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Dl Lavoro, Camera approva la fiducia: via libera a assegno inclusione

28 giugno 2023 - 09:19

Ok alla fiducia sul decreto Lavoro del governo che include taglio del cuneo fiscale e assegno di inclusione con le limitazioni al gioco.

Scritto da Daniele Duso
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Con 207 voti a favore contro 127 no (sul totale di 334 votanti, 5 gli astenuti) la Camera approva la fiducia al governo sul Decreto Lavoro. Il Dl 48 del 4 maggio 2023, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro, attende ora solo l'esame degli ordini del giorno e l'approvazione finale prima di diventare una legge effettiva, dopo che il testo aveva già ottenuto il via libera dal Senato, lo scorso 22 giugno.

La misura, come abbiamo visto nei giorni scorsi, sfiora il mondo del gioco nell'ambito dell'assegno di inclusione (che sostituisce il reddito di cittadinanza introdotto dal Decreto n. 4 del 28 gennaio 2019 del governo Conte I), mantenendo il divieto di utilizzo dell'assegno per acquistare servizi di gioco, così come era per il reddito di cittadinanza. Il divieto si estende anche all'acquisto di sigarette, anche elettroniche, di derivati del fumo, di giochi pirotecnici o di prodotti alcolici.

Anche l’importo dell'assegno di inclusione rimane simile: il contributo è fino a 6mila euro l’anno, pari a 500 al mese, più un contributo affitto di 3.360 euro l’anno, 280 al mese. Il reddito di cittadinanza arrivava a 780 euro.

Il Dl lavoro prevede, tra il resto, anche il taglio del cuneo fiscale, che comporterà un aumento della busta paga dei lavoratori con un reddito lordo annuo fino a 35.000 € a partire dal 1° luglio 2023 fino al 31 dicembre 2023.

Restano da esaminare gli ordini del giorno, tra cui ce n'è uno del Movimento 5 Stelle che pone l'accento sulla cura di coloro che soffrono di dipendenza anche da gioco.  Il governo l'ha accolto come raccomandazione.

IL TESTO INTEGRALE
La Camera,

premesso che:

il provvedimento all’esame prevede l’istituzione dell’Assegno di inclusione (Adi), indicandone la natura, le finalità e la relativa decorrenza; tale misura, prevista dal 1° gennaio 2024, rappresenta una misura di contrasto alla povertà, di sostegno economico e di inclusione sociale e lavorativa e intende sostituirsi al Reddito di cittadinanza (RdC) che viene abolito dal 1° gennaio 2024;

l’Assegno di Inclusione riduce sensibilmente la platea dei destinatari e rischia di tenere fuori quei nuclei con componenti in particolari condizioni di grave disagio psicosociale in carico ai servizi sociosanitari che risultano di difficile immediato inserimento nel mondo del lavoro;

quindi, una ampia platea di persone adulte e fragili, a breve, rimarrà priva di protezione sociale e con il rischio concreto che diventi ancor più esclusa e vittima potenziale di sfruttamento o di comportamenti devianti;

è doveroso garantire l’accesso per le persone in condizioni di fragilità sociale e comunque non escludere tutte le persone in condizioni di fragilità sociale e che devono essere tutelate, in particolare: i neomaggiorenni che escono da una comunità o concludono percorsi di affidamento dopo anni fuori famiglia (care leavers) e le persone che soffrono di disturbi mentali o di dipendenza, anche da gioco, le persone senza dimora e tutte le persone che attraversano periodi di crisi psicologica e familiare dovuti a lutti o separazioni o che si trovano ad affrontare una malattia improvvisa;

l’articolo 2 del provvedimento all’esame, come modificato al Senato, prevede che l’Assegno di inclusione è riconosciuto, a richiesta di uno dei componenti del nucleo familiare, a garanzia delle necessità di inclusione dei componenti di nuclei familiari con disabilità, nonché dei componenti minorenni o con almeno sessant’anni di età ovvero dei componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione,

impegna il Governo

ad assicurare che tra i componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione siano inclusi tutti i soggetti in condizioni di fragilità sociale e di disagio psicosociale, anche per transitori problemi di salute fisica e mentale, nonché coloro che escono da una comunità o concludono percorsi di affidamento dopo anni fuori famiglia (care leavers) e le persone che soffrono di disturbi mentali o di dipendenza, anche da gioco, le persone senza dimora e tutte le persone che attraversano periodi di crisi psicologica e familiare dovuti a lutti o separazioni o che si trovano ad affrontare una malattia improvvisa.

9/1238/102. Sportiello, Marianna Ricciardi, Di Lauro, Quartini, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Orrico, Tucci.


 

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