Procede l'iter per la trasformazione in legge del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, il cosiddetto Dl Festività, sul quale ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Roberto D'Incà, ha posto la questione di fiducia. La votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di oggi, martedì 16 febbraio, a partire dalle ore 18.20, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 16.35.
Nella giornata di ieri, martedì 15 febbraio, al termine dell'analisi sulle questioni pregiudiziali, respinte dalla votazione alla Camera, a nome del Governo, prende la parola il ministro che, "a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri", pone quindi la questione di fiducia "sull’approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge".
Come è già stato riportato, il testo, con le modifiche apportate in Senato, lo ricordiamo, prevede l’obbligo di green pass rafforzato (che si ottiene con vaccino o dopo la guarigione dal Covid-19) anche in zona bianca per l’accesso a una serie di servizi e attività, tra cui sale giochi, scommesse, bingo e casinò.
"Questo decreto è stato varato dal Consiglio dei Ministri nel pieno della quarta ondata", ricorda Roberto Bagnasco di Forza Italia, "ed è evidente che le misure e le restrizioni contenute fossero conseguenti a quella fase estremamente acuta [...]. Se l’andamento dei contagi dovesse continuare su questa linea discendente, questa sarà - speriamo e lo diciamo con molta chiarezza e con molta convinzione - la sua ultima proroga".
"Il provvedimento all’esame oggi ci ha permesso di affrontare nel migliore modo possibile questa difficile situazione, senza chiudere assolutamente il Paese", ha sottolineato Virginia Villani, del M5s.
Non è mancato qualche intervento polemico, come quello di Federico Mollicone, di FdI, il quale ricorda che "le imprese sono in difficoltà a causa delle restrizioni del Governo e si ritrovano anche con bollette dal rincaro inaccettabile e insostenibile. L’Italia manca di una strategia di sicurezza sull’approvvigionamento energetico", mentre Marcello Gemmato, sempre di FdI, nota che "la certezza di non essere portatore del virus non la dà il green pass. [...] Anthony Fauci, scienziato, primo impact factor diceva sostanzialmente che il vaccinato poteva contrarre la malattia e, purtroppo, poteva anche contagiare. Quindi, non aveva senso legare il green pass, qualora lo si accettasse all’avvenuta vaccinazione, mentre lo si poteva legare, questa è la nostra considerazione, al tampone e, quindi, lasciare libere le persone che non volevano vaccinarsi, di potersi tamponare e andare al lavoro".