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Contrasto al Gap, mozione in Consiglio Veneto: 'Puntare su informazione e rete di servizi'

10 novembre 2023 - 10:19

All'ordine del giorno del consiglio regionale del Veneto del 14 novembre figura la mozione 'Politiche sulle dipendenze, la Regione rilanci l'attività di prevenzione e presa in carico' presentata dall'opposizione.

Scritto da Redazione
© Consiglio regionale del Veneto - Sito ufficiale

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Sul tavolo dei consiglieri regionali del Veneto in Aula martedì 14 novembre ci sarà anche la mozione “Politiche sulle dipendenze, la Regione rilanci l'attività di prevenzione e presa in carico”, presentata dai colleghi del Movimento cinque stelle, del Partito democratico, di Europa Verde, e della lista Il Veneto che vogliamo.

La mozione, che vede come prima firmataria   Erika Baldin (M5S), propone varie iniziative riguardanti il contrasto al gioco patologico, ponendo l'accento su quanto già emerso nei tavoli di lavoro della Conferenza nazionale sulle dipendenze “Oltre le fragilità” convocata nel 2021 dal ministro per le Politiche giovanili dell'epoca, Fabiana Dadone. 

Vale a dire sul ruolo di informazione e mass media nella prevenzione in particolare su nuove sostanze psicoattive, abuso di alcol, gioco azzardo: “Le campagne informative hanno un elevato potenziale informativo e normativo; normativo nel senso di fare pressione sociale al fine di ridurre l’utilizzo di droghe. Purtroppo sovente sono inutili. È fondamentale che le campagne informative utilizzino un approccio scientifico nella progettazione e anche nella valutazione. Attenzione poi al mondo della notte, mondo fondamentale come setting di prevenzione e riduzione del danno”, ricorda la mozione.

Nel testo quindi si sottolinea l'aspetto culturale in cui nascono e si radicano i comportamenti a rischio. “La cultura prevalente promuove il 'bere responsabile', definizione scientificamente priva di significato. La pubblicità associa spesso il consumo di alcolici alle situazioni di successo. D’altronde per la nostra economia la produzione del vino in particolare garantisce entrate molto importanti. Se in merito alle altre sostanze (droghe, psicofarmaci, sostanza dopanti) un certo allarme sociale esiste sempre, l’abitudine al gioco d’azzardo è passata quasi priva di attenzione, almeno finché non si sono messe in evidenza situazioni di vera disperazione che coinvolgono le intere famiglie e hanno una ricaduta nei Servizi sociali. La nostra proposta è di diffondere una vera e propria consapevolezza dei rischi che comporta il consumo degli alcolici (spesso propedeutico al passaggio ad altre sostanze), delle droghe e del gioco d'azzardo. Alcuni anni fa la Regione Veneto ha adotta o un documento dal titolo 'Alcol, non solo cura ma cultura', il cui contenuto è stato attuato solo in parte, ma che potrebbe essere ripreso almeno nelle parti in cui impegna le amministrazioni pubbliche a non sostenere iniziative nelle quali si incentivi il consumo di alcolici. Per quanto riguarda il gioco d’azzardo una prima risposta, che dovrebbe essere meglio coordinata, ha visto protagonisti alcuni Comuni che hanno adottato un Regolamento specifico comunque positivo. Le politiche sul gioco d’azzardo hanno un finanziamento specifico, (deliberazione della giunta regionale n° 13 del 10 gennaio 2023 Presa d'atto dell'approvazione del 'Piano operativo regionale per il contrasto al gioco d'azzardo patologico: programmazione annualità 2021'); nella realtà questo comportamento spesso è associato al consumo di alcol e/o altre sostanze, oppure lo segue o anche lo precede. Le situazioni che vediamo nei nostri gruppi evidenziano bene questo. Ci chiediamo quindi se non sarebbe più opportuno affrontare in modo integrato le cosiddette dipendenze sia sul piano della prevenzione sia su quello del recupero. Ci permettiamo anche di ipotizzare che un approccio integrato potrebbe risultare meno costoso a livello economico ma anche di utilizzo del personale”.

