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D'Alesio (Coord. ippodromi): 'L'ippica si salva riportando il pubblico negli ippodromi'

06 aprile 2022 - 14:23

Nella memoria consegnata alla commissione Agricoltura del Senato tutte le proposte del Coordinamento ippodromi per il rilancio del settore ippico italiano.

Scritto da Daniele Duso
D'Alesio (Coord. ippodromi): 'L'ippica si salva riportando il pubblico negli ippodromi'

"Fino al 1998 in Italia, con la gestione dell'Unire, si poteva scommettere solo sulle corse dei cavalli, poi tutto è passato ad Adm. Oggi i punti gioco fisici sul territorio nazionale sono oltre 120.000 e le scommesse ippiche sono diventate 'marginali' ". Inizia da un inquadramento storico la memoria intitolata "Salvezza e rilancio dell'ippica", depositata da Attilio D'Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi, in occasione dell'audizione dei rappresentanti degli ippodromi italiani alla Commissione agricoltura del Senato, nella giornata di ieri, 5 aprile.

Ricorda, D'Alesio, che "le corse dei cavalli sono state gestite fino al 1932 dalla Fise (Federazione sportiva di equitazione costituita nel 1926)", per poi passare all'Unire, formato dai tre enti tecnici Jockey club (ostacoli), Encat (trotto) ed Enci (per la produzione del cavallo italiano) che purtroppo vennero chiusi nel 2012 con il trasferimento di tutte le loro funzioni al Mipaaf. Le scommesse fino al 1998 erano gestite dall'Unire, prima di passare all'Agenzia delle dogane e dei Monopoli".

Ma il fulcro del discorso di D'Alesio è nella seconda parte del documento, a partire dalla sezione intitolata "Come salvare l'ippica", nella quale il presidente del Coordinamento ippodromi spiega nel dettagli cosa è un ippodromo, chi è il proprietario di cavalli, inteso come "un appassionato che ama vedere correre il proprio cavallo, vederlo vincere, essere premiato e conservarne le foto ed i ricordi", non certo un "imprenditore ippico". 

Ricorda poi, D'Alesio, che il premio per una corsa vinta "non è un compenso per una attività economica o per una prestazione professionale", e che "i premi necessitano di un corretto inquadramento giuridico e normativo".

Quindi un excursus sulle figure dell'allenatore, del fantino, del gentleman, dell'allevatore, dell'artiere, "ai quali si aggiungono i veterinari, gli addetti antidoping e le giurie presenti nelle giornate di corse".

Le proposte di riforma per rilanciare l'ippica, riporta ancora la memoria firmata da D'Alesio, partono dall'istituzione di una "nuova Unire" o "Agenzia" che sia dedicata esclusivamente all’ippica e sia posta sotto la vigilanza del Mef e del Mipaaf. In attesa di questa la prima proposta è quella di "istituire un tavolo di lavoro permanente con la presenza della associazioni riconosciute e rappresentative della filiera". E poi "sganciare completamente l’ippica dalle scommesse, come peraltro lo sono tutti gli altri sport, sui quali peraltro si scommette moltissimo", garantire il "pagamento entro 60 giorni dei premi vinti", ma anche "adottare la classificazione degli ippodromi prevista dalla legge n. 169 del 1998 che dovrà basarsi su un metodo matematico scientifico come a esempio il modello Ahp".

E ancora: "stipulare un accordo sostitutivo con le società di corse con durata triennale e con un finanziamento adeguato ed in linea con i servizi forniti. Adottare annualmente un calendario delle corse condiviso con gli ippodromi. Adottare un decreto di riconoscimento delle associazioni rappresentative degli ippodromi e della filiera. Aggiornare tutto il sistema informatico dell’ippica e realizzare e rendere pubblico: A - il censimento e la residenza di tutti i cavalli in attività; B - l’albo dei proprietari del trotto, del galoppo e degli ostacoli; C- l’Albo degli allenatori titolari di patente; D - l’ albo dei guidatori e fantini titolari di patente; E - l’albo dei gentlemen titolari di patente; F - l’albo degli allevatori riconosciuti dal Ministero come operatori agricoli.

E infine, tra le richiesta di D'Alesio, quella di "aggiornare la legge Zaia e prevedere un finanziamento annuo nella legge di bilancio di almeno 200 milioni per monte premi, sovvenzioni ippodromi, costo personale, televisione, pubblicità e promozione, giudici di gara, veterinari, antidoping etc. Prevedere una piccola percentuale a favore dell’ippica su tutte le scommesse raccolte nei 120.000 punti gioco visto che è stata la prima a mettere a disposizione le 'sue' 360 agenzie ippiche, simile alla Tassa 'salva sport' istituita nel 2020. Una legge sugli ippodromi come è stata fatta, anni fa, una legge sugli stadi".

Chiosa D'Alesio ricordando che "l'allevamento dei cavalli è agricoltura e gli ippodromi sono i teatri dove si svolgono le corse dei cavalli che sono competizioni sportive ed il primo obiettivo da perseguire, tutti insieme, per il rilancio dell’ippica, è portare tanto pubblico negli ippodromi".

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