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Dati apparecchi gioco inaccessibili ai Comuni, Neri (Anci Toscana): 'Atto castrante'

29 maggio 2023 - 12:48

Simona Neri (Anci Toscana) commenta il sì della commissione Finanze della Camera al Dl Amministrazioni pubbliche che 'riserva' l'utilizzo dei dati trasmessi dagli apparecchi gioco ad Adm, ministeri e forze dell'ordine.

Scritto da Redazione
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“Sono molto amareggiata dal fatto che la commissione VI (Finanze - Camera dei Deputati) abbia dato via libera all'emendamento che modifica il comma 728 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2020 e che riguarda la disciplina dell’utilizzo e dell’analisi dei dati registrati e trasmessi dagli apparecchi da intrattenimento. Da ora in avanti questi dati non saranno più in nostro possesso. Sono 'numeri' fondamentali per le istituzioni sanitarie e locali: capire come si gioca, quanto si gioca, a cosa giocano i giovani, è fondamentale per elaborare politiche di contrasto specifiche ed efficaci”.

A scriverlo sulla propria pagina Facebook è Simona Neri, responsabile Anci Toscana del progetto Ludopatie e bullismo, commentando il parere favorevole della commissione Finanze della Camera dei deputati al decreto-legge “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche”.

Nell'ambito dell'esame che ha preceduto l'espressione di un parere favorevole della commissione, il relatore Vito De Palma (FI-Ppe) ha ricordato che è di specifico interesse per la commissione “anche l’articolo 20, al comma 3, che modifica il comma 728 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2020, prevedendo che la disciplina dell’utilizzo e dell’analisi dei dati registrati e trasmessi dagli apparecchi da intrattenimento sia definita con decreto del ministero dell’Economia e delle finanze (in luogo del ministro dell’Interno) senza scadenze prefissate (in luogo della scadenza di sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio medesima). In particolare, il menzionato comma 728, nella formulazione pre-vigente al decreto-legge in esame, ha disposto che, fatta salva la disciplina in materia di tutela della privacy, l’utilizzo e l’analisi dei dati registrati e trasmessi dagli apparecchi di cui al comma 727, lettere a) e b), sono riservati: a) al ministero della Salute e all’Osservatorio per il contrasto e la diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave per finalità di studio, monitoraggio e tutela della salute e dei cittadini; b) all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, per le finalità di pubblicazione dei report sul proprio sito e documentazione richiesta da Governo e organi parlamentari; c) alla suddetta Agenzia delle dogane e dei monopoli, alle forze dell’ordine ed ai soggetti istituzionali preposti, per i compiti di controllo e verifica degli adempimenti concessori ed esigenze di prevenzione e repressione del gioco illegale. Il testo previgente rinviava a un decreto del ministro dell’Interno, da adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di bilancio, la definizione dei criteri e delle garanzie necessarie al rispetto del presente comma 728 per tutti i soggetti coinvolti nella gestione della rete telematica e dei sistemi di conservazione dei dati suddetti”.

Non rendendoli più disponibili ai Comuni, fatto che Neri critica: “Questo è un atto a dir poco 'castrante', ma che non sposterà di una virgola la volontà di tutti gli attori dei nostri gruppi inter-istituzionali di continuare a contrastare gli effetti devastanti della patologia da gioco d'azzardo che coinvolge sempre più cittadini in modo assolutamente trasversale su generazioni, genere e fasce di reddito”.

Allo stesso modo, prosegue la responsabile Anci Toscana del progetto Ludopatie e bullismo “si assiste in questi giorni al tentativo di sbloccare o divieti di pubblicità e proposte di compartecipazione al gettito erariale anche da parte di Regioni ed Enti Locali. Sono tanti anni che ormai mi occupo di questo tema, non ho mai assistito ad una presa di coscienza vera del Governo su questa problematica sociale e sanitaria e soprattutto alla volontà di regolamentare con una legge quadro la materia. Una quantità inimmaginabile di risorse che entrano nelle casse dello Stato ma anche delle associazioni criminali, che va di pari passo all'impoverimento culturale delle nostre comunità”.

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