Quanto al ruolo dei servizi pubblici (SerD, medici di base, Comuni, ospedali, centri diurni, comunità di recupero), del Privato sociale e del volontariato, nei percorsi di recupero e riabilitazione, “il problema maggiore che si riscontra nei servizi pubblici è quello del Budget di salute, ovvero la limitazione delle risorse economico professionali e umane necessarie per attuare un progetto individuale di buon funzionamento sociale della persona, prodotto con la partecipazione della persona stessa, della sua famiglia e per quanto possibile della comunità”, si legge nella mozione. “La nostra Regione ha negli anni limitato notevolmente i fondi e gli investimenti nelle politiche sociali riguardanti la salute mentale e l'area delle dipendenze, nonostante le statistiche dimostrino che il fenomeno è in aumento, in particolare fra i più giovani. Logica conseguenza di queste scelte e anche criticità maggiore in questo ambito è sicuramente la carenza di personale, che porta necessariamente a ridurre il tempo da dedicare all’utente e al coinvolgimento della famiglia, pur nella consapevolezza che l’approccio 10 famigliare rimane il più adeguato. Questo fa sì che anche i tempi di attesa per il primo appuntamento si allunghino anche fino a due mesi. Si comprende facilmente come una tale gestione comprometta la motivazione dell'interessato e lasci spesso le famiglie (già in condizioni critiche e spesso disperate, prive un sostegno immediato necessario. Anche i tempi tra un appuntamento e l'altro risultano troppo lunghi, rendendo quasi nullo il servizio che si cerca di fornire. Questo impedisce la creazione di un rapporto di fiducia fra il paziente, la sua famiglia e i servizi che dovrebbero averne cura. Tutto questo preclude una tensione emotiva tesa al cambiamento, compromettendo il lavoro di tutte le persone coinvolte. La mancanza di personale porta a far sì che si tamponino solo le emergenze, ma non si creano le condizioni per programmi tendenti alla sobrietà e al cambiamento dello stile di vita, svilendo il lavoro dei professionisti, degli interessati e dei loro familiari. Fondamentale e necessario risulta essere l'aumento e l'assunzione di personale all'interno nei Serd, sia in aria medica, che psicologica che socio-assistenziale. Tale carenza penalizza anche la possibilità di potenziare il lavoro di rete con le associazioni di volontariato che si spendono sia nell'ambito della tutela della salute mentale che quelle che svolgono attivamente un lavoro nell'ambito delle dipendenze. Le Acat sono presenti in tutto il territorio nazionale, e la Regione Veneto è quella con il più alto numero di Club (gruppi famigliare di auto-mutuo aiuto) in tutta Italia. La loro diffusione e la loro continuità settimanale possono coadiuvare efficacemente percorsi di recupero e di affrancamento da sostanze, alcol e gioco d'azzardo, com'è da tempo ormai è stato dimostrato, tanto da essere considerati una grande risorsa per il Sistema sanitario nazionale espressamente prevista dalla legge 125/2001. Tuttavia, in molte realtà locali, il rapporto fra SerD e Acat è quasi totalmente assente. In questo modo si riducono i risultati e probabilmente aumentano i costi economici. Per esempio: un rapporto davvero coordinato e mantenuto nel tempo tra SerD, Mmg, Servizio sociale del Comune, Famiglia, Centro per l’impiego, Volontariato e Terzo settore quanto potrebbe ridurre il ricorso al pronto soccorso, all’ospedale, alla Comunità terapeutica? Risposte queste particolarmente annose e costose. Eppure i SerD e i Centri di salute mentale sono servizi fondamentali per la prevenzione e la cura di determinate problematiche. Tuttavia bisognerebbe comprendere se le Istituzioni riconoscono il valere effettivo di questi Servizi come luoghi strategici su cui è fondamentale investire”.

 

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