difende la legge del 2016 e ricorda la negazione del confronto sul testo, con il mancato rispetto della promessa di audizioni in commissione. "Voi avete basato la vostra proposta solo sul tema dei lavoratori, con numeri sbagliati: la stessa Cgia di Mestre parla di un altro dato 'stimati 2550'. Oggi i numeri ci parlano di 100 lavoratori in meno, detto in maniera larga. Togliete i poteri ai Comuni: oggi sono 31 quelli che hanno emesso ordinanze, sarebbero quindi lasciati soli di fronte ai ricorsi delle aziende del gioco, e questo è un elemento drammatico. È da irresponsabili. L'Ires poi ci dice che la legge del 2016 ha funzionato in termini di contrasto al Gap. In questa discussione non c'è stato nulla sull'aspetto sanitario, l'assessore Icardi è totalmente assente. Quanto all'illegalità, tutte le inchieste ci dicono che la criminalità si infiltra nel gioco legale".
Riccardo Lanzo (Lega) evidenzia che "la politica deve fare una sintesi: capire cosa è giusto per la nostra società. Possiamo demandare ad altri il tema della perdita di posti di lavoro? La risposta è la Pdl Leone con la quale si difende il sacrosanto diritto di tutelare il lavoro legale. La salvaguardia della salute, come ci insegna la pandemia, va contemperata con quella di salvare chi sta morendo di fame. La proposta garantisce, nella legalità, la riapertura, il riadeguamento di un settore sotto costante monitoraggio. È chiaro che lo Stato deve regolare, e questa è una delle tante attività che vanno regolamentare, senza falsi bigottismi. Tutta la Lega è determinata nel portare avanti dei sacrosanti principi di attività economiche che agiscono nella totale legalità, poi non ci dimentichiamo il tema sanitario e vogliamo mettere risorse su questo. L'appello per tutta la maggioranza è quindi quello di convergere su una proposta unica, comune, senza aver paura delle azioni che compiamo, nel buon senso".
Per Francesca Frediani (Gruppo Misto - Movimento 4 ottobre) tali argomentazioni non sono convincenti, e bisognerebbe pensare innanzitutto a "tutelare la collettività, come fatto dalla legge del 2016. Mentre la proposta di Leone è fatta per l'interesse di una parte, che legittimamente è venuta a gridare la propria disperazione, e possiamo occuparci di loro usando gli strumenti che abbiamo a disposizione, ma senza smantellare una legge che funziona. Mettendo le risorse per renderla pienamente operativa".
Alberto Preioni (Lega) rivendica la difesa di "un settore troppo strumentalizzato, sulla pelle di 1700 persone che hanno perso il lavoro e 5mila che rischiano di perderlo. Bisogna giocare con moderazione, vogliamo aiutare chi diventa un malato patologico, deve esserci un sistema per chi soffre di questo disagio; i dati dell'Ires ci dicono che i giocatori problematici sono l'1,5 percento del totale, vuol dire che gli altri giocano con la testa, facendo lavorare le attività del settore in un sistema lecito, legale. Se non ci sono legalità e controllo ci sono la mafia, la ndrangheta, l'usura. Non mi sembra che i dati forniti siano prodotti da associazioni, organismi che non hanno credibilità, e più che il procuratore Antimafia non saprei chi citare. Ci sono dei dati incontrovertibili. Abbiamo aperto un tavolo di lavoro con Forza Italia e stiamo predisponendo degli emendamenti per accogliere alcune delle loro proposte, come il dare più potere ai sindaci, e chiederemo di aumentare i fondi destinati ai Serd per curare le dipendenze, ma senza chiudere un intero settore legale. Ho visto manifestare gente normale, pulita, che chiede solo di lavorare, non dei malfattori. Non ci sono imprenditori e lavoratori di Serie A e B".
