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Decreto Dignità e scommesse, Butti: 'Governo apra tavolo su sport'

06 maggio 2019 - 09:10

Secondo l'onorevole di Fratelli di Italia, Alessio Butti, occorre regolamentare il mondo dello sport con un codice, anche per quanto riguarda il gioco, l'ippica e gli eSports.

Scritto da Roberta Falasca
Decreto Dignità e scommesse, Butti: 'Governo apra tavolo su sport'

Lo sport riveste un ruolo centrale all’interno della nostra società e il deputato di Fratelli di Italia Alessio Butti, insieme al suo collega Tommaso Foti con un Ddl, incaricano il Governo di riordinare l'ordinamento sportivo, con adozione di provvedimenti per il controllo dei giochi e delle scommesse.

Ai microfoni di Gioconews.it, l'onorevole Alessio Butti approfondisce il disegno di legge presentato alla Camera lo scorso 11 dicembre e pubblicato il 18 aprile.
 
Onorevole Butti perchè l'Italia ha bisogno di riordinare l'ordinamento sportivo?
 
"Credo che sia doveroso, prima ancora che necessario, dare a questo Paese un codice dello sport. Lo sport ha un ruolo fondamentale per la nostra comunità, non solo per gli effetti economici che produce, ma anche per tutte le implicazioni che conseguono alla sua pratica, dalle inclusioni sociali ai benefici in termini di salute per tutti i cittadini. Esistono centinaia di norme e di regole che vanno sistemate con uniformità ed equilibrio in modo da consentire a tutti gli operatori del settore di lavorare in armonia con il sistema normativo. Il Parlamento ha offerto grandi prove di lungimiranza nel predisporre codici, come quello della Strada e quello dell’Ambiente. È arrivato ora anche il tempo per il Codice dello Sport".
 
Può approfondire per Gioconews.it cosa intende con 'conferire apposita delega al Governo per l’adozione di un codice dello sport che costituisca il punto di riferimento per gli addetti ai lavori del settore del diritto sportivo e non solo'?
 
"Il Parlamento deve conferire al Governo il potere di adottare, seguendo specifici criteri e modalità, il Codice dello sport. Non è una cosa molto semplice: occorre mettere intorno a un tavolo esperti del settore, professori universitari, dirigenti delle federazioni. Occorre lavorare per mesi per produrre un lavoro che servirà per le generazioni future".
 
Secondo lei, il Governo dovrebbe adottare i necessari provvedimenti per il controllo dei giochi e delle scommesse, individuando adeguate fonti di finanziamento pubbliche, ci può spiegare il perchè?
 
"Il provvedimento della scorsa estate è giusto, perché occorre combattere in ogni modo e forma il fenomeno sulla ludopatia. Ma un conto è contrastare il fenomeno partendo dalle macchinette da bar, un conto è eliminare tout court le sponsorizzazioni sportive, ciò crea ictu oculi una disparità a livello europeo e un notevole pregiudizio a tutto il mondo dello sport. Capisco la battaglia sugli spot televisivi (vi è stata in tal senso una esagerazione da parte degli operatori betting), ma come possiamo pensare di contrastare la ludopatia cancellando le sponsorizzazioni sportive? Che senso ha proibire il nome sulla maglia ai club italiani, quando nel resto del mondo non è così e lo vediamo ogni giorno quando assistiamo in tv alle partite di Champions o di Europe League? Attenzione: dare spazio agli operatori betting seri significa, automaticamente, mettere in difficoltà quelli che raccolgono le scommesse clandestinamente generando riciclaggio di denaro sporco. Bisogna riflettere molto sul tema. Nel decreto Dignità il governo parla di un tavolo di lavoro per rivedere queste regole. Ebbene, lo apra subito questo tavolo, invece di soffermarsi soltanto sulla vicenda delle scommesse sui campionati minorili. Un vero e proprio scandalo, messo in luce dal presidente Petrucci, ma che non si combatte soltanto ponendo il divieto. Bisogna impedire l’effettuazione di queste scommesse, altrimenti si continuerà a farle tranquillamente. A questo riguardo, segnalo la mia proposta di legge sulla pirateria. Il modello da me disegnato serve anche a questo, a impedire cioè che gli italiani possano comunque giocare sulle partite dei minori su siti stranieri e viceversa".
 
Inoltre, visto che l'ippica può essere considerata uno sport, anch'esso è da riformare?
 
"Certo. Così come è strutturato non serve più a nulla, tant’è che chiudono tutti gli ippodromi. Eppure lo sport dell’ippica è di una bellezza disarmante e richiama migliaia e migliaia di amatori, oltre ad avere un richiamo fortissimo per i bambini e per i disabili. Aiutiamo gli operatori a creare le condizioni per dare nuovo spazio a questo sport. Running e bike dimostrano che, se si creano le condizioni, si ottengono spazi nelle città, si realizzano eventi, si producono ricchezze, si va incontro alle richieste dei cittadini, che vogliono e pretendono di fare sport".
 
Cosa ne pensa del fenomeno degli eSports?
 
"Non bisogna sottovalutare il fenomeno. Anzi, bisogna cavalcarlo. È facile dire che gli eSports non sono sport. Siamo, quelli delle nostre generazioni, troppo legati a canoni e concetti tradizionali e vecchi. Andiamo allora a sentire migliaia e migliaia di ragazzi che oggi giocano agli eSports e riempiono i palazzetti. Secondo me, è necessario creare una vera federazione di eSports e incentivare i giochi che hanno legami con il mondo dello sport (non solo il calcio, e che rispettano, quello sì, i principi sacrosanti della Carta olimpica. E non bisogna perdere ulteriore tempo, perchè il mondo, specie quello dell’ultima generazione, sta accelerando in modo esponenziale verso altri traguardi, come, ad esempio, la realtà aumentata. Dobbiamo accelerare anche noi".

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