Netta affermazione dei candidati di centrosinistra e delle liste civiche, calo dell'affluenza, al 42 percento rispetto al 54 del primo turno: questo, in estrema sintesi, il bilancio del secondo turno delle elezioni amministrative di ieri, 26 giugno.
Una tornata che vede affermazioni “di peso”, come quella dell'ex calciatore Damiano Tommasi (indipendente di sinistra), che con oltre il 53 percento dei consensi conquista la poltrona di sindaco di Verona, avendo la meglio sul primo cittadino uscente, Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d'Italia.
Damiani è noto anche ai nostri lettori non solo per le sue gesta in campo – come centrocampista della Roma campione d'Italia nel 2001, ad esempio – ma anche per le sue prese di posizione in materia di gioco, come sostenitore del divieto di pubblicità inserito nel decreto Dignità nel 2018, rimarcando che l'azzardo dovrebbe “essere disincentivato. Non solo non pubblicizzato”, ai tempi in cui era presidente dell’Associazione italiana calciatori.
A Parma ad avere la meglio è un altro esponente di centro sinistra: Michele Guerra, assessore alla Cultura con delega alla Promozione della cultura della legalità nella Giunta di Federico Pizzarotti (primo cittadino della città emiliana per 10 anni), espressione dell'alleanza fra il movimento civico Effetto Parma e il Partito democratico, che negli anni ha portato avanti molte
iniziative di prevenzione e contrasto del gioco patologico fondate sulla sinergia fra Ausl e terzo settore.
In campagna elettorale Guerra – che ha incassato oltre il 66 delle preferenze, contro il 33 di Pietro Vignali (centrodestra) - ha preso espressamente un impegno in tal senso: “Proseguiremo il contrasto all’abusivismo e alle contraffazioni, come obiettivo della Polizia locale, e proseguiremo il contrasto alle ludopatie e ai circuiti del gioco d’azzardo illegale”.
Katia Tarasconi, già consigliere regionale del Partito democratico, si afferma a Piacenza, sconfiggendo al ballottaggio Patrizia Barbieri (centrodestra) con il 53 percento dei voti, e anche nel suo caso è ben chiara la sua “visione” sul gioco. Nel 2017 infatti è stata fra i firmatari della risoluzione presentata nell'Assemblea dell'Emilia Romagna con cui veniva chiesto di “difendere le prerogative degli enti locali, lasciando ai sindaci maggiore libertà di agire” e di attuare al meglio la normativa vigente in materia.
A Catanzaro prevale Nicola Fiorita, sostenuto da centrosinistra e Movimento cinque stelle, che incassa oltre il 58 percento dei voti, contro il 41 di Valerio Donato (centrodestra). Fiorita dedica una corposa parte del suo programma elettorale al gioco, in cui si legge: “Predisporremo una modifica immediata al regolamento per l’applicazione della tassa comunale sui rifiuti per agevolare e sostenere quelle attività commerciali che decideranno di disinstallare slot machine, Vlt e simili.
Una misura questa per contrastare la ludopatia nel territorio comunale e incentivare in maniera concreta quegli esercenti virtuosi che decideranno di aderire ad un’iniziativa volta al contrasto del gioco d’azzardo.
Un fenomeno che in Calabria registra numeri preoccupanti, con un flusso di denaro per il gioco legale che sfiora i due miliardi di euro ogni anno. La nostra proposta è semplice e allo stesso tempo rivoluzionaria, ridurre del 50 percento l’importo variabile della Tari per quelle attività commerciali che decideranno di dismettere le slot machine dai propri locali e che si impegneranno per il successivo triennio alla non reinstallazione delle stesse. Proposte simili alla nostra sono state messe in campo da altri comuni in tutta Italia e hanno portato ad una significativa riduzione della raccolta da gioco d’azzardo e ad una minore pressione sulle strutture sanitarie e sui SerD da parte degli utenti patologici.
La riduzione della Tari per le attività virtuose può essere applicata nell’immediato e sarà solo un primo intervento di un più articolato piano di contrasto alla ludopatia che dovrà necessariamente partire dalla piena applicazione della legge regionale n. 9/2018, la cosiddetta legge anti ‘ndrangheta che ho avuto il privilegio di scrivere insieme ad Arturo Bova, già presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria. La Legge non è mai stata recepita né applicata dall’amministrazione uscente che ha inspiegabilmente preferito rinunciare ad uno strumento così importante per il contrasto alle mafie e alla ludopatia”.
Il centrodestra vince a Gorizia con Rodolfo Ziberna, confermato sindaco con oltre il 52 dei voti, superando il candidato di centrosinistra Laura Fasiolo.
Anche Ziberna non è di certo un “nome nuovo” per i nostri lettori: visto la posizione geografica di Gorizia, al confine con la Slovenia, il primo cittadino si è infatti espresso più volte in tema di
casinò ma anche
di gioco tout court come fautore di una linea di contrasto al Gap “affinché il gioco resti sano e condotto da una persona adulta e consapevole e che lo vede come un passatempo”.
Per la cronaca, ampliamo il nostro sguardo e vediamo gli altri risultati elettorali in alcune delle principali città italiane. A Monza Paolo Pilotto a sorpresa vince sul candidato del centrodestra Dario Allevi, sindaco uscente del centrodestra che aveva chiuso il primo turno con un vantaggio di 7 punti.
Ribaltone, ma nel senso contrario, anche ad Alessandria, che torna al centrosinistra con Giorgio Abonante (Partito democratico), dopo i cinque anni di governo di Gianfranco Cuttica di Revigliasco (centrodestra).
Restando in terra piemontese, si registra il successo di Patrizia Manassero, primo sindaco donna di Cuneo, ed ex senatrice Pd, che supera lo sfidante Franco Civallero (centrodestra) con il 63 percento dei voti.
Fra le affermazioni dei candidati di centrodestra quindi spiccano quelle di Cosimo Damiano Cannito, eletto sindaco di Barletta con il 65 percento delle preferenze, di Riccardo Mastrangeli, che vince il ballottaggio a Frosinone, e di Mario Pardini, candidato unitario del centrodestra, che strappa Lucca al centrosinistra.
Fra i civici ricordiamo
le vittorie di Alessandro Rapinese a Como e di Chiara Frontini a Viterbo, la quale ha battuto la candidata dem Alessandra Troncarelli – nota al nostro pubblico come assessore Politiche sociali della Regione Lazio, che nel suo mandato si è spesso occupata di gioco
insieme con il suo Esecutivo - con circa il 64 percento delle preferenze.