Alla ripresa dei lavori, dopo la pausa pranzo, a prendere la parola è Grimaldi (Luv). "Mi pare chiaro l'intendimento di andare in fondo da parte della Lega. Intendimento che non è altrettanto chiaro da parte delle altre forze di maggioranza. Di fatto, chiudiamo la discussione generale senza avere una presa di posizione né del presidente Cirio né dei tre assessori, né di due forze su tre della maggioranza. Poi non si chieda a noi di rispettare le istituzioni, se non ci rispetta chi ci ha chiamato qua, senza assumersi la responsabilità di quanto sta facendo". Il presidente del Consiglio Stefano Allasia a tal proposito ha evidenziato che alla Giunta spetta intervenire solo al termine della discussione generale.
Preioni (Lega) quindi chiede una sospensione per fare una riunione con i capigruppo della maggioranza per limare le ultime posizioni, fermo restando la volontà di portare avanti la legge, per poi riconvocarci.
Una richiesta inaccettabile per Gallo: "Allora sconvochiamo la seduta e riprendiamo direttamente martedì prossimo".
Dopo questa richiesta, inaspettatamente, si è interrotto il collegamento con la diretta del consiglio regionale, e la seduta è stata sospesa.
La seduta è poi ripresa per comunicare una nuova sospensione, per consentire lo svolgimento di una riunione di maggioranza. Nella giornata di domani, la seduta mattutina non si terrà, per consentire a chi lo vorrà di partecipare ai funerali dell'ex assessore regionale Nicola De Ruggiero - scomparso prematuramente - e riprenderà alle 14, quando si deciderà se svolgere solo la capigruppo - come richiesto da molti consiglieri di minoranza - o proseguire la discussione della Pdl n° 99.
Subito dopo questa decisione, è arrivata una nota ufficiale del consigliere Gallo (Pd): "Avevamo ragione: la maggioranza di centrodestra è divisa sulla modifica della legge sul contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e proprio quando ci apprestavamo a affrontare la discussione dell’articolato ha chiesto una sospensione dei lavori per confrontarsi al proprio interno, dopo aver passato tutta la mattina a cercare una intesa! Che non ci fosse una posizione unitaria l’avevamo capito ormai da giorni, ma oggi, finalmente, il centrodestra ha gettato la maschera e lo ha ammesso. Tutto rinviato a domani, quindi, in attesa che il centrodestra si chiarisca al proprio interno e ci comunichi su quale testo dovremo esprimerci. Noi ribadiamo il no alla riammissione delle slot in bar e tabaccai e siamo disponibili a ragionare su una proroga causa Covid dell’imminente scadenza. Attendiamo di capire se la maggioranza ormai zoppa, senza Fratelli d'Italia, ha una sua posizione”.
Più ironico il capogruppo di Liberi uguali verdi, Marco Grimaldi. "La seduta è stata sospesa per problemi tecnici ma non abbiamo capito se si tratta del black-out che ha interessato Torino, e la sede del Consiglio regionale, o quello che c’è dentro la maggioranza di centro-destra. Fino a ieri Lega e soci arringavano i gestori delle sale scommesse dicendo di essere pronti ad affrontare la discussione e i nostri 60mila emendamenti oggi, senza lo schermo spento del computer di casa e vista la scena muta della Giunta e di due capigruppo su tre in Aula, battono in ritirata. Non appena abbiamo smesso di fare i nostri interventi – prosegue Grimaldi – e davanti all’ipotesi di cominciare a votare il testo di legge, la fretta della Lega di votare il ‘Riparti Slot Piemonte’ è evaporata: la verità è che la Super Lega di Preioni finirà come la Super League delle big del calcio. Chiedono ore di tempo per trovare un accordo al proprio interno ma la verità è che o cancellano la legge Leone trovando un accordo con gli alleati sulla sola proroga di un anno delle ultime scadenze previste dalla nostra legge contro la ludopatia, o affronteranno in solitaria il mare aperto della discussione dei 60mila emendamenti rischiando il naufragio".