Pro e contro la riforma della legge sul contrasto al gioco patologico al centro delle audizioni convocate dalle commissioni Attività produttive, Sanità e Legalità del consiglio regionale del Piemonte in seduta congiunta, nella mattinata di oggi, 3 giugno.
A fronteggiarsi i rappresentanti dell'associazione Sapar e quelli di Libera.
Per Alessia Milesi, presidente dell’associazione Sapar per Piemonte e Valle d’Aosta “esiste una domanda lecita di gioco che solo in minima parte sfocia in patologia, ma la legge 9 del 2016 ha di fatto cancellato la possibilità di giocare in Piemonte con una norma retroattiva: attraverso l’inserimento del distanziometro e di nove tipologie di punti sensibili, rende impossibile trovare altre collocazioni. Chiediamo un approccio meno demagogico e più realistico alla questione, che va affrontata a 360 gradi e non solo andando a colpire chi gestisce le macchinette soft, le cosiddette Awp, perché togliendole dai bar il gioco continuerà e la domanda si orienterà allora verso forme di gioco più aggressive online, oppure verso il gioco illegale. La strada giusta non è distruggere l’imprenditoria del territorio, con la conseguente perdita di posti di lavoro, ma bisogna lavorare sull’informazione e sulla formazione dei cittadini, a partire dai giovani, rendendoli capaci di un approccio più consapevole e maturo al gioco”. Milesi sottolinea come sia necessario anche “non discriminare il comparto del gioco legale del Piemonte rispetto a quello delle altre regioni”.
“Chiediamo che la legge 9 del 2016 venga salvata perché ha prodotto ottimi risultati per la riduzione della ludopatia e, riducendo l’offerta di gioco sul territorio, ha portato alla riduzione dei soldi spesi per il gioco: le perdite sono diminuite del 16,5 percento e sono stati risparmiati 500 milioni di euro dei piemontesi”. Lo afferma Maria José Fava, responsabile Libera Piemonte intervenendo anche in rappresentanza di associazioni che si occupano di Gap. Fava inoltre sostiene che in Piemonte, con la riduzione del gioco legale, non ci siano evidenze di aumento dell’illegale e denuncia infiltrazioni di organizzazioni criminali anche nel gioco legale, per riciclare denaro. “Riteniamo che in un momento economico critico come l’attuale non sia opportuno ripristinare la possibilità di giocare facilmente sotto casa, significherebbe dare a qualcuno l’illusione di potersi arricchire”, continua. “È sicuramente importante tutelare i lavoratori anche del comparto del gioco legale, ma si cerchino soluzioni diverse dal tornare indietro su una legge che ha funzionato”.
Sono poi intervenuti alcuni consiglieri fra cui Marco Grimaldi (Luv) che ha chiesto a Milesi la fonte dei dati citati sulla perdita dei posti di lavoro in bar e tabacchi dal 2016. Giorgio Bertola (M4o) ha chiesto approfondimenti a Fava sulle modalità di infiltrazione delle organizzazioni criminali all’interno del gioco legale e se la presidente di Libera ritenga opportuno l’utilizzo del marchio Slot no grazie da parte degli esercizi commerciali. Anche Sarah Di Sabato(M5s) e Francesa Frediani (M4o) hanno chiesto le fonti dei dati sul gioco citati da Sapar e Di Sabato ha domandato suggerimenti sugli interventi da mettere in campo per disincentivare il gioco fra i minorenni, un fenomeno in allarmante crescita, secondo i dati pubblicati sul sito del ministero della Salute.
Fava si è detta favorevole a creare incentivi affinché gli esercizi commerciali non adottino gli apparecchi ed espongano il marchio Slot no grazie, mentre sull’istituzione di una giornata “No slot” ritiene che debba essere comunque parte di un percorso di lavoro lungo tutto l’anno incentrato peraltro non solo sui giovani. Milesi ha invece specificato che i dati sul numero e tipo di apparecchi, la loro distribuzione sul territorio e il numero di esercizi ed esercenti provengono dal Libro blu dei Monopoli, mentre per quanto riguarda gli addetti del comparto si fa riferimento a un’analisi della Cgia di Mestre.
GRIMALDI (LUV): “SANATORIA EX POST DANNEGGIA CHI HA RISPETTATO LA LEGGE” - Il consigliere Grimaldi chiarisce cosi' le sue posizioni. “I rappresentanti degli imprenditori del gioco d'azzardo vorrebbero che le condizioni cambiassero solo per il futuro. E quelli che hanno rispettato la legge in vigore? Possono tornare indietro!
Vi immaginate se la legge Sirchia sul divieto di fumare in tutti i locali chiusi fosse stata applicata solo agli esercizi di nuova apertura? Chi consentiva di fumare sarebbe diventato proprietario di un circolo per fumatori e di fatto la legge non sarebbe servita a niente. Immaginate anche un’altra distopia: se chi ha smesso di far fumare i clienti adeguandosi alla legge 5 anni dopo, con una semplice dichiarazione potesse tornare indietro grazie a una nuova norma soppressiva della Legge Sirchia valida solo per i nuovi locali, ma inclusiva di una sanatoria per quelli che si erano nel frattempo adeguati… Non ci capite niente? Questa è la legge che le Lobby del gioco chiedevano e hanno ottenuto. Altro che fantascienza:
grazie alla proposta della Giunta chi non si è adeguato alla legge 9 del 2016 e alle norme sui distanziometri non solo
godrà di una sanatoria che gli permetterà di uscire dall'illegalità e restare al proprio posto, ma diventerà addirittura un monopolista grazie alla possibilità di continuare a cedere la propria concessione a nuovi imprenditori”. Ed aggiunge: “Come ha ribadito anche oggi Josè Fava a nome di Libera e delle tante associazioni e i tanti enti – dalla Commissione pastorale sociale del lavoro Piemonte e Valle d’Aosta alla Fondazione antiusura San Matteo onlus alle Acli, dal Gruppo Abele all' Agesci, dal Sermig al Forum delle associazioni familiari - che da anni si battono contro il gioco d’azzardo patologico e le sue ricadute sociali e sanitarie,
questo è un disegno di legge dannoso e pericoloso che annulla completamente una legge invece utile ed efficace, dando ai Comuni disposizioni senza alcun impatto, lasciando decidere ai sindaci gli interventi di tutela per i soggetti fragili, introducendo un divieto ai minori già presente nella normativa nazionale e abolendo di fatto totalmente i distanziometri: esisteranno solo per i nuovi esercizi e a soli 250 metri dai luoghi sensibili. Uno schiaffo a chi si è adeguato alla legge e una sanatoria ex post per tutti quelli che colpevolmente non lo hanno fatto”.
ROSSI (PD): “SUPERARE APPROCCIO PREGIUDIZIALE E TUTELA INTERESSI PARTICOLARI” - A dire la sua in merito interviene anche il consigliere Domenico Rossi (Pd). “È troppo presto per comprendere dove ci porterà il percorso del disegno di legge della Giunta sul gioco d’azzardo patologico approdato oggi in commissione. Da parte di tutte le opposizioni c’è l’intenzione di dar voce a tutte le realtà rimaste fino ad ora inascoltate: medici, psicologi, assistenti sociali, associazioni antimafia, movimenti cattolici, fondazioni antiusura, e rappresentanti delle forze dell’ordine che chiedono con forza la difesa dell’attuale legge regionale. Ancora una volta, però, sono le assenze a farsi notare. Le regioni possono occuparsi di gioco d’azzardo patologico solamente per la potestà legislativa che hanno in ambito socio-sanitario. Per questo ci saremmo aspettati che fosse l’assessore alla Sanità, magari insieme a quello alle Politiche sociali, a proporre il nuovo testo. Invece, con grande sorpresa il disegno di legge è stato presentato dall’assessore Ricca con deleghe ad internazionalizzazione, rapporti con società a partecipazione regionale, sicurezza, polizia locale, immigrazione, sport e politiche giovanili”, evidenzia Rossi. “La legge 9/2016, votata all’unanimità da tutti il Consiglio, partiva da una premessa chiara: tutelare la salute dei piemontesi rendendo meno pervasivo il gioco. Quali sono i presupposti della norma proposta dalla Giunta? Evidentemente non sono socio-sanitari. Vedremo quale attenzione sarà dedicata alla tutela dei posti di lavoro e quale ruolo giocherà l’assessora Chiorino, di cui abbiamo chiesto un’informativa proprio sulla situazione occupazionale. Così come abbiamo richiesto un’informativa della Guardia di Finanza, della Dia e della Dda per approfondire il tema del gioco illegale. Si tratta di audizioni supplementari da affiancare a quelle di tutti i portatori di interesse. È l’unico modo per superare un approccio pregiudiziale e legiferare a partire da un’analisi di realtà, al di là degli interessi particolari legittimi in gioco